Parlux: innovazione, qualità e Made in Italy
Un’idea “rivoluzionaria”. Un prodotto Made in Italy. E un imprenditore deciso a conquistare il mercato. Ci sono tutti gli ingredienti del successo in Parlux, l’azienda leader nella produzione di asciugacapelli professionali nata alla fine degli Anni 70 per merito di Paolo Parodi, tuttora Amministratore unico della società con sede a Trezzano sul Naviglio, a pochi chilometri da Milano.
Fabbricafuturo.it lo incontra in una mattina d’autunno a margine dell’inaugurazione dell’Accademia Parlux, presso l’Accademia del Benessere della Fondazione Luigi Clerici nella zona Ovest del capoluogo lombardo: è l’ennesima idea innovativa di Parodi, che ci accoglie con la sua ultima creazione tra le mani: nato a marzo 2018, Parlux Alyon è l’asciugacapelli progettato per offrire al professionista il massimo livello di prestazioni, leggerezza, durata e usabilità senza limitare in nessun modo la creatività del parrucchiere. È un prodotto che racchiude in sé tecnologia e conoscenza del mercato e che si affianca alla gamma di asciugacapelli Parlux, ma pure al resto dell’offerta per i parrucchieri: silenziatori, diffusori, caschi, piastre, tosatrici e arricciacapelli.
Successo nato da un ‘rifiuto’
In fondo Parlux Alyon è solo l’ultimo capitolo di una storia imprenditoriale dell’azienda che prosegue con successo da oltre 40 anni: il nuovissimo asciugacapelli ha tutti i valori sui quali Parodi ha puntato sin dalla fondazione di Parlux. “Mi venne l’idea di creare il primo asciugacapelli in plastica perché un tempo esistevano solo prodotti in metallo e nessun produttore stava valutando di costruirne utilizzando altri materiali”, ricorda l’imprenditore, che primo tra tutti sposò il progetto di puntare sulla plastica. “Un materiale ben più sicuro rispetto al metallo, che è un ottimo conduttore di elettricità, con i pericolosi rischi per chi lo impugna”. Quando ebbe l’intuizione Parodi era Direttore delle Esportazioni di un’importante azienda del settore e propose l’innovazione al responsabile dell’organizzazione, che non prese in considerazione la possibilità di sviluppare questa idea innovatrice. Decise dunque di trasformare un rifiuto in un’opportunità, facendo nascere Parlux e il primo asciugacapelli in plastica. A confermare che l’intuizione funzionava, fu la risposta del mercato che quasi immediatamente impose ai produttori di abbandonare il metallo in favore proprio della plastica. All’inizio, però, il successo per l’azienda di Parodi – fondata con il fratello Carlo – non fu così scontato. “È stato faticoso far conoscere il prodotto, perché i distributori (il mercato cui Parlux si rivolge, ndr) non erano disposti ad acquistarlo. Ma i parrucchieri che provavano l’asciugacapelli lo apprezzavano e grazie al loro passaparola siamo cresciuti”, ricorda l’imprenditore. Tanto che oggi Parlux è leader del suo settore in Italia e in altri 15 Paesi, oltre a essere presente in 60 Stati nel mondo (sono oltre 20 milioni gli asciugacapelli venduti), con un fatturato di circa 30 milioni di euro, di cui appena il 30% riguarda il nostro Paese, dove l’azienda copre l’80% del mercato nazionale.Sviluppo prodotto per soddisfare il cliente
Oltre all’innovazione del materiale, Parodi ha voluto puntare, sin dalla fondazione della sua azienda, sulla leggerezza del prodotto, sulla comodità e sulla durata, considerata come “l’aspetto più importante”. Ma c’è anche la scelta di produrre esclusivamente in Italia con componenti rigorosamente Made in Italy, anzi Made in Trezzano sul Naviglio, visto che Parlux si divide esclusivamente nel comune dell’hinterland milanese con lo stabilimento – le linee produttive sono altamente automatizzate e al passo con la tecnologia, capaci di produrre circa 80mila pezzi ogni mese – e con gli uffici per la progettazione, la ricerca e sviluppo e l’amministrazione. “Abbiamo voluto mantenere il prodotto italiano per offrire la massima qualità ai parrucchieri, sposando una filosofia di posizionamento del tutto opposta a chi sceglieva di puntare sul prezzo. La nostra scelta è sempre stata quella di dare il meglio ai clienti, che infatti una volta scelto i prodotti Parlux non li abbandonano più”, spiega Parodi. “Non a caso esistono ancora parrucchieri che richiedono ancora prodotti ideati molto tempo fa e per questo motivo li manteniamo a catalogo”.Verso il passaggio generazionale
