PMI 4.0, l’evoluzione di Porro tra tradizione e innovazione
Preservare il cuore di un laboratorio artigianale all’interno dei nuovi processi produttivi: ci sta provando Porro, azienda leader nel design dell’arredamento con sede a Carimate, in provincia di Como. Quando si lavora con materiali ‘vivi’ racconta a Sistemi&Impresa Maria Porro, Direttore Marketing dell’impresa di famiglia, è importante preservare quell’aspetto artigianale che si tramanda da quattro generazioni all’interno della fabbrica.
I processi si sono adattati a un mercato sempre più dinamico e complesso: Porro di recente ha deciso di investire le sue risorse verso l’innovazione tecnologica dei processi produttivi, senza tuttavia rinunciare alla storia del brand. Con i suoi 99 dipendenti, stabilimenti per 17mila metri quadri e un fatturato di 20 milioni di euro, Porro rientra tra le PMI che hanno saputo esportare il Made in Italy grazie al dialogo con gli intermediari su un mercato vastissimo, composto, nello specifico, da 600 distributori in tutto il mondo.
La nuova fase, per l’azienda, consiste nel rendere ancora più personalizzabile il componente d’arredo, disegnarlo su misura e consegnarlo al cliente sempre più consapevole e coinvolto nei nuovi processi produttivi. Questo passa ovviamente attraverso una nuova consapevolezza e responsabilità di azione da parte degli operai (21 sono donne e l’età media è di 41 anni). La deadline è segnata per marzo 2018 con il completamento di un nuovo impianto in grado di supportare le specifiche richieste del mercato. Nel frattempo si è cercato di coniugare la realizzazione dell’obiettivo con il capitale culturale dell’azienda che attraverso gli eventi e la brand reputation di quattro generazioni di management, conferma l’attenzione verso la ricerca e il design tutto italiano.
In cosa consiste, nello specifico, il nuovo impianto che state progettando?
Questo nuovo impianto che rientra a tutti gli effetti nell’Industria 4.0 e rappresenta la naturale evoluzione di Porro, una PMI ben inserita nel territorio con un alto contenuto di innovazione tecnologica, ma una cura per il dettaglio che possiamo definire ‘sartoriale’. La scelta aziendale è quella di innovare andando a potenziare i punti di forza del nostro brand. Questo nuovo impianto ci permetterà di liberalizzare il lotto 1 quindi di eliminare la produzione di pannelli in misure standard, il cosiddetto magazzino, producendo nell’ottica just-intime sulla base dell’ordine cliente.
Come avete reso possibile questo progetto?
Grazie all’innovazione tecnologica e all’investimento sui macchinari (circa 3 milioni di euro), un importo per noi considerevole se valutato rispetto al nostro fatturato di circa 20 milioni. Certamente gli incentivi concessi dal Governo ci hanno supportato, ma la scelta è stata sostenuta da un momento di ripresa per l’azienda e da una fase di forza sui mercati internazionali, sulla base di una richiesta del mercato stesso che ci ha spinto a valorizzare il nostro know how puntando sul nostro Dna a livello di adattabilità. Con il nuovo impianto ci aspettiamo un aumento della produttività, ma anche una maggiore flessibilità e una capacità di penetrazione del mercato maggiore.
Questo nuovo traguardo fa quindi parte di una strategia tesa all’innovazione costante?
L’azienda è nata 95 anni fa e ha visto succedersi quattro generazioni alla guida: all’inizio era un piccolo laboratorio artigianale con un gruppo di operai artigiani; con il boom economico si è trasformata in un’industria moderna. Il vero cambiamento è avvenuto con l’ingresso della terza generazione e con il passaggio alla produzione di mobili e arredi contemporanei e sistemi componibili, resa possibile grazie alla tecnologia, fondamentale non solo nella fase produttiva ma anche in quella progettuale. Qui in particolare abbiamo lavorato sulla condivisione delle informazioni e sull’organizzazione dei dati, arrivando a creare una ‘carta d’identità’ del mobile che viene messa a disposizione dell’operatore e del cliente. Questo strumento è realizzato grazie ai nuovi macchinari e alla mappatura dei singoli pezzi che vengono tracciati lungo tutta la catena. Per essere sempre all’avanguardia, abbiamo sviluppato macchinari e software su misura per noi, a fianco dei nostri fornitori.
Com’è organizzata la produzione in ottica 4.0?
Il nuovo macchinario occuperà una vasta superficie e questo ci ha fornito l’occasione per rivedere il layout aziendale in un’ottica di ottimizzazione del flusso del processo all’interno dell’azienda. L’obiettivo è rendere operativo il macchinario entro marzo 2018 e quindi abbiamo iniziato a organizzare i reparti sempre in un’ottica di eliminazione degli sprechi, per avere un processo produttivo il più snello possibile.
