Produzione industriale in Italia. Perché la crescita è invisibile
Ripensare la lotta all’evasione
È legittimo pensare che il coefficiente di Gini per l’Italia – già di per sé molto elevato – risulti sottostimato rispetto alla realtà, a seguito della macroscopica evasione fiscale che ci caratterizza. Se è vero infatti, che all’enorme entità del potenziale gettito sottratto al fisco contribuiscono un po’ tutti i settori dell’imprenditoria e del lavoro autonomo, è abbastanza ragionevole ritenere che una parte significativa di tali somme (l’ultima stima ammonta a 111 miliardi di euro all’anno) sia stata sistematicamente spostata all’estero – presumibilmente soprattutto dai ‘grandi’ evasori – il che significa che alla evasione di cui sopra andrebbe sommato, secondo l’Ocse, il mancato gettito per imposte non pagate sui rendimenti finanziari di tali capitali, per un valore annuo valutato tra i 49 e i 99 miliardi di euro. L’alea nella stima è inevitabilmente ampia, in quanto si tratta di uno stock di capitale accumulatosi in molti anni di trasferimenti di fondi all’estero, ma che si tratti di importi enormi lo dimostra il fatto che il rientro di capitali, agevolato (a tassi scandalosamente di favore per gli evasori) da tre ‘scudi fiscali’ e una voluntary disclosure ha registrato in 15 anni un importo complessivo di ben 145 miliardi di euro, di cui solo 12 (il 4,7%) è andato al fisco. Ed è ragionevole pensare che in questi rientri sia confluita una quota fortemente minoritaria dei capitali complessivamente portati all’estero in anni, o decenni, di emorragia finanziaria. Se vogliamo che la (per ora) timidissima ripresa del sistema produttivo si consolidi in un parallelo aumento dei consumi, dobbiamo intervenire su una più equa distribuzione dei redditi prodotti. È ben noto, infatti, che la propensione marginale al consumo (la quota marginale di reddito destinata al consumo invece che al risparmio) aumenta sensibilmente al crescere dei redditi individuali. Per esemplificare: se intercetta 1 milione di euro evasi e portati all’estero, lo stato incassa 430mila euro di imposte dirette che – attraverso la spesa pubblica, soprattutto se si privilegia il recupero del welfare e il supporto alla disoccupazione – si trasferiscono quasi integralmente nei consumi, aumentando la produzione e conseguentemente la remunerazione dei fattori produttivi, e così via, in un circolo virtuoso speculare rispetto a quello vizioso che ha indebolito la nostra economia negli ultimi anni. La lotta all’evasione fiscale e alla fuga dei capitali non è quindi solo (si fa per dire) un obiettivo di giustizia sociale, ma anche un irrinunciabile fattore di effettivo sviluppo del sistema economico nazionale. Quando il Ministro Tommaso Padoa Schioppa dichiarò che “le tasse sono una cosa bellissima e civilissima, un modo di contribuire tutti insieme con i beni indispensabili come la salute, la sicurezza, l’istruzione e l’ambiente” fu oggetto di una quasi generalizzata irrisione. Egli però affermava una fondamentale verità, alla quale potremmo aggiungere che una tassazione corretta ed efficace è anche un fondamentale strumento di sviluppo economico: se i candi-dati alle prossime elezioni promettessero di razionalizzare il prelievo fiscale, combattere seriamente l’evasione e ottimizzare la spesa pubblica renderebbero un servizio al Paese; ma sembra che sia sempre più popolare promettere tagli alle tasse e strizzare l’occhio agli evasori…Nicola Costantino (Bari, 1951), ingegnere, è Professore Ordinario di Ingegneria Economico Gestionale presso il Politecnico di Bari, del quale è stato Rettore dal 2009 al 2013. Autore di circa trecento pubblicazioni a carattere internazionale e nazionale, prevalentemente sui temi del Supply chain management e del Construction management, ha svolto attività di ricerca e didattica in Usa, Regno Unito, Danimarca, Spagna, Cina. In qualità di Direttore tecnico di una delle maggiori imprese generali di costruzioni italiane, ha curato la realizzazione di importanti opere di ingegneria industriale e civile in Puglia e Basilicata (centrale Enel di Brindisi Sud, numerose centrali telefoniche, centri di meccanizzazione postale, nuova chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, ecc.). È stato consigliere di amministrazione di Tecnopolis Novus Ortus e del Centro Laser di Bari. È stato Amministratore Unico di Acquedotto Pugliese Spa dal 2014 al 2016 e Presidente del Consiglio di Amministrazione di Retegas Bari Spa dal 2016 al 2021. Attualmente è componente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
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