Nonostante la concorrenza sleale del web, l’azienda di Trezzano sul Naviglio non demorde e prosegue la sua storia di successo, intrecciata a doppio filo con l’innovazione. Per esempio Parlux Alyon, ci spiega Parodi, “ha una durata del motore di oltre 3mila ore”, contro le tradizionali 2.500, oltre a “una maggiore potenza” e una “migliore distribuzione della temperatura” su tutto l’asciugacapelli. Ma la vera novità di Parlux Alyon è un particolare congegno brevettato che “cattura i capelli nella sua spirale, evitando che questi entrino nell’apparecchio compromettendone il funzionamento”. L’innovazione è merito della divisione ricerca e sviluppo di Parlux, ma nel caso di quella brevettata sull’ultimo prodotto è uno spunto generato dallo stesso Parodi, da sempre impegnato nel risolvere la problematica legata ai capelli che possono entrare nel motore compromettendone il funzionamento. “La mia preoccupazione è mantenere in azienda un clima di condivisione e di piacere di lavorare nell’organizzazione”, spiega l’imprenditore. E a testimoniare come ci sia riuscito, ci sono dipendenti che lavorano con Parodi addirittura dalla fondazione dell’azienda. “Al nostro Direttore del Personale ho dato istruzioni precise di far star bene tutte le nostre persone”. Accanto alle persone ci sono anche le macchine. Grazie all’automazione in produzione, alcuni passaggi un tempo gestiti manualmente sono ora risolti dall’innovazione tecnologica: questo rende possibile produrre, in sicurezza, grandi quantità di apparecchi in un minor tempo lavorativo. Nel 2000, inoltre, sono stati inaugurati un laboratorio interno denominato “parrucchiere robotizzato” e una sala di controllo dove avvengono tutte le verifiche tecniche di prodotto (phon, ma anche piastre, ferri arricciacapelli, ecc.) con l’ausilio di apparecchi robotizzati in continuo movimento che ne simulano il reale lavoro del parrucchiere in salone. L’obiettivo? Monitorare in modo costante il reale funzionamento degli apparecchi, riscontrandone eventuali difetti per migliorarne le prestazioni. Nonostante il fondatore sia ben lontano da voler lasciare la guida dell’azienda, in realtà è già iniziato il passaggio generazionale con la figlia Elisa che conosce molto bene l’organizzazione, nella quale lavora da 16 anni. “Sin da quando andava a scuola, trascorreva l’estate nel customer service, osservando come si riparano gli asciugacapelli, tanto che spesso è lei stessa a proporre la soluzione più efficace per risolvere i problemi tecnici”, dice Parodi.Accademia per formare i futuri professionisti
In attesa che la nuova generazione prenda in mano le redini dell’impresa, il fondatore di Parlux sta già guardando al futuro per restare competitivo sul mercato. È in questa strategia che si inserisce l’Accademia Parlux, ideata per i professionisti, ma dal 2019 rivolta anche ai ragazzi che desiderano diventare parrucchieri, offrendo loro la possibilità di utilizzare nel loro percorso formativo ciò che di meglio offre il mercato. Fondamentale è la partnership con la Fondazione Luigi Clerici, presente nel sistema della formazione professionale da oltre 40 anni, che rivolge l’attività formativa principalmente ai giovani in obbligo di istruzione e ai professionisti in cerca di specializzazione. A coordinare l’accademia è Alessandro Ligorio, Direttore Artistico e Fondatore del gruppo Freehands, che guida l’Accademia Parlux proponendo creatività e stili differenti capaci di rispondere a ogni richiesta di approfondimento e formazione professionale a tutti i livelli. “Sono molto felice di essere parte della formazione di giovani talenti”, dice Parodi. “Sono convinto che la scelta della Fondazione Luigi Clerici come partner è garanzia di corsi di alto livello dove gli studenti raggiungeranno un alto livello di formazione e i professionisti possono partecipare a corsi di indubbio valore per il loro lavoro”.Dario Colombo, laureato in Scienze della Comunicazione e Sociologia presso l’Università degli Studi di Milano, è caporedattore della casa editrice Este. Giornalista professionista, ha maturato esperienze lavorative all’ufficio centrale del quotidiano online Lettera43.it dove si è occupato di Economia e Politica, e nell’ufficio stampa del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane.
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