Piattaforme tecnologiche. Nuovi processi. E strumenti finanziari. Così la fabbrica diventa smart. Con le persone sempre al centroa cura di Werther RossiniInnovativi modelli di business. Ma anche nuovi posti di lavoro. La quarta rivoluzione industriale è già realtà anche nel tessuto produttivo italiano. Un passaggio reso possibile grazie alla tecnologia digitale e soprattutto all’Internet of Things in grado di connettere prodotti e processi.
L’Industry 4.0 ha pure un altro importante merito: “Finalmente s’è tornati a parlare di manifattura”, come ha spiegato Marco Taisch, Professore di Advanced and Sustainable Manufacturing e di Operations Management del Politecnico di Milano in apertura della tappa di Milano di FabbricaFuturo, il progetto di comunicazione multicanale di Este che mette a confronto le idee, racconta i casi di eccellenza e propone soluzioni concrete per le medie aziende manifatturiere. L’Italia resta un importante player in ambito manufacturing: secondo gli ultimidati disponibili della Banca mondiale, il 15,4% del Prodotto interno lordo del nostro Paese è generato dal manifatturiero; inoltre, secondo l’Istat, questo settore è in grado di sviluppare il settore dei servizi con un fattore pari a 2,5 volte quello manifatturiero. “Non si dimentichi che la Banca Mondiale ha inserito l’Italia come settima forza nel manufacturing”, ha continuato Taisch. Che ha lanciato un appello per “sfruttare questo vantaggio competitivo”.
Per non perdere terreno nei confronti dei competitor, allora, serve puntare l’attenzione sulle tecnologie abilitanti alla base della rivoluzione industriale, come l’IoT che permette la creazione di smart product da cui nasce l’interconnected manufacturing. Che tradotto significa la connessione di prodotti, persone e fabbriche. “L’Industry 4.0”, conclude Taisch, “deve prevedere la pre-senza delle persone, che quindi non spariscono: le macchine non sono destinate a sostituire l’uomo, ma ad aiutarlo a svolgere alcune attività”. Da qui (anche) la creazione di nuovi modelli di business.
Una piattaforma per l’innovazione
Sul fronte dell’infrastruttura tecnologica esistono già le soluzioni utili per trasformarsi in Industry 4.0.
Per esempio Nuovamacut propone una piattaforma per l’innovazione che mette insieme persone, clienti e soluzioni.
“L’innovazione resta la più grande leva per diventare competitivi”, ha spiegato Sauro Lamberti, Amministratore Delegato di Nuovamacut. Che poi ha puntualizzato come “l’innovazione non può avvenire in un giorno, ma serve tempo affinché possa avere un impatto sulla catena del valore”.
Peccato, tuttavia, che nel processo seriale molte aziende non prestino attenzione all’innovazione per mancanza di tempo.
Secondo un’indagine di Nuovamacut realizzata nel periodo 2009-12 e 2015 su 160 titolari e dirigenti d’azienda, rappresentanti di diversi settori, sulla catena del valore è emerso che “le aziende si concentrano troppo sui prodotti”.
Inoltre, pur sapendo che l’innovazione significa maggiore competitività, gli intervistati hanno evidenziato come “durante il processo di progettazione manchi il tempo di esplorare nuovi modi di operare”.
E, hanno ammesso, “se ci fosse il tempo, mancherebbero gli strumenti per la valutazione del rischio”. Altre problematiche, poi, sono state evidenziate nella fase di validazione del progetto: “A causa della mancanza di controllo sul ciclo di vita dei componenti, non siamo in grado di aprire nuovi settori di attività o di offrire determinati componenti con garanzia a vita per ottenere un vantaggio competitivo”, è stata la tesi di titolari e dirigenti d’azienda. Inoltre, riducendo il tempo per la produzione di documentazione si causano ritardi nella progettazione. Quindi il processo è consegnato al settore produzione che non invia alcun feedback al reparto tecnico con la conseguenza che si “creano componenti obsoleti perché la produzione invia ordini ai fornitori dopo che i relativi componenti sono stati modificati”.
