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Industria 4.0: è davvero una rivoluzione industriale?

Con grande enfasi si sta presentando come imminente, o già in corso, una nuova rivoluzione industriale, la quarta secondo il conteggio attualmente più diffuso e in qualche misura ratificato. A causa della complessità dell’argomento, ma anche degli effetti del sensazionalismo che si è generato intorno a esso, non è sempre così chiaro di cosa si tratti né cosa di concretamente rilevante per un’impresa ci potrebbe essere in questa eventuale rivoluzione. Un motivo di confusione è poi introdotto dalla scelta, non infrequente, di chiamare “Industria 4.0” questo fenomeno, quasi appunto che Industria 4.0 fosse il nome proprio di questa prevista quarta rivoluzione industriale.

Perché parliamo di quarta rivoluzione industriale

L’idea che prima di Industria 4.0 ci siano state tre rivoluzioni industriali, e quindi che Industria 4.0 corrisponda a, o promuova, la quarta rivoluzione industriale è variamente giustificata per esempio in questo modo: “Talvolta ci si riferisce agli effetti dell’introduzione massiccia dell’elettronica, delle telecomunicazioni e dell’informatica nell’industria come alla terza rivoluzione industriale, che viene fatta partire dal 1970”.
Un’interpretazione in termini di quattro rivoluzioni industriali (Fonte: Deloitte, 2015)
D’altra parte pochi anni fa l’Economist ha presentato il fenomeno in termini di “terza rivoluzione industriale” (Economist, 2012), e un recente libro di Jeremy Rifkin si intitola a sua volta La terza rivoluzione industrialeCome il ‘potere laterale’ sta trasformando l’energia, l’economia e il mondo. Analogamente, l’Enciclopedia Treccani descrive due rivoluzioni industriali, la rivoluzione della meccanizzazione indotta dalla macchina a vapore e la rivoluzione della produzione di massa indotta dalle macchine elettriche, e non tre. Chi prospetta la terza, invece che la quarta, rivoluzione industriale, nega dunque che l’automazione industriale abbia avuto finora effetti davvero rivoluzionari: si tratterebbe solo di un’evoluzione, che non ha cambiato la struttura delle imprese e della produzione. Un’interpretazione alternativa, ma che conduce allo stesso esito, si trova nella lezione Leggerezza di Italo Calvino, che fonde quelle che altrove sono considerate le prime due rivoluzioni industriali: “La seconda rivoluzione industriale non si presenta come la prima con immagini schiaccianti quali presse di laminatoi o colate d’acciaio, ma come i bits d’un flusso d’informazione che corre sui circuiti sotto forma d’impulsi elettronici. Le macchine di ferro ci sono sempre, ma obbediscono ai bits senza peso”. L’argomento è stato trattato in maniera approfondita in un articolo pubblicato sul numero di Agosto – Settembre 2017 di Sviluppo&Organizzazione a firma di Luca Mari, Professore Ordinario di Scienza della Misurazione, Università C. Cattaneo, Liuc, Samuele Astuti, Lecturer digital innovation Università C. Cattaneo, Liuc, Aurelio Ravarini, Ricercatore di sistemi informativi, Università C. Cattaneo, Liuc, Renato Ruffini, Professore associato di economia aziendale Università C. Cattaneo, Liuc, dal titolo La trasformazione digitale non è una rivoluzione industriale. Per leggere l’articolo completo acquista la versione .pdf scrivendo a daniela.bobbiese@este.it (tel. 02.91434419).

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