Prodotti smart e produzione lean – L’innovazione nel Gruppo Cimbali
Viaggio nella storia con le macchine del caffè
“Il MUMAC racconta 100 anni di storia, tecnologia, design e stile italiano attraverso la più grande esposizione al mondo di macchine per caffè espresso professionali”, spiega Simona Colombo, Group Marketing and Communication Director. Il museo è stato interamente finanziato dalla famiglia Cimbali che, con i rappresentanti della sua quarta generazione coadiuvati da manager, guida da sempre il Gruppo (il Consiglio di amministrazione è presieduto dal Presidente Maurizio Cimbali, mentre gli Amministratori Delegati sono i figli Fabrizia e Federico affiancati da Franco Panno): lo spazio è aperto al pubblico tutti i giorni e le visite sono gratuite su prenotazione. Quello del MUMAC è un percorso narrativo diviso in sale che permette di viaggiare dal Novecento ai nostri giorni attraverso le macchine esposte (non solo a marchio LaCimbali e FAEMA) e le riproduzioni degli ambienti delle varie epoche. Ma il museo non è solo la celebrazione della storia delle macchine del caffè professionali – nel passaggio tra le sale si assiste al passaggio dalla caldaia verticale a quella orizzontale avvenuto nell’immediato Secondo Dopoguerra – perché il MUMAC ospita l’omonima Academy, una vera e propria accademia che offre formazione e training per soddisfare le diverse esigenze del mercato e corsi di degustazione e di valutazioni sensoriali sulla qualità del caffè, aperti ad aziende e professionisti, ma anche a coffee lover e ad appassionati.Produzione snella e attenzione alla qualità
È osservando il passato che si può capire il presente del Gruppo Cimbali che mantiene la posizione di leader di mercato (ne detiene il 25%) realizzando fino a 250 macchine professionali da caffè (tradizionali e super-automatiche) al giorno per un totale di circa 60mila all’anno grazie ai 690 addetti impiegati nei tre stabilimenti produttivi – oltre a Binasco, che si occupa del 70% della produzione totale, il personale è suddiviso tra Ghisalba, in provincia di Bergamo, e Cappella Cantone, in provincia di Cremona – e all’estero (qui sono impiegate 227 persone). Il Gruppo, infatti, conta anche sette filiali operative, situate nel Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Usa e Cina: l’80% del fatturato deriva proprio dalle vendite all’estero. Sul territorio nazionale e internazionale l’azienda è presente capillarmente e conta 700 distributori che hanno il compito di garantire anche l’assistenza tecnica pre e post vendita. Sul fronte della produzione, gli stabilimenti produttivi hanno già adottato il metodo Kaizen per l’efficientamento dei processi e il miglioramento della qualità: “Al momento la produzione snella è presente in alcune linee di produzione, ma l’obiettivo è trasformarle tutte con logiche lean di ap-provvigionamento e renderle così più flessibili”, spiega Roberto Chiodini, IT Manager, mentre ci guida a visitare lo stabilimento di Binasco. Oltre alla produzione, il Gruppo si occupa della progettazione dei prodotti, compresa quella dei software, che rendono smart le macchine del caffè.Gli smart product grazie a bluetooth e IoT
Oltre alle innovazioni in produzione, infatti, l’importante novità dell’azienda è l’ampio utilizzo dell’Internet of Things (IoT), ultimo step di una continua ricerca per coniugare tecnologia e artigianalità: le macchine possono dialogare inviando dati grazie al perfezionamento di strumenti che, dice il manager, “sviluppiamo da oltre 15 anni”. “La telemetria sui nostri prodotti esiste fin dai primi anni 2000: una soluzione che, tramite connessione wi-fi, è in grado di trasmettere una serie di parametri di erogazione, i consumi, la gestione dei lavaggi, e gli eventuali fault”, puntualizza Chiodini. In pratica un’anticipazione dell’Industria 4.0, quando ancora la digitalizzazione non era di comune dominio. “Oggi con l’IoT è possibile uno scambio di informazioni bidirezionale: le macchine super automatiche (quelle dove basta premere un pulsante per l’erogazione del prodotto, ndr) possono essere completamente settate da remoto”, dice Chiodini. I dati sono infatti inviati a un pannello di controllo dal quale si può decidere davvero ogni singola operazione da far svolgere alla macchina: dalla tipologia dei menù, alla composizione delle varie bevande. Un esempio è l’innovativo modello S30 Perfect Touch di LaCimbali disegnato da Valerio Cometti che nel 2016 ha vinto il Red Dot Award: Product Design, uno dei maggiori e più importanti premi del design mondiale (la lista dei prodotti