La proposta di Nuovamacut, ha precisato Lamberti, è quella di “prendere con anticipo decisioni aziendali migliori per ridefinire il processo del valore”: “Il nostro impegno prevede la riduzione dei costi operativi, il miglioramento della posizione di mercato e il supportare la crescita e la realizzazione di un valore maggiore”, ha aggiunto l’AD di Nuovamacut. Che poi conclude dicendo: “I processi operativi sono importanti per l’azienda, perché comportano un elevato impiego di capitale. Ma prestare maggiore attenzione allo sviluppo del prodotto può facilitare i processi operativi”.
Macchine 4.0: la rivoluzione dell’industria
La nuova frontiera dell’ottimizzazione e dell’efficienza dei processi produttivi è la Macchina 4.0: è grazie alle tecnologie IoT che le macchine diventano smart e consentono di trasformare i dati in informazioni e conoscenza, permettendo anche alla Pmi di implementare paradigmi dello Smart Manufacturing. Della IoT, molti si concentrano sulla ‘internet’, ma tralasciano le ‘things’, i prodotti, ha fatto notare Jacopo Cassina, Amministratore Delegato di Holonix.
“Se il prodotto fosse intelligente, si ricordasse la sua storia e sapesse interagire con i processi industriali come la produzione, la logistica e la manutenzione, allora cambierebbero le regole del business”, è stata la tesi del manager che punta l’attenzione sulla “conoscenza dell’intero ciclo di vita” per avere sempre chiari tutti i dettagli del processo.
“Bisogna chiedersi cosa possa fare l’IoT per le aziende”, ha specificato Cassina, “ed è per questo che Holonix ha progettato e realizzato i-LiKe Machines, la suite che consente il monitoraggio da remoto delle macchine industriali”.
“La soluzione ha due aspetti”, ha proseguito l’AD di Holonix, “una per l’utilizzatore della macchina e una per il costruttore di quest’ultima: il primo può ricevere gli allarmi e i dati di utilizzo in tempo reale da cui derivano statistiche e report; il secondo, invece, può, per esempio, verificare la geolocalizzazione del suo parco macchine e lo status delle stesse offrendo una migliore gestione dei pezzi di ricambio e della manutenzione”.
Dalla macchina intelligente, dunque, si passa alla fabbrica intelligente che “offre un sistema personalizzato e costruito ad hoc sulle esigenze e le specifiche di ogni realtà, registra i dati delle ‘cose’ in una visione prodotto-centrica, aumenta il valore percepito e consente la creazione di un prodottoservizio unico e senza precedenti”.
“La mission di Holonix”, ha precisato Cassina, “è proprio quella di creare soluzioni personalizzate e adattabili alle esigenzedi ogni realtà, affiancandole e supportandole nella creazione di prodotti sempre più affidabili”.
Verso l’intelligenza distribuita
La nuova rivoluzione industriale che comporta innovazione di prodotto e di processo impone che le aziende siano sempre più smart, ossia più agili, flessibili e collaborative, al fine di poter rispondere al meglio alle esigenze di un mercato sempre più competitivo e perturbato. La risposta di sedApta è l’introduzione dello smart planning, che evolve i tradizionali strumenti per il Supply Chain Management grazie ad un innovativo approccio denominato O.S.A. (Orchestrator, Support, Analytics).
La gestione di questo cambiamento presuppone l’utilizzo di adeguati strumenti per il change management che devono coinvolgere la razionalizzazione dei processi di supply chain, come ha evidenziato Paolo Campo, Vice President di sedApta, che ha lanciato un appello affinché siano i fornitori di tecnologie a introdurre gli strumenti smart che possano offrire un controllo più ampio dei processi. “La sfida è portare concetti innovativi di intelligenza distribuita”, ha detto Campo, secondo cui è ora di “rendere i processi intelligenti attraverso la comunicazione reticolare, la sincronizzazione dei processi e la collaborazione continua degli utenti”.
SedApta propone al mercato “una nuova visione dei processi di gestione, decisione e governo di supply chain estese, rivoluzionando l’attuale utilizzo delle tecnologie informatiche, attraverso una loro estensione trasversale orientata ai processi invece che alle funzioni”. La sedApta Suite, infatti, spiega il manager, “supporta i processi decisionali dei clienti rispetto alla necessità, particolarmente accentuata in questo periodo di crisi, di ‘navigare a vista’, aumentando il controllo su tutta la supply chain attraverso strumenti in grado di analizzare il passato, visualizzare il presente e prevedere differenti scenari nel futuro, con un approccio matematico euristico simulativo e collaborativo”.
