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Nuovamacutlive 2017: la tecnologia a sostegno dell’Industria 4.0

Non è possibile restare al di fuori della quarta rivoluzione industriale. E quelle aziende che non ‘cavalcheranno’ l’onda dell’Industria 4.0 sono destinate a subire importanti ripercussioni sul business. È stato questo uno dei messaggi lanciati dal palco di Nuovamacutlive 2017, ospitato dal Centro Congressi di Bologna e aperto da Sauro Lamberti, Amministratore Delegato di Nuovamacut. Che per l’occasione ha scelto di dare il via ai lavori con un racconto in 3D della storia delle rivoluzioni industriali per arrivare all’ultima, quella quarta di cui ormai si parla con insistenza.

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“L’Industria 4.0 è la parola chiave che raggruppa tecnologie e processi”, ha spiegato Lamberti, precisando che “è proprio ciò che Nuovamacut fa ogni giorno e da tempo ormai”. Ma il vero nodo riguarda la capacità di saper interpretare questo momento di “discontinuità”, motivo per cui è giusto parlare di “rivoluzione” e non di semplice innovazione: “Affrontiamo uno scenario in cui si sta sviluppando un gap tra aziende smart e aziende che non hanno intenzione di investire nelle nuove tecnologie”, ha continuato l’AD di Nuovamacut. Che tradotto significa “gap di competitività” tra le imprese.

Nuovamacut2Sauro Lamberti, Amministratore Delegato di Nuovamacut

Il tema dell’Industria 4.0 non si lega solo al mondo produttivo: anche la vita quotidiana ne è coinvolta. Si pensi al consumo di risorse, con queste ultime destinate a ridursi sempre di più per colpa dell’aumento demografico e degli stili di vita poco eco friendly. “La sfida”, ammette Davide Centomo, Direttore Tecnico di Nuovamacut, “è riuscire a gestire le risorse in modo più efficiente e rendere il sistema in grado di rispondere alle richieste delle persone”. Da qui la necessità del “cambio radicale di prospettiva” che ha condotto alla “nuova rivoluzione industriale”.

Nuovamacut3Davide Centomo, Direttore Tecnico di Nuovamacut

Tre le parole chiave individuate da Centomo per interpretare questo scenario ci sono: “Interoperabilità, digitalizzazione e decentralizzazione”. E queste keyword si legano con le tecnologie in grado di abilitarle: “IoT, Big data, cloud computing, cyber security, Analytics, Augmented reality, Simulation, Additive manufacturing e Autonomous robot”. L’Industia 4.0, dunque, significa “introdurre nuova complessità” e il nuovo tema è come poterla gestire. “Attraverso le tecnologie”, ammette Centomo, “mettendo a fattor comune le competenze e affidandosi a una piattaforma di strumenti e soluzioni in grado di gestire la complessità”.

Nuovamacut4Gian Paolo Bassi, Amministratore Delegato di SolidWorks

Le tecnologie, d’altra parte, sono già pronte per essere utilizzate per interpretare “un’innovazione che sta accelerando sempre di più”, come puntualizza Gian Paolo Bassi, Amministratore Delegato di SolidWorks. Che, come Lamberti, invita a percorrere la strada dell’innovazione: “Perché viviamo in un mondo sempre più complesso, le barriere alla concorrenza si sono abbassate e per vincere la sfida è necessario anticipare la concorrenza e la domanda”. Per sostenere le aziende, SolidWorks si è trasformato da “CAD leader a Piattaforma per l’innovazione”: “È obsoleto lavorare con limitate capacità di collaborazione e quindi serve pensare in termini di piattaforma, cioè l’architettura su cui costruire il nostro futuro”. La piattaforma, infatti, consente di “mettere a sistema gli ecosistemi, per condividere la conoscenza e l’intelligenza”: “SolidWorks vuole essere il partner per l’innovazione”, chiude il suo intervento Bassi.

Nuovamacut5Nicola Parente, Deputy Engineering Director di Fagioli

Passando dalla teoria alla pratica, c’è il caso Fagioli, azienda nata originariamente come impresa di trasporti negli Anni 50 e diventata oggi un importante player mondiale nel mercato del project shipping. Nicola Parente, Deputy Engineering Director di Fagioli spiega alcuni progetti messi a punto dalla sua organizzazione, su tutti quello che ha coinvolto la Costa Concordia. “Subito dopo la tragedia del giglio”, racconta il manager, “ci siamo riuniti per capire quale potesse essere il nostro contributo e abbiamo scelto di inviare un progetto al Registro navale italiano che ha accettato la proposta”. Quindi la messa in esecuzione del piano con “la stabilizzazione della nave con speciali cavi – gli strand jack – che hanno permesso di ancorare l’imbarcazione al fondale nel giro di un mese”. Successivamente, Fagioli ha partecipato e vinto la gara di appalto per la fase di Parbuckling, l’operazione di rotazione della Concordia. Quindi l’azienda ha gestito anche l’ultima fase, quella per rendere la nave in grado di navigare verso Genova per le operazioni di smantellamento. “Anche in questo step sono stati usati gli strand jack che hanno consentito di porre su entrambi lati della nave i galleggianti”, ricorda Parente. Ma l’uso della tecnologia (pure quella più performante e soprattutto innovativa) ha fatto parte della storia di Fagioli anche per altri progetti: “Tra i benefici della tecnologia c’è quello di ridurre sensibilmente l’utilizzo di persone; nel caso della Concordia abbiamo messo a disposizione appena 30 persone”. Una filosofia rispettata anche nel caso della ‘passerella’ dell’aeroporto di London Heathrow: “Il ponte è stato costruito fuori dallo scalo per non interferire con la normale attività e poi in una sola notte l’abbiamo trasportato all’interno e montato”, dice Parente. Oppure, nel progetto per Msc con l’ormai famoso ‘taglio’ della nave per ‘allungarla’ inserendo una nuova sezione al centro dell’imbarcazione. Anche in questo caso è stata decisiva l’innovazione, perché per la movimentazione Fagioli studia costantemente nuove soluzioni da adattare nelle varie situazioni.

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