Oracle allarga i confini con il cloud distribuito
La connettività ha cambiato il modo di comunicare e ha imposto cambiamenti culturali profondi, insieme a metodi di lavoro innovativi. Testimoni di una rivoluzione tecnologica dirompente, le persone stanno avvalendosi sempre di più dell’aiuto di piattaforme, software, sistemi. È una conseguenza il fatto che le aspettative legate alla produttività crescano sempre di più: per esempio, oggi le aziende vogliono avere ambienti cloud situati il più vicino possibile a loro, per questioni di performance, di sovranità dei dati o per fare leva sulle relazioni già in atto con service provider in cui ripongono fiducia.
Ad affermarlo è Giovanni Ravasio, VP & Country Leader Cloud Applications di Oracle, multinazionale del settore informatico, durante l’evento Oracle CloudWorld chiama Italia ospitato nella nuova sede di Oracle di Milano, in cui sono stati condivisi trend, le innovazioni applicative, le strategie e i contenuti dell’evento annuale che si svolge a Las Vegas: “È necessario ascoltare i bisogni del cliente e offrire soluzioni personalizzate. Per questo, ci impegniamo a fornire strumenti applicativi in ambito Business to business, che possano agevolare i processi svolti manualmente, e per questo spesso più lenti e difficili: parliamo, per esempio, di gestione contabile e finanziaria, di Risorse Umane e di customer experience”. In particolare, sono state lanciate diverse nuove applicazioni create appositamente per il settore sanitario.
Aumenta la richiesta di flessibilità
Tra le altre nuove soluzioni, nate per soddisfare le diverse esigenze dei clienti e la crescente domanda di risorse cloud c’è poi Alloy, una piattaforma di cloud infrastrutturale che consente a service provider, system integrator, independent software vendor (Isv) e ad altre organizzazioni – come istituti finanziari od operatori di telecomunicazioni – di diventare loro stessi cloud provider per offrire nuovi servizi ai loro clienti. “Agiamo sulla base di un approccio che si snoda in tre direzioni: un cloud tecnologico sempre più aperto, dal punto di vista di standard e collaborazioni; un’ottica multicloud, perché il cliente possa lavorare bene anche con altri provider, a seconda delle tipologie di lavoro e applicazioni; un cloud distribuito, ovvero portato laddove serve, vicino al cliente”, ha confermato Andrea Sinopoli, VP & Country Leader Cloud Tech di Oracle. La multinazionale ha anche annunciato l’intenzione di aprire nuove cloud region, come quella già in funzione in Italia – a Milano – da quasi un anno: negli Stati Uniti a Chicago, in Serbia e in Messico. Il cloud distribuito su più sedi geografiche, infatti, offre la flessibilità necessaria per accedere ai servizi da qualsiasi luogo, sfruttando ambienti di cloud pubblico, multicloud, e cloud ibrido, e consente di avere attività e dati in cloud all’interno del perimetro nazionale di riferimento: “Ciò significa poter gestire in cloud carichi di lavoro che in precedenza non si potevano governare, a causa di limitazioni legate a prestazioni, sicurezza o costi oppure alle regole sulla localizzazione dei dati”, ha continuato Sinopoli. La richiesta di flessibilità nelle implementazioni cloud sta aumentando a causa di diversi fattori, tra cui la necessità di disporre di connessioni a bassa latenza in infrastrutture collocate in specifici luoghi e le normative per la gestione dei dati sensibili. “Emerge sempre di più l’esigenza di eseguire i propri carichi di lavoro in determinate ubicazioni e nel cloud prescelto; questo anche per gestire in modo sicuro alcuni dati e applicazioni ritenute troppo sensibili”, ha spiegato Sinopoli, che ha poi specificato: “Ma con la nostra nuova offerta, che potremmo definire di ‘Private label cloud’, i nostri partner possono servire settori – come quello pubblico – che vogliono o devono tenere i carichi di lavoro all’interno del Paese dove hanno sede e gestire il loro cloud in modo indipendente e customizzato”. La personalizzazione e il controllo favoriscono le opportunità di business, la scalabilità e le prestazioni, evolvendo velocemente. “Le organizzazioni possono offrire un set completo di servizi cloud, brandizzare e personalizzare l’esperienza per i propri clienti, anche per fornire applicazioni a valore aggiunto, nell’ottica di soddisfare le esigenze specifiche di mercati o settori verticali”, ha concluso Sinopoli.Laureata magistrale in Comunicazione, Informazione, editoria, classe di laurea in Informazione e sistemi editoriali, Federica Biffi ha seguito corsi di storytelling, scrittura, narrazione. Si occupa prevalentemente di tematiche riguardanti la sostenibilità, l’innovazione tecnologica, l’uguaglianza, l’inclusione, anche in ambito digital e social, contribuendo a divulgare contenuti per giornali e siti web. Appassionata di cinema, ha lavorato nell’ambito della comunicazione e collabora con la casa editrice ESTE in qualità di redattrice.