L’innovativo approccio O.S.A. della sedApta Suite permette di gestire il processo di change management in modo efficace ed efficiente, trasformando le nuove sfide dell’Industry 4.0 in opportunità di crescita e miglioramento continuo: “In questo modo innovativo è possibile realizzare una soluzione che oltre ad attuare le funzionalità, permette di migliorare i processi di supply chain che nella rete logistica distributiva vengono analizzati e ridisegnati tramite notazione standard BPMN 2.0. Ogni task è associato a un ruolo aziendale, dati di ingresso e di uscita ed eventuali regole di esecuzione”.
Ripensare al processo di sviluppo prodotto
Sempre restando in tema di supply chain, un nuovo spunto è offerto da K2Innovation che propone l’Engineering Supplier Portal (ESP) per la gestione dei fornitori che operano in co-design a livello mondiale. Il portale, come ha illustrato Edoardo Collalto, Systems Integration Manager di K2Innovation, consente ai fornitori la gestione delle attività e la condizione in modo semplice e sicuro con l’azienda di tutta la documentazione tecnica di prodotto. L’azienda può così monitorare attraverso semplici dashboard lo stato di avanzamento dei progetti affidati ai fornitori mediante misure oggettive su complemento dei task e larealizzazione degli elaboratori, garantendo sempre la sicurezza e la riservatezza richieste in un ambiente altamente competitivo e in integrazione con il sistema PLM enterprise già presente in azienda. “Il sistema è in grado di permettere la condivisione delle informazioni garantendo la non violazione della proprietà intellettuale”, ha precisato Collalto. Secondo il quale l’ESP garantisce all’azienda una maggiore tempestività nella raccolta delle informazioni, migliore accuratezza e notevoli risparmi del tempo dei propri addetti che possono così dedicarsi alle attività a valore aggiunto.
Maurizio Dall’Olio, Amministratore Delegato di K2Innovation, ha puntato l’attenzione sullo Sviluppo prodotto, considerato una “delle aree della manifattura meno conosciute eppure cruciale”: “Il prodotto non viene realizzato in modo esclusivo dagli addetti alla progettazione e dall’ufficio tecnico, ma è uno sforzo corale cui contribuiscono in modo diverso molte funzioni aziendali”. Peccato, però, ha fatto notare il manager della società di consulenza specializzata nei servizi di PLM, “molto spesso le iniziative di analisi e reingegnerizzazione dei processi condotti a livello corporate delle più titolate società di consulenza mondiale‘saltano’ quest’area perché la considerano troppo difficile e troppo specifica dell’azienda”. Eppure, secondo Dall’Olio è qui che “risiede il maggior valore competitivo di un’azienda manifatturiera”.
K2Innovation propone dunque un focus sui processi per analizzare “come le aziende li definiscono e in alcuni casi li ri-definiscono”: “Chi implementa sistemi di PLM lo fa partendo dalla volontà di acquistare il miglior prodotto e quello più adatto alle proprie esigenze e quindi lo adatta al processo, senza dedicare abbastanza tempo preventivamente all’analisi del processo”. Ecco perché Dall’Olio propone l’analisi del processo di sviluppo prodotto da cui “far derivare una mappa e un input per le verifiche”; solo successivamente viene proposto all’azienda l’eventuale “modifica dei sistemi informativi o l’introduzione di una soluzione PLM concentrandoci sulle esigenze delle aziende”.
Le persone al centro della rivoluzione
La quarta rivoluzione industriale ha inevitabilmente anche una ripercussione in ambito sociale-organizzativo di vasta portata, portando con sé una profonda innovazione culturale. “Oggi si parla della contrapposizione tra uomo e robot, ma in realtà si trat-ta delle due facce della stessa medaglia”, ha spiegato Luca Gelmetti, Head of Operations Division di Cegos Italia, smentendo quel mito secondo cui in un domani molto prossimo la fabbrica sarà gestita solo da un uomo e da un cane: il primo darà da mangiare al secondo, mentre l’animale controllerà che l’altro non si avvicini ai robot presenti in produzione. La persona, contrariamente a quanto si possa immaginare, resta al centro della rivoluzione e per questo è fondamentale aiutarla nella gestione durante la transizione verso il nuovo modello: tuttavia, le risorse si troveranno in una continua evoluzione professionale perché le competenze necessarie e i modelli organizzativi cambieranno sempre più rapidamente nel futuro.
