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Riscossa risponde alla crisi con uno sguardo ai nuovi mercati

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Non stiamo affrontando solo aumenti per petrolio, gas e metalli. I prezzi delle materie prime alimentari hanno raggiunto a livello mondiale il massimo da dieci anni a causa della siccità che ha colpito lo scorso anno il Canada (dimezzandone il raccolto), e quest’anno l’Italia, in particolare la Puglia e la Sicilia, riducendo le rese del 30%. Per questo la pasta nell’ultimo anno ha subito notevoli rincari, tanto che oggi un chilo di pasta in Italia costa ai consumatori il 24,6% in più rispetto allo scorso anno. “L’incidenza del costo delle materie prime sul prezzo del prodotto finito per il nostro settore rappresenta già il 60/70%”, ha spiegato Margherita Mastromauro, Presidente di Riscossa (pastificio pugliese attivo a livello internazionale) durante il suo intervento a Bari in occasione di FabbricaFuturo, il progetto multicanale promosso dalla casa editrice ESTE che da 10 anni osserva e racconta quanto accade nel settore manifatturiero, individuando i megatrend del Manufacturing. “Se poi aggiungiamo il rincaro energetico, con il costo dell’energia che incideva sul costo del prodotto finito per circa il 5% fino al 2020, arrivato a circa il 30% a partire dal 2021, possiamo comprendere bene il perché degli aumenti”, ha aggiunto, ricordando poi l’aumento del costo degli imballaggi, delle pedane, dei ricambi, dei trasporti, ecc.

Altre criticità che ha attraversato l’azienda

Per Mastromauro, tutte le aziende stanno attraversando la cosiddetta ‘tempesta perfetta’, ma non sono tutti sulla stessa barca, partendo da condizioni diverse in termini di approvvigionamenti, mercati, condizioni finanziarie. “Per questo è una tempesta molto pericolosa, da affrontare da soli”, ha specificato. Un’altra sfida che la Presidente di Riscossa ha dovuto affrontare dall’inizio del suo mandato (partito nel 2020), e di cui a suo avviso si è parlato poco, è stato il rallentamento dei trasporti marittimi e i forti rincari anche in questo settore. “Spedire un container negli Stati Uniti, per esempio, ha avuto costi decuplicati”, ha raccontato. Riscossa, pastificio nato nel 1902, è stato infatti uno dei primi in Italia a esportare all’estero, e gli Stati Uniti, dove il bisnonno dell’attuale presidente emigrò durante la Prima Guerra mondiale, sono stati sempre uno dei mercati di riferimento dell’azienda. “Questa nostra vocazione estera ci ha consentito di giungere alla produzione di circa 60mila tonnellate di pasta all’anno che esportiamo in tutto il mondo”, ha dichiarato Mastromauro.

Pensare a nuovi prodotti e a mercati differenti

Tornando al presente, il 2020 per il pastificio è stato un anno di crescita perché c’era molta richiesta di generi alimentari, ma non potendo ampliare i turni di lavoro, a causa delle regole anti contagio da Covid19, l’azienda ha intercettato i picchi di domanda solo in minima parte. “Il 2021 invece è stato terribile perché la domanda è calata dopo la corsa all’accaparramento del periodo precedente, ed era impossibile tenere i prezzi bassi sul prodotto finito a causa degli enormi rincari”, ha raccontato Mastromauro, ribadendo però che sebbene abbia ridotto la produzione, l’azienda non ha fatto ricorso alla cassa integrazione. Attualmente il pastificio sta investendo sui pannelli fotovoltaici per contrastare il caro energia e su nuove tecnologie sostenibili per intercettare le esigenze alimentari emergenti, come la richiesta di prodotti orientati all’organico, al senza glutine, ma anche delle tipologie ricche di fibre e proteine. L’obiettivo è espandersi ulteriormente all’estero ed esplorare nuovi mercati e canali. “Di certo, nonostante le difficoltà, non si può stare fermi: nel mercato italiano ed estero abbiamo lanciato una linea di pasta premium con caratteristiche di sostenibilità a partire dal packaging riciclabile carta e prodotta con grani duri di filiera totalmente italiana, tracciata e certificata, ricca in proteine e trafilata al bronzo”, ha detto la Presidente di Riscossa. “L’idea è quella di vedere ogni problema come una sfida, un’occasione per trovare soluzioni migliori e accelerare dei processi”.

internazionalizzazione, materie prime, rincari energetici, Riscossa


Elisa Marasca

Elisa Marasca è giornalista professionista e consulente di comunicazione. Laureata in Lettere Moderne all’Università di Pisa, ha conseguito il diploma post lauream presso la Scuola di Giornalismo Massimo Baldini dell’Università Luiss e ha poi ottenuto la laurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Urbino. Nel suo percorso di giornalista si è occupata prevalentemente di temi ambientali, sociali, artistici e di innovazione tecnologica. Da sempre interessata al mondo della comunicazione digital, lavora anche come copywriter, addetta stampa e social media manager di organizzazioni pubbliche e private nazionali e internazionali, soprattutto in ambito culturale.