Quanto sono importanti gli sgravi fiscali del Piano Nazionale Industria 4.0 per una realtà come la vostra?
La nostra è un’impresa medio piccola a conduzione familiare, ma con la presenza di manager per gli aspetti commerciali. Per la produzione siamo molto legati al nostro territorio d’origine, dove troviamo forti sinergie che rendono unica la nostra ricerca. Crediamo quindi sia molto importante mantenere la produzione in Italia a stretto contatto con la proprietà e i nuovi strumenti messi a disposizione del Governo ci aiutano in tal senso. L’aumentata possibilità di fare investimenti in tecnologia per noi è fondamentale e pensiamo possa essere la chiave per la nostra programmazione del futuro. Questo piano consente di trasformare la tecnologia in elemento abilitante affinché il Made in Italy resti competitivo a livello internazionale: per noi vuol dire puntare sulla qualità del processo produttivo, passando dalle persone coinvolte al prodotto finito. Il tetto di vetro dello stabilimento che consente ai nostri operai di lavorare alla luce naturale, l’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici, il riutilizzo degli scarti del legno, dimostrano la grande attenzione che poniamo per tutte le fasi, affinché, ottimizzate, ci consentano di offrire la massima qualità.
Industria 4.0 prevede un’importante attenzione alle competenze delle persone: quali le iniziative di formazione?
In generale quello che stiamo facendo a tutti i livelli è di aumentare la responsabilità delle persone coinvolte nel processo produttivo. Abbiamo pianificato corsi di formazione per gli operatori che utilizzeranno il macchinario, perché siano in grado di gestire il nuovo modello di processo. Da sempre, inoltre, lavoriamo a strettissimo contatto con le scuole che si occupano della preparazione del personale collaborando affinché chi esce dal percorso di studio sia già all’avanguardia. Il lavoro da svolgere è sui collaboratori già assunti, ma con attenzione alle attività degli istituti scolastici locali, affinché i giovani siano sempre al passo con le tecnologie.
Quanto è difficile mantenere l’identità artigianale, familiare e tradizionale del brand all’interno dei processi di innovazione tecnologica?
La nostra forza è proprio il riuscire a bilanciare una produzione aziendale a un’artigianalità alla quale non rinunciamo. Quindi anche nelle scelte strategiche cerchiamo di far conciliare la tecnologia con la flessibilità, restando fedeli al nostro Dna. Pur lavorando con il legno, svolgiamo ricerca con i nuovi materiali; inoltre ai passaggi produttivi con le macchine affianchiamo il lavoro manuale: abbiamo ancora i banchi da falegname che sono utilizzati dagli addetti. E quando parlo di tailor made, voglio evidenziare la nostra doppia anima: quella tecnologica e quella artigianale.
Quale la strategia di vendita per conservare l’anima artigianale?
I nostri clienti e rivenditori sono negozi strutturati per il progetto, una dimensione per noi fondamentale. Non si tratta di semplici ‘venditori di oggetti’, quanto di professionisti formati, perché vogliamo che la qualità sia garantita dall’inizio alla fine della filiera. Nel mezzo, poi, c’è il rapporto con chi progetta, chi disegna e chi lo trasforma in ordine: nella rete distributiva è pertanto molto importante individuare interlocutori in grado di sviluppare il progetto.
Tra le vostre attività, riveste grande importanza la partecipazione agli eventi di settore…
L’evento per eccellenza per noi è il Salone del Mobile di Milano: ci si presenta al massimo delle proprie potenzialità e si lanciano i nuovi prodotti, c’è una grande attenzione internazionale essendo un evento di portata mondiale. Siamo da due edizioni anche al Salone del Mobile di Shanghai perché il mercato cinese è finalmente maturo e ci sta dando soddisfazioni. Cerchiamo inoltre di individuare i luoghi nel mondo dove pensiamo sia più interessante investire e portare avanti la promozione del marchio andando a operare in partnership con i nostri rivenditori per coinvolgere gli interlocutori locali. Crediamo che la parola “design” abbia un valore, quindi creiamo eventi non solo commerciali, ma anche culturali. Ci è capitato di coinvolgere designer a livello internazionale o di collaborare con importanti musei con l’approccio culturale che caratterizza il mobile di design Made in Italy: la ricerca della qualità, delle forme e dei materiali è ancora ingrediente fondante del nostro lavoro.
Per cononoscere altre aziende che hanno intrapreso percorsi verso l’Industria 4.0, leggi il numero di Marzo di Sistemi&Impresa.
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