Siggi Group, risparmio energetico e sostenibilità
Il miglioramento continuo come filosofia aziendale
Come si intuisce dal nome del progetto, si tratta di un’attività di miglioramento continuo che coinvolge tutta l’organizzazione nell’adozione di comportamenti virtuosi. Si cerca così di stare in linea con i criteri ambientali, sociali e di governance e l’azienda, attraverso la ricerca e sviluppo, indaga per trovare soluzioni che vanno in questa direzione. “Il percorso non ha una fine: comprende al momento quattro step, ma che evolveranno, nell’ottica di stare al passo con i cambiamenti”, continua Marta. Si parla innanzitutto di sostenibilità della struttura, attraverso la creazione, per esempio, di spazi verdi, l’illuminazione governata dai sensori di presenza, l’installazione di pareti vetrate per massimizzare la luce naturale. “Abbiamo una struttura che risale ai primi Anni 2000, ma che era già all’avanguardia, per materiali e soluzioni architettoniche scelte. Dal 2015 autoproduciamo energia grazie ad un ampio impianto fotovoltaico. Ci siamo trasferiti tutti da tre sedi diverse per unirci in un’unica azienda, creando Siggi Group: è stato un nuovo inizio”, prosegue la manager. Anche la gestione dei processi segue i criteri di sostenibilità: “Siamo certificati secondo le norme ISO per la gestione del sistema qualità, dell’ambiente, dell’etica e della sicurezza sul lavoro. Sono argomenti che stanno all’interno della sostenibilità ambientale, sociale ed economica”. Si tratta di una scelta volontaria da parte dell’azienda, che può così affrontare in maniera globale le quattro aree fondamentali per attuare l’attività di miglioramento continuo. Non può mancare, in questo primo step, l’attenzione verso i comportamenti responsabili: “Vuol dire una cultura aziendale che sostiene atteggiamenti quotidiani basati sul rispetto reciproco, nell’ottica di creare un clima favorevole”. Tra questi, si annoverano, per esempio, l’utilizzo della carta riciclata, l’archiviazione su cloud per ridurre le stampe, la raccolta differenziata dei rifiuti. Il secondo step è quello che riguarda il packaging ecofriendly: si prevede una selezione di materiali riciclati e riciclabili per buste, cartellini, scatoloni, shopper. Questi sono prodotti con materiale riciclato e riciclabile; in particolare, le buste sono in PE polietilene riciclato. “Siamo focalizzati su un continuo lavoro di riutilizzo dei prodotti per le spedizioni e le consegne; quando decidiamo di sospendere o cambiare un cartellino, per esempio, li usiamo fino a fine scorta, senza buttare nulla. Anche ai fornitori, inoltre, chiediamo di agire secondo logiche sostenibile”, puntualizza Marta. Sulla base dei primi due step l’azienda ha misurato quanta anidride carbonica in meno ha emesso, quanti alberi sono stati salvati e quanta energia è stata prodotta in base al sistema fotovoltaico. “Il concetto è sempre quello di partire da noi e dalle nostre scelte. Si inizia da ciò che facciamo ogni giorno e poi, piano piano, misuriamo anche quello che riusciamo a migliorare nella catena”, è la tesi della Direttrice Marketing di Siggi Group.Allungare il ciclo di vita dei prodotti
Lo step tre, in linea con l’obiettivo 12 dell’Agenda 2030, si propone di garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo, utilizzando metodi ecocompatibili e riducendo la quantità di spreco, grazie anche al riciclaggio dei rifiuti e promuovendo modelli di economia circolare. “Realizziamo soluzioni con lo scopo di allungare il ciclo di vita dei prodotti; oppure, per esempio, selezioniamo materiali che possano essere lavati a basse temperature”, aggiunge Marta. Le iniziative a sostegno delle rinnovate logiche dei processi vanno anche nella direzione della multifunzionalità del prodotto e della sua dematerializzazione, riducendo la quantità di materia necessaria per la sua funzione. “Rendiamo il più razionale possibile l’utilizzo dei materiali: utilizziamo quelli che sappiamo essere efficaci, cercando di ridurre sprechi”, spiega la manager. Talvolta, infatti, sono prese scelte di realizzazione di prodotti che richiedono molti materiali, ma è uno spreco perché, come sostiene Marta, questo ha un impatto significativo sulla filiera: “Non è un limite alla creatività, ma si tratta di trovare un giusto compromesso; la sostenibilità sta anche in questo”. Infine, con la riciclabilità e il disassemblaggio, si lavora affinché lo smontaggio e la separazione dei materiali siano meno dispendiosi. Ultimo, ma non meno importante, lo step quattro richiede di seguire i Criteri ambientali minimi (Cam), requisiti definiti nelle fasi del processo di acquisto, al fine di individuare il prodotto o il servizio che ha una migliore performance ambientale, nell’intero ciclo di vita. Inseriti nel Piano d’azione nazionale, e recepiti dalle stazioni appaltanti, permettono di classificare come sostenibile l’acquisto o l’affidamento di lavori; indirizzano le scelte della Pubblica amministrazione, premiando ciò che ha un valore maggiore. “Grazie a questo possiamo partecipare a gare d’appalto e presentarci come azienda che ha questi requisiti”, conclude Marta. L’innovazione comporta una visione diversa dei processi e il rinnovamento di logiche strutturali su diversi fronti (che impattano sull’intera organizzazione).Laureata magistrale in Comunicazione, Informazione, editoria, classe di laurea in Informazione e sistemi editoriali, Federica Biffi ha seguito corsi di storytelling, scrittura, narrazione. Si occupa prevalentemente di tematiche riguardanti la sostenibilità, l’innovazione tecnologica, l’uguaglianza, l’inclusione, anche in ambito digital e social, contribuendo a divulgare contenuti per giornali e siti web. Appassionata di cinema, ha lavorato nell’ambito della comunicazione e collabora con la casa editrice ESTE in qualità di redattrice.
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