Per la ‘Fabbrica del Chiodino’ un 2012 in crescita
Intervista a Stefano Quercetti, AD – Quercetti & C. SpA
Quercetti & C., storico marchio del settore giocattolo, conferma il trend di crescita degli ultimi anni, chiudendo il 2012 con un fatturato di 10 milioni di euro. In particolare il giro d’affari sul territorio italiano ha visto una crescita a doppia cifra verso l’anno precedente, realizzando un +15%.
In controtendenza rispetto ai dati aggiornati a fine dicembre, che evidenziano una situazione in decremento dell’intero comparto – con un calo del 2,2% – Quercetti ha invece continuato a guadagnare punti rafforzando la sua posizione nel settore. Questi risultati testimoniano come il mercato risponda bene alla politica di un’azienda che dal 1950, anno della fondazione, si è sempre rivolta ai consumatori su solide basi di fiducia e trasparenza, proponendo un prodotto educativo e dalla riconosciuta qualità. L’ascesa costante compiuta dall’azienda in questi ultimi anni è dovuta in gran parte alla forza del brand, ai valori positivi che questo marchio continua a rappresentare per il consumatore.
La crescita è stata sostenuta negli ultimi anni da un piano di investimenti destinato al miglioramento delle tecnologie esistenti e a un costante rinnovamento di linee e prodotti.
Se il 2012 è stato un anno di successi, il 2013 sarà per Quercetti un anno di festeggiamenti: l’Azienda torinese festeggerà infatti il 60° compleanno del suo prodotto più rappresentativo, il chiodino. Era il 1953 quando Alessandro Quercetti scoprì questo gioco tanto semplice quanto geniale, intuendone le potenzialità e rendendolo un evergreen diffuso in tutto il mondo.
Anche nel 2013 Quercetti perseguirà un lavoro di rinnovamento dei classici, dai chiodini alle storiche piste per le biglie giochi, ma soprattutto continuerà ad innovare, portando avanti i valori educativi che da sempre il marchio Quercetti racchiude.
Insieme con Stefano Quercetti, AD della Quercetti & C. SpA., scopriamo come.
Quali sono le principali leve per innovare nel comparto manifatturiero?
Più che innovare, nel comparto manifatturiero è più naturale e corretto adattarsi e adeguarsi. Non esistono segreti per innovare, ma è necessario mantenersi vigili e attenti alle possibiità di miglioramento.
Prodotti, processi, servizi. Dove si trova il valore?
Il comune denominatore di questi elementi sta nella qualità. La qualità delle fasi che sono all’origine del processo produttivo si trasmettono nella produzione e quindi nel prodotto finito.
Un nuovo modello produttivo basato sui principi del Lean è la risposta che molte aziende del manifatturiero stanno adottando per rispondere alla crisi: è così anche per voi?
Il metodo Lean punta a combattere gli sprechi. Ci sono però degli sprechi “strutturali” nelle aziende, molto difficili da debellare . In Quercetti cerchiamo di dare grande attenzione ad ogni singola fase dell’attività produttiva rendendola il più efficiente possibile. La difficoltà è far diventare questa ricerca dell’efficienza una pratica costante e diffusa.
Innovare significa uscire dalla competizione per ottenere il vero vantaggio. È d’accordo?
Assolutamente sì. Innovare significa fare un passo avanti rispetto alla concorrenza. I concorrenti perderanno tempo a comprendere, e magari copiare, l’innovazione. Le aziende di successo sono proprio quelle che riescono ad innovare e che creano cambiamento.
Come si conquista la leadership nel vostro segmento?
La leadership si ottiene dall’unione di alcuni elementi: produzione, innovazione, qualità. Un prodotto innovativo e di qualità però non sempre è sufficiente all’ottenimento del successo. Fondamentale è riuscire a comunicare al mercato in maniera produttiva.
Una ricetta per rilancio del manifatturiero ‘Made in Italy’?
Il sistema Made in Italy è chiaramente sofferente in questo momento di crisi. E questa sofferenza continuerà se non si prenderanno dei provvedimenti che puntino a ridurre le differenze fra i singoli Paesi. Basti pensare che rispetto a un paese della UE come la Germania, l’Italia ha una pressione fiscale più pesante del 20% e un costo dell’energia più alto del 10%. Il rilancio passa attraverso la riduzione di questo gap. In Paesi molto vicini al nostro come la svizzera o l’Austria si è consapevoli che la produzione interna porta come risultato la distribuzione della ricchezza. Naturalmente se la produzione è ‘casalinga’ il Know How resta patrimonio dell’azienda. Se viene affidata a terzi diventa patrimonio di altri.
Quali elementi contraddistinguono un prodotto Made in Italy?
Il Made in Italy rappresenta la straordinaria capacità di innovare dell’imprenditoria italiana, che pur operando in un ambiente ostile riesce a realizzare prodotti di alta qualità.
Come si immagina la fabbrica intelligente di domani?
Un fabbrica intelligente è quella il cui management riesce a capire e realizzare quali sono le proprie inefficienze e debolezze, talmente ben strutturata da essere in grado di autocorreggersi e lottare contro le inefficienze.
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