Miglioramento continuo e senza fine, i benefici del Lean management
A pochi passi dal centro storico dalla città sede di un’università tra le più antiche del mondo, con siti di cultura e pellegrinaggio antichissimi riconosciuti dal patrimonio Unesco, c’è la sede italiana di un’azienda che ha già messo il piede nel futuro. Fondata dall’ingegner Vincenzo De Stefani nel 1976 con il nome di miniGears, è un’azienda metalmeccanica specializzata nella produzione di ingranaggi, in particolare per applicazioni elettriche. Dopo essere stata acquisita nel 2007 dal Gruppo Carraro (la cui holding Carraro Spa è quotata in Borsa), in pochi anni ha subito una serie di acquisizioni e vendite finché, nel 2015, è stata ribattezzata hGears e con altri due plant , uno a Schramberg (Germania) e l’altro a Suzhou (Cina), ha dato vita al Gruppo hGears.
“La forza del Gruppo hGears sta nella condivisione dei medesimi valori: passione per la crescita, spinta innovativa, attenzione alla sostenibilità e adesione a un’identità di gruppo pur mantenendo la nostra unicità”, spiega a Sistemi&Impresa Livio Martello, Plant Manager e General Manager di hGears mentre ci accoglie tra i corridoi dello stabilimento di Padova. La principale caratteristica che differenzia l’azienda padovana dalla sede tedesca (e dalla gran parte dei competitor) è la capacità di combinare la tecnologia della lavorazione dell’acciaio pieno con quella delle polveri sinterizzate per dare vita a ingranaggi e componenti destinati a svariati utilizzi.
Con cautela verso il business dell’elettrico
A oggi, il business di hGears è suddiviso su tre linee: [e]-Mobility, e-Bike ed e-Tools. L’e-Mobility riguarda le trasmissioni legate a veicoli elettrici di qualsiasi tipo, a cui si aggiunge il business legato ai motori tradizionali, in particolare auto sportive e motociclette che continuano a rappresentare una parte importante del perimetro di fornitura dell’azienda. Per l’e-Bike, l’azienda padovana produce componenti di alta precisione come alberi, ingranaggi e ruote dentate per biciclette elettriche. Con il termine “e-Tools” si intendono, invece, gli utensili professionali a batteria che spaziano dal settore gardening a quello degli elettroutensili: hGears offre la forte competenza nella produzione di ingranaggi conici utili alle migliori performance di tutti questi dispositivi.
Ma come mai l’azienda non è ancora riconvertita totalmente al mercato elettrico? “Il business dei motori convenzionali tenderà ad assottigliarsi sempre più, per via dello stop imposto dalla Commissione europea ai motori termici alimentati a benzina e diesel entro il 2035. Tuttavia, il mercato automotive sta vivendo un periodo incertezza, perché le aziende non sono ancora sicure che quella sarà la reale data del phase out ai nuovi motori e quindi la gran parte dei nostri clienti vuole tenersi aperta una porta anche nei confronti della tecnologia odierna, per non rischiare di perdere quote di mercato”, spiega il Plant Manager di hGears. Complice di tanta incertezza, sono gli incentivi dei Governi per l’acquisto di auto elettriche, strumenti in grado di dare un boost improvviso, o una brusca frenata, alle richieste di produzione. “Questo fattore ci richiede di essere sempre più flessibili e di essere pronti a gestire improvvisi carichi di lavoro o altrettanto rapidi fermi produttivi: la nostra prontezza di fronte alle oscillazioni del mercato ci rende ancor più competitivi”, sottolinea Martello.
Tecnologia e competenze al servizio del cliente
Per rimanere competitivi c’è bisogno di grandi investimenti tanto sulle nuove tecnologie – per mezzo di un parco macchine sempre all’avanguardia – ma anche sulle competenze delle persone. “Forse non tutti sanno che un motore elettrico gira decisamente più veloce di un motore endotermico, per cui gli ingranaggi devono avere caratteristiche tecnologiche e di finitura superficiale diversi rispetto a quelli tradizionali. Per essere i massimi esperti del settore, utilizziamo macchine altamente tecnologiche e personale specializzato; per questo motivo, il nostro reparto di Advanced Engineering supporta i clienti fin dalla fase di design (o co-design, per suggerire migliorie in fase di progettazione prodotto), utilizzando software di simulazione al fine di trovare la soluzione più performante per il tipo di utilizzo che devono farne”, spiega il manager.
Oggi hGears conta circa 280 persone di cui 190 blue collar e circa 90 white collar, ma la ricerca di personale è sempre attiva: “Anche noi, come molte altre aziende manifatturiere, siamo sempre alla ricerca di manodopera specializzata; crediamo molto nei giovani e ci accreditiamo presso gli istituti tecnici per accogliere i ragazzi in azienda, sostenendoli nella crescita all’interno di hGears e fornendo loro un percorso di coaching e di affiancamento. Per le figure già formate, invece, il mercato è molto concorrenziale”.
Come le imprese manifatturiere stanno imparando, in quest’epoca, l’intelligenza umana si affianca sempre più a quella artificiale: anche hGears, infatti, si è avvicinata all’Intelligenza Artificiale (AI) per efficientare i processi in azienda, tanto che dal 2023 ha dato vita a una serie di progetti sperimentali nell’area di produzione.
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Lucrezia Vardanega è giornalista pubblicista con esperienza nel mondo della comunicazione digitale. Ha iniziato il suo percorso giornalistico subito dopo la laurea, cominciando a collaborare con vari magazine online e addentrandosi sempre più nelle varie sfaccettature di questo mestiere sempre in divenire. Con uno sguardo attento e curioso sul mondo che la circonda, resta sempre con la mente aperta per rimanere aggiornata e accrescere le sue competenze. Per ESTE collabora su più fronti, sia online sia offline, con una particolare sensibilità verso i nuovi bisogni di un mercato del lavoro in equilibrio tra antiche tradizioni e moderne tecnologie. Nel tempo libero ama leggere, fare trekking sulle Dolomiti, visitare mostre d’arte e camminare a naso all’insù per la sua amata città d’origine, Venezia.
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