Qlik, Business Intelligence e analytics: per il sesto anno nel Magic Quadrant di Gartner
Cresce la richiesta di sistemi di Business Intelligence e software analytics. A evidenziarlo è stata Gartner, la multinazionale statunitense leader nella consulenza strategica, ricerca e analisi nel campo dell’Information Technology, secondo la quale nel 2016 ci si attende un incremento delle vendite del 5,2% rispetto al 2015. Un trend che conferma come le aziende stiano investendo in software per orientarsi nella vasta mole di dati.
Tra i player impegnati in questo settore c’è Qlik che vanta circa 38 mila clienti nel mondo (la maggior fetta di fatturato – l’ultimo dato disponibile è di 613 milioni di dollari – è generata a livello internazionale) e che per il sesto anno consecutivo è stata inserita nel quadrante dei ‘leader’all’interno del Magic Quadrant di Gartner per la Business Intelligence e le piattaforme di analytics. E ora l’azienda punta a superare quota 705 milioni di dollari di fatturato.
Il mantra di Qlik – e dei suoi partner commerciali – è voler rendere sempre più semplici i software di business analytics. Secondo l’azienda specializzata in Business Intelligence, inoltre, i manager non dovrebbero perdere tempo a pensare a tutte le questioni cui rispondere prima del necessario.
“Gli insiemi di dati sono fluidi ed emergeranno in continuazione nuove informazioni: ecco perché l’analytics è paragonabile un viaggio senza fine”, ha spiegato a Fortune il CEO di Qlik Lars Bjork. Che ha poi aggiunto: “Questi sistemi non sono qualcosa che puoi costruire e installare senza più pensarci”.
Questo spiega la strategia dell’azienda che cerca di trasmettere il messaggio direttamente ai manager di prima linea piuttosto che al dipartimento di informatica che “sarà di certo coinvolto a un certo punto, ma il processo per i nostri software è diverso”, ha aggiunto Bjork. Sempre per il CEO di Qlik, infatti, le soluzioni implementate si ripagano da sole nel giro di pochi trimestri sulla base dei costi risparmiati o di nuove entrate generate dalle ‘intuizioni’ rese possibili dal software.
Tutto ciò assume ancora più importanza se si considera che entro il 2019 il 47% delle decisioni in ambito informatico saranno prese da manager e non da tecnici.
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