Rilancio economico e inclusione, un’agenda per l’Italia
Il volume Inclusione, produttività, crescita. Un’agenda per l’Italia (Il Mulino AREL, 2019), curato da Carlo Dell’Aringa e Paolo Guerrieri, raccoglie una serie di saggi di importanti studiosi attivi nei diversi rami delle Scienze Sociali, tutti ispirati dall’idea guida di “tenere insieme il rilancio economico e l’inclusione sociale”, come scrive Enrico Letta nella prefazione.
Si tratta di un progetto fortemente voluto da Dell’Aringa, improvvisamente mancato proprio nella fase della sua conclusione. Il suo contenuto si lega per tanti aspetti all’eredità intellettuale che Carlo ci lascia.
Guerrieri, nell’introduzione, collega utilmente gli elementi salienti di analisi contenuti nei diversi saggi con la prospettiva di intervento, l’agenda per il futuro.
Il caso italiano, inquadrato nello scenario mondiale, si rivela unico nel contesto europeo, in quanto contrassegnato dal ristagno di produttività e crescita al di là di quanto è avvenuto negli altri Paesi; nell’ultimo decennio, in particolare, alla sensibile riduzione del tasso di crescita e della produttività si è associato in Italia una sorta di ‘stress’ sociale dovuto alla stasi dei redditi, all’aumento della disoccupazione e della povertà assoluta.
Tornare a innovare è la priorità che si pone oggi per il Paese e questo richiede che si investa sull’economia della conoscenza, attivando il triangolo virtuoso educazione, ricerca, innovazione, con un cambio di passo che apra una prospettiva di benessere e di crescita inclusiva per le giovani generazioni.
È interessante vedere che le problematiche organizzative delle imprese sono individuate come aspetto cruciale del divario italiano rispetto agli altri Paesi europei. I saggi che analizzano il ristagno della produttività (Matteo Bugamelli e Francesca Lotti), i temi dell’innovazione, struttura industriale e PMI (Alessandra Lanza e Giacomo Cotignano), tecnologia digitale, organizzazione e lavoro (Emilio Bartezzaghi e Giuseppe Della Rocca) mettono in evidenza il circolo vizioso che si crea tra alcuni fattori interni alle imprese e altre determinanti di natura esterna.
Nel primo senso, pesa la predominanza delle piccole dimensioni, la struttura proprietaria accentrata e condizionata da fattori familistici, la debolezza della professionalità manageriale nelle imprese piccole e di proprietà familiare; nel secondo, assume rilievo il ritardo del Paese in termini di istruzione formale, il mismatch tra le competenze richieste dalle imprese e quelle sviluppate dai sistemi formativi, l’inefficienza del sistema giudiziario e della tutela della legalità, i ritardi anche del sistema finanziario.
Negli anni della crisi, il divario di produttività aggregata rispetto agli altri Paesi europei si è aggravato; in corrispondenza, si è reso più profondo il solco che separa il folto, ma ancora minoritario gruppo di medie imprese competitive e ben organizzate dalla restante componente di micro e piccole imprese; queste ultime sono meno produttive delle medio-grandi, però anche delle similari aziende degli altri Paesi europei; il deficit di organizzazione e managerialità si estende poi agli ampi settori dei servizi alle imprese e delle Pubbliche amministrazioni.
Non sono temi nuovi, tuttavia il pregio del volume consiste nel fondarsi su risultati di ricerca estesi e aggiornati, nell’ambito dei saggi elaborati da specialisti dei diversi argomenti; inoltre, nell’approccio sistematico e nell’ampiezza dell’analisi che mette in connessione le tematiche economiche e industriali con quelle delle politiche sociali, come, tra l’altro, l’investimento in istruzione (Andrea Gavosto), esclusione sociale, povertà e welfare (Emanuele Ranci Ortigosa), università (Marino Regini), spesa sanitaria (Gilberto Turati), giustizia civile ( Silvia Giacomelli e altri).
Anche i temi sociali e del welfare sono posti in relazione con le politiche economiche, sottolineandone le interrelazioni con la produttività e le implicazioni in termini di investimenti, guardando al futuro e al nuovo benessere da costruire.
L’articolo integrale è pubblicato sul numero di maggio-giugno di Sviluppo&Organizzazione.
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