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Sprecare meno, produrre meglio: la sfida lean di Morocolor

Morocolor
Gessetti, acrilici, pastelli… È una storia variopinta quella di Morocolor, azienda di Campodarsego, in provincia di Padova, che produce colori e prodotti per uso didattico e artistico. Fondata nel 1933, l’azienda è ora in mano alla terza generazione e, sotto la guida di Marco Moro, ha riconsiderato la produzione e l’approccio all’ambiente di lavoro. Dal 2018, infatti, è stato introdotto il metodo lean – un sistema produttivo finalizzato a ridurre le operazioni inutili, gli sprechi di tempo e, di conseguenza, anche la produzione in eccesso – proprio con l’obiettivo di ottimizzare l’intero processo produttivo. Il primo importante investimento ha interessato, in particolare, l’automazione. Ma l’integrazione sempre più preponderante della tecnologia ha imposto anche una rivoluzione dei modelli organizzativi. “Con una gamma molto ampia di articoli e producendo anche per terzi, gestire la robotizzazione poteva diventare una questione complessa; così abbiamo ripensato l’approccio produttivo”, racconta Marco Moro, Presidente di Morocolor. Nel concreto, investire nel lean ha implicato un cambio del sistema gestionale e un rinnovamento del layout della fabbrica, sconvolgendo l’ordine di tutti i macchinari in maniera da rendere il processo fluido e più efficiente: “Con questo cambiamento abbiamo guadagnato maggiore flessibilità, perché, pur uniformando le operazioni, consente di cambiare facilmente e rapidamente la produzione. Affinché il sistema funzioni, però, è necessario conoscere quali sono le procedure più efficienti e pianificarle nel dettaglio”. Il nuovo set up dei macchinari permette di produrre più rapidamente tipologie diverse di prodotti, realizzati in numero inferiore rispetto al passato per rispondere alle richieste del mercato.

Ottimizzare le operazioni per ridurre gli sprechi (anche di tempo)

L’ottimizzazione che deriva dall’automazione dalla produzione lean impatta positivamente sui costi e sui tempi, ma non solo: le operazioni si riducono in modo evidente, eliminando completamente quelle inutili. “Il punto cardine della nostra produzione è limitare al massimo le attività che non danno valore al cliente; in questo modo possiamo soddisfare i suoi bisogni al prezzo più basso possibile, senza risparmiare sulla qualità”, spiega Moro. La recente impostazione produttiva, inoltre, ha consentito di rinnovare l’intera catena di fornitura: “Non si arriva più alla fine della Supply chain controllando gli errori e scartando ciò che rimane (che quindi si perde); bensì, si analizza a monte come eliminare i difetti, in modo preventivo, in modo da non avere scarti durante le operazioni”. L’automatizzare l’azienda ha offerto nuovi scenari alla produzione; ed è anche una sfida a livello di crescita per la popolazione aziendale. Ne è convinto il presidente di Morocolor: “Il metodo lean permette di sviluppare una condizione mentale incentrata sul miglioramento continuo”. Fondamentale, però, formare il personale in modo adeguato: “Con l’automazione si hanno a disposizione tantissimi dati, ma senza le competenze non si sa come sfruttarli al meglio. È necessario avere gli strumenti giusti per individuare le informazioni utili e saperle elaborare”. Le persone sono direttamente coinvolte nel processo produttivo, quindi è necessario che lo abbiano chiaro e soprattutto si sentano parte del cambiamento. “Nella nostra azienda condividiamo obiettivi, fatiche e creatività. Sapersi divertire sul luogo di lavoro è importante, altrimenti si perde la fantasia”. Non è un caso che il poster nel suo ufficio reciti la frase “Being playful about important issues is a serious work” (“Scherzare su questioni importanti è un lavoro serio”). L’articolo è stato scritto con la collaborazione di Martina Midolo
L’articolo è pubblicato sul numero di Marzo 2022 di Sistemi&Impresa. Per informazioni sull’acquisto di copie e abbonamenti scrivi a daniela.bobbiese@este.it (tel. 02.91434400)

Campodarsego, Morocolor, produzione lean, riduzione sprechi, sostenibilità


Federica Biffi

Laureata magistrale in Comunicazione, Informazione, editoria, classe di laurea in Informazione e sistemi editoriali, Federica Biffi ha seguito corsi di storytelling, scrittura, narrazione. Si occupa prevalentemente di tematiche riguardanti la sostenibilità, l'innovazione tecnologica, l'uguaglianza, l'inclusione, anche in ambito digital e social, contribuendo a divulgare contenuti per giornali e siti web. Appassionata di cinema, ha lavorato nell'ambito della comunicazione e collabora con la casa editrice ESTE in qualità di redattrice.