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Strategia italiana per l’AI, un passo avanti sull’innovazione

butti

La recente pubblicazione della Strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026 potrebbe rappresentare un momento cruciale per l’innovazione tecnologica nel nostro Paese e per uno sviluppo in chiave europea. Questo documento, frutto del lavoro di un comitato di 14 esperti nominati da Alessio Butti, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Tecnologica e Transizione Digitale, e coordinati da Gianluigi Greco dell’Università della Calabria, delinea le linee guida per accelerare lo sviluppo e l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale (AI) in tutti i campi del lavoro e della società. La strategia mira a consolidare la posizione dell’Italia come leader nell’innovazione dell’AI, promuovendo un approccio etico e antropocentrico. In questo articolo si analizza la strategia italiana, approfondendone vari aspetti.

Lo scenario di riferimento a livello globale e italiano dello sviluppo dell’AI descritto nel documento parla di una tecnologia in rapida evoluzione che sta ridefinendo il modo in cui viviamo, lavoriamo e interagiamo con il mondo. A livello globale, gli investimenti corporate in AI sono aumentati esponenzialmente, passando da 147 miliardi di dollari nel 2020 a un picco di 276 miliardi nel 2021, stabilizzandosi poi a 189 miliardi nel 2022. La piattaforma ChatGpt di OpenAI, per esempio, ha raggiunto 100 milioni di utenti in soli due mesi dal suo lancio nel novembre 2022. L’AI generativa, in particolare, ha il potenziale di produrre un valore economico di circa 4,4 trilioni di dollari l’anno, con settori come il commercio al dettaglio, i servizi finanziari, l’assistenza sanitaria e la formazione che ne trarranno i maggiori benefici.

In Italia, il tessuto produttivo è caratterizzato da un nucleo rilevante di grandi imprese e una diffusa rete di Piccole e medie imprese (PMI). Tuttavia, solo il 15% delle PMI italiane ha avviato un progetto pilota di AI nel 2022, evidenziando un gap significativo rispetto ad altri Paesi europei. La crescita del Prodotto interno lordo (Pil) italiano potrebbe aumentare fino al 18,2% annuo grazie all’AI generativa, con il 78,2% delle aziende italiane che prevedono di utilizzarla nel breve-medio periodo.

Quattro aree di intervento per l’AI

La strategia italiana illustrata nel documento, si articola in quattro macroaree principali: ricerca, Pubblica amministrazione (Pa), imprese e formazione. Per quanto riguarda la ricerca, l’obiettivo è rafforzare l’ecosistema nazionale, attrarre e trattenere talenti e sviluppare modelli innovativi e interdisciplinari. Si prevede di aumentare gli investimenti nella ricerca fondazionale e applicata, promuovendo competenze specifiche che rispondano alle esigenze del sistema-Paese. Verranno creati nuovi algoritmi e sistemi di ‘spiegabilità’, con particolare attenzione alla privacy e alla riservatezza dei dati. Inoltre, saranno promossi progetti interdisciplinari che mirano a migliorare il benessere sociale attraverso l’uso dell’AI.

La Pa è chiamata a migliorare l’efficienza dei processi e la qualità dei servizi offerti ai cittadini attraverso l’adozione di tecnologie di AI. Si prevedono linee guida per l’adozione dell’AI, con l’obiettivo di semplificare i processi amministrativi e migliorare l’efficienza. Verranno implementate applicazioni specifiche per rispondere alle esigenze amministrative, e il personale sarà formato per acquisire le competenze necessarie per utilizzare queste tecnologie in modo efficace.

Le imprese, in particolare le PMI, riceveranno supporto per lo sviluppo e l’adozione di soluzioni di AI. L’obiettivo è superare le barriere infrastrutturali e di competenze che ostacolano la diffusione delle nuove tecnologie. Verranno creati facilitatori per l’AI nelle PMI, laboratori applicativi e supporto per la creazione di startup innovative. Saranno promosse sinergie con il mondo accademico e della ricerca per favorire l’innovazione e la competitività delle imprese italiane.

La formazione è una delle aree chiave della strategia. Saranno promossi percorsi educativi specifici in AI nelle scuole, nei corsi di dottorato e nei programmi di formazione continua. Particolare attenzione sarà rivolta al reskilling e upskilling della forza lavoro per prepararla alle nuove sfide tecnologiche. In tale ambito si segnala un’ulteriore opportunità strategica, ossia l’uso dell’AI generativa per abilitare nuovi modelli formativi. Tale opportunità è descritta nella “Call to action: sviluppare competenze per e con l’AI generativa”, contenuta nel documento strategico dal titolo “Formare il futuro – Strategie per lo sviluppo delle competenze chiave nell’AI Generativa”, realizzato dall’Osservatorio sull’AI Generativa promosso da Unimarconi. La terza linea di indirizzo raccomanda l’utilizzo dell’AI generativa come tecnologia abilitante nuovi modelli di istruzione e formazione attraverso lo sviluppo di metodologie didattiche personalizzate, la creazione di ambienti di apprendimento virtuali interattivi e l’utilizzo dell’AI per supportare l’inclusione e l’accessibilità.

Il confronto con la strategia per il 2022-24

La nuova strategia per l’AI 2024-2026 si sviluppa in un contesto normativo influenzato dall’AI Act dell’Unione europea, che ha fornito un quadro regolamentare chiaro per l’adozione dell’AI. Questo rappresenta un’evoluzione rispetto alla strategia 2022-24, che era stata elaborata in un contesto meno definito. Quest’ultima strategia si concentrava principalmente sulla creazione di un ecosistema di ricerca solido e sull’aumento degli investimenti in IA, mentre quella attuale punta anche a creare infrastrutture nazionali di dataset e modelli, migliorando la standardizzazione e facilitando l’accesso ai dati.

Un’altra differenza significativa riguarda il focus tematico. La strategia 2022-4 identificava 11 settori prioritari, tra cui Manifatturiero, Cultura, Turismo, Salute e Benessere, Ambiente, Infrastrutture, Reti, Sicurezza nazionale e Tecnologie dell’informazione. La nuova strategia dell’AI, invece, continua su questa linea, ma enfatizza ulteriormente settori specifici come la Sanità, la Sicurezza cibernetica e l’Ambiente, riflettendo un’evoluzione nelle priorità e nelle sfide emergenti. Infine, la strategia 2024-26 introduce come organismo di governance (non previsto nella strategia precedente) la Fondazione per l’AI, che avrà un ruolo centrale nel monitoraggio e nella supervisione dell’implementazione della strategia.


Luca Manuelli

Direttore dell’Osservatorio di AI Generativa promosso da Unimarconi