del Gruppo che hanno ricevuto riconoscimenti è lunga, su tutti il celebre Compasso d’oro assegnato a LaCimbali nel 1962 per il modello Pitagora). Altre innovazioni riguardano, per esempio, l’applicazione della tecnologia bluetooth per il ‘dialogo’ con il macinadosatori. È il caso della M100, una macchina ‘tradizionale’ pensata per garantire e valorizzare la gestualità e la manualità del processo di confezionamento del caffè e del cappuccino, anche nel caso di un addetto alla caffetteria meno esperto: a renderla un prodotto innovativo è il ‘Barista Drive System’, il sistema integrato che facilita le attività dell’operatore grazie al dialogo – appunto via bluetooth – tra macchina e macinadosatore che guida step by step durante tutta la fase di preparazione della bevanda, dalla macinatura del caffè all’erogazione.Gestione documentale 4.0 col TCP
Proprio l’attenta ricerca della perfezione e della qualità ha reso fondamentale una nuova gestione di alcuni flussi di lavoro. Per esempio quelli relativi ai processi documentali: è il caso delle attività legate ai verbali prodotti dall’ispezione degli enti certificatori e quelli sulla sicurezza e sulla gestione delle procedure aziendali. Oggi questi documenti sono condivisi sull’intranet aziendale che si basa su SharePoint Online, e sono gestiti attraverso Teorema Collaboration Portal (TCP)”, spiega Chiodini, che racconta come il progetto di digitalizzazione sia iniziato “circa un anno fa con il passaggio a Office 365” e che si può considerare un tassello di una più ampia roadmap per rendere il Gruppo Cimbali un’azienda (più) smart. Prima della introduzione del prodotto di Teorema i processi relativi ai documenti di ispezione degli enti certificatori erano affidati al flusso di mail che coinvolgevano le varie figure coinvolte e chiamate a dare il proprio contributo rispetto a quanto richiesto dagli esperti. Una modalità di lavoro che, appunto per il gran numero di persone chiamate a dover eseguire un’azione, diventava difficile da governare. “Il verbale è ora messo a disposizione di tutti coloro che sono coinvolti e chi deve sovrintendere il processo ha la massima visibilità di quanto sta succedendo e nel caso riscontri anomalie, si può agire in modo tempestivo”, aggiunge l’IT manager del Gruppo Cimbali. Infatti, nel workflow si assegna un compito da svolgere a un responsabile di funzione che “deve attivarsi dando le indicazioni per portare a termine l’azione. Tra i benefici di TCP – che rende semplice l’utilizzo della intranet, lasciando all’utente finale la libertà di adattare la visualizzazione delle informazioni necessarie alla propria attività – c’è quindi la possibilità di “avere sotto controllo i task da svolgere”; inoltre, ammette Chiodini, “avere un unico repository per le informazioni è un esempio di ordine da offrire ai certificatori stessi”. Discorso diverso per quanto riguarda la condivisione dei documenti relativi alle procedure aziendali, che in passato erano messi a disposizione sui server: “Oggi la diffusione è più rapida e più semplice, perché si mette l’utente nelle condizioni di accedere a ciò di cui ha bisogno senza difficoltà”, precisa il manager. Perché l’Industria 4.0 è anche questo: rendere più facili certe attività che in passato venivano svolte in modo meno friendly. “Nel processo di digital transformation che sta vivendo il mercato moderno, era necessario dotare il gruppo di strumenti più innovativi per la collaborazione, senza introdurre cambiamenti radicali che non sono parte del core business dell’azienda”, aggiunge Chiodini. Che ricorda come Teorema sia stato “il partner giusto al momento giusto”: “Anche grazie alle loro referenze ci hanno impressionato positivamente e hanno dimostrato di essere flessibili adattandosi alle nostre necessità”, ricorda il manager. E in fondo il prodotto è stato implementato rapidamente: “Dopo la formazione all’IT per comprendere meglio le potenzialità di SharePoint abbiamo individuato le aree da sviluppare e il progetto è iniziato”. I benefici? “Al momento non li abbiamo ancora colti tutti”. La strada per la digitalizzazione è solo all’inizio…Dario Colombo, laureato in Scienze della Comunicazione e Sociologia presso l’Università degli Studi di Milano, è caporedattore della casa editrice Este. Giornalista professionista, ha maturato esperienze lavorative all’ufficio centrale del quotidiano online Lettera43.it dove si è occupato di Economia e Politica, e nell’ufficio stampa del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane.
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