Nella smart factory, infatti, ci sarà bisogno di nuove capacità: “Le persone dovranno possedere un pensiero interdisciplinare”, è la tesi di Gelmetti che propone un approccio sistemico integrato per orientare le risorse umane di oggi verso il nuovo modello produttivo, dove virtualizzazione, digitalizzazione, big data, cyber physical systems, zero waste disign ed energy efficiency rappresenteranno lo standard mondiale.
“Gli elementi fondamentali sono sei: l’orientamento al cliente, la modularità, la capacità dinamica, la comunicazione interfunzionale, la virtualizzazione e la decentralizzazione”, ha continuato l’Head of Operations division di Cegos Italia. Che poi ha aggiunto il concetto di “velocità”: “Non sarà più il pesce grosso a mangiare quello piccolo, ma il più veloce a vincere sul lento”.
Il modello di Cegos Italia – R.D.E. Model (Rating, Design, Execution) – prevede la misurazione del livello di Industry 4.0 posseduto dall’organizzazione, la progettazione e la condivisione dell’intervento, quindi la realizzazione del progetto.
“L’obiettivo”, secondo Gelmetti, “è che qualsiasi elemento ragionato e implementato all’interno dell’organizzazione sia contestualizzato e allineato ai concetti dell’Industry 4.0”. Oggi, proprio grazie alla quarta rivoluzione industriale “esistono tutti gli elementi per gestire la smart factory”.
Gli strumenti per finanziare l’innovazione
Industry 4.0 significa anche nuove forme di finanziamento per le aziende e i loro progetti di ricerca e innovazione. A illustrarli è stato Fiorenzo Bellelli, presidente di Warrant Group, secondo il quale “ci troviamo all’inizio di un percorso” e gli aiuti economicia supporto dei processi di ricerca e innovazione (finanziamenti regionali, nazionali e comunitari 2016) “saranno utilizzati” anche se al momento è necessario diffondere la conoscenza di questi strumenti. “Sono stati introdotti in Italia grazie alla Finanziaria 2014”, ha continuato Bellelli, “e quindi c’è bisogno ancora delle circolari che traducano in pratica le indicazioni scritte”.
Nonostante lo consideri un “percorso a ostacoli”, il presidente di Warrant Group si è detto fiducioso sul futuro: “Come tutte le novità presto usciranno chiarimenti in merito e sono certo che nell’arco di un anno i nuovi strumenti saranno pienamente utilizzati”. Giusto per dare un’idea dei finanziamenti in campo, basti pensare a quelli di Horizon 2020, il più grande programma mai realizzato dall’Unione europea per la ricerca e l’innovazione, che ha messo in campo 80 miliardi di euro in grado di portare innovazioni, scoperte e risultati rivoluzionari trasferendo grandi idee dal laboratorio al mercato.
In questo percorso, Warrant Group è al fianco delle aziende attraverso un portale per tracciare innovazione e sviluppo delle imprese che stanno prendendo in considerazione di entrare nel progetto Horizon 2020: “Abbiamo una squadra di tecnici che sono in grado di comprendere i progetti delle aziende e per trasferire il modo di fare innovazione dialogando con i clienti, imprenditore compreso. L’obiettivo è fornire il sostegno dall’inizio alla fine del progetto”, ha continuato Bellelli.
“Gli aiuti riguardano anche la creazione del prototipo e degli impianti pilota e la creazione di una linea di produzione del prodotto, assistiti anche da finanziamenti a tasso agevolato della Bei con garanzia Fei e della Cassa depositi e prestiti”. L’insieme degli strumenti finanziari adottati è in grado di coprire l’intero ciclo dell’innovazione e della ricerca partendo dalla ricerca di base fino ad arrivare al finanziamento delle linee di produzione. Bellelli, inoltre, ha sottolineato il fatto che una volta ottenuta la delibera, sia per i contributi a fondo perduto sia per i finanziamenti agevolati, occorre avere una corretta gestione della rendicontazione delle spese per avere la garanzia di poter incassare i finanziamenti deliberati.
Risulta dunque evidente che è fondamentale e necessario essere partner dell’impresa dal momento in cui parte l’idea progettuale fino al momento in cui si realizza il prodotto oggetto della ricerca.