Il piano Industria 4.0 incoraggia investimenti in tecnologia e in nuovi strumenti che possano traghettare le nostre imprese verso un futuro all’insegna di un incremento della produttività e maggiore competitività. Gli incentivi non mancano e molte aziende hanno già mosso i primi passi per rinnovare la propria infrastruttura di competenze, strumenti e risorse che permetteranno di raggiungere obiettivi di business sempre più sfidanti.
Il rischio della corsa all’innovazione di prodotto e di processo incoraggiata dai seppur deboli segnali di ripresa degli indicatori economici, è però quello di perdere di vista un obiettivo altrettanto fondamentale per lo sviluppo di uno scenario competitivo forte e stabile: la sostenibilità.
Oggi il dibattito sugli impatti ambientali e sociali delle scelte di governance delle imprese è sempre più acceso e il peso dell’ecologia del business grava sulle iniziative di tutte le aziende, dalle multinazionali alle micro-imprese che operano in un determinato contesto territoriale, ciascuno con le proprie specificità.
Economia circolare, social business e responsabilità sociale sono solo alcuni dei temi che manager e imprenditori devono tenere in considerazione per pianificare una strategia di sviluppo che tenga conto degli impatti a medio e lungo termine sulla comunità che ospita le imprese, che devono farsi ambasciatrici di una sensibilità che superi gli obiettivi economici trimestrali e rivolga uno sguardo alle eredità che il loro operato consegnerà alle nuove generazioni.
Per sensibilizzare la comunità economica e portare al centro del dibattito il tema della sostenibilità delle imprese 4.0, Confindustria ha assunto un impegno concreto, elaborando e diffondendo un Manifesto articolato in 10 punti che si rivolge, come spiega il sottotitolo, alle “imprese che cambiano per rendere il paese più sostenibile“.
Secondo un’indagine di Confindustria svolta su circa 1.500 imprese, oltre il 40% dichiara di integrare la sostenibilità al proprio core business. L’obiettivo di medio termine è far sì che la percentuale cresca e la cultura del ‘business sociale’ entri a far parte del DNA del nostro tessuto imprenditoriale.
I dieci punti del Manifesto
1-Promuovere la consapevolezza
Aumentare la consapevolezza dei problemi sociali e ambientali che hanno maggiore impatto per le imprese italiane
2-Incidere sulla governance
Promuovere l’integrazione della sostenibilità nella governance di impresa nella logica di migliorare la competitività
3-Sostenere l’innovazione
Promuovere l’innovazione dei modelli di business e lo sviluppo di strategie aziendali orientate verso i SDGs (Sustainable Development Goals) anche attraverso la raccolta e la diffusione di best practice
4-Promuovere la formazione
Sviluppare programmi di formazione sulla sostenibilità, sulle caratteristiche dell’agenda 2030 e dei SDGs e coinvolgere le associazioni territoriali e le categorie produttive attraverso la messa a punto di strumenti e iniziative volte a valorizzare i casi di successo e a favorire l’ingaggio delle imprese nella logica di migliorare la competitività del sistema industriale italiano.
5-Sostenere l’integrità
Sostenere e promuovere l’adozione di politiche e sistemi di gestione volti ad assicurare l’integrità dei comportamenti e il contrasto alla corruzione
6-Individuare adeguati strumenti di politica economica
Proporre alle istituzioni forme di incentivazione non opportunistiche per le impreseche adottino buone pratiche di Rsi
7-Favorire la ricerca
Orientare le iniziative di sostegno alla ricerca – pubblica e privata – verso soluzioni che diano risposta ai problemi dello sviluppo sostenibile e che favoriscano nuovi modelli di business
8-Strategia Nazionale
Richiedere al Governo un impegno costante per il raggiungimento degli SDG sattraverso l’implementazione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, creando tavoli di lavoro congiunto e garantendo un impegno efficace e continuo
9-Consolidare le partnership
Promuovere lo sviluppo di partnership pubblico-private, e con il terzo settore, attraverso azioni di sensibilizzazione e informazione verso le imprese associate, per favorire l’innovazione e la creazione di valore condiviso
10-Cultura della sostenibilità
Incoraggiare le scuole, le Business School e le Università a sviluppare una cultura della sostenibilità come modello di comportamento per le imprese
Una vera e propria chiamata che l’associazione rivolge agli imprenditori, chiamati a farsi promotori di uno sviluppo industriale per cui la sostenibilità ambientale e sociale rappresenti un asset strategico e non uno sterile impegno dettato da ragioni di compliance. Le imprese possono rappresentare lo stakeholder trainante che, all’interno del territorio in cui operano, si facciamo prima ambasciatrici di un nuovo modello di sviluppo, che possa contrastare disparità sociali e nefasti impatti ambientali e contribuisca a diffondere una cultura di promozione della responsabilità sociale d’impresa.
A testimonianza dell’importanza del ruolo delle imprese come innovatori sociali e propulsori del cambiamento orientato alla sostenibilità, in Confidustria esiste un apposito Gruppo Tecnico, incaricato di divulgare la tematica mediante una serie di iniziative associative. Un esempio tra le attività promosse è il road show organizzato presso le sedi territoriali e le associazioni di categoria che partirà nei prossimi mesi.
A presiedere il Gruppo Rossana Revello che dichiara “La responsabilità sociale d’impresa rappresenta un asset strategico per le politiche industriali. Dobbiamo contribuire a creare una nuova cultura d’impresa innovativa, sostenibile e interconnessa“.