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Legge sull’AI: norme e risorse per l’adozione della tecnologia

butti AI

Un aspetto essenziale per il successo della Strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale (AI) è costituito dalla conversione in legge del Disegno di legge (Ddl) sull’AI, che fornisce un quadro legislativo che supporta lo sviluppo e l’adozione delle tecnologie, nonché le risorse necessarie a perseguire gli obiettivi nelle quattro aree di intervento delineate dalla stessa (Ricerca, Pubblica Amministrazione – Pa, Formazione, Aziende); ma anche dalla sinergia con altre iniziative governative attualmente in corso, come il Piano Transizione 5.0.

Il Ddl sull’AI, approvato dal Governo il 23 aprile 2024 e attualmente in iter parlamentare di conversione in legge, rappresenta un importante complemento alla strategia AI nazionale. Il Ddl promuove, infatti, un uso antropocentrico dell’AI, garantendo trasparenza, proporzionalità, sicurezza e protezione dei dati personali. Inoltre, include misure per evitare discriminazioni e garantire l’accesso alle tecnologie di AI alle persone con disabilità. Prevede poi misure specifiche per l’uso dell’AI in ambito di sicurezza nazionale e cybersicurezza, garantendo la resilienza dei sistemi di AI contro i tentativi di alterazione.

L’Osservatorio sull’adozione dell’AI nel mondo del lavoro

Nel Ddl, l’AI è promossa come strumento per migliorare il sistema sanitario attraverso progetti di prevenzione, diagnosi e cura delle malattie, garantendo peraltro l’inclusione e la sicurezza dei dati. L’AI costituisce anche una leva molto importante per migliorare le condizioni di lavoro, tutelare l’integrità psicofisica dei lavoratori e accrescere la qualità delle prestazioni lavorative: a tal fine nel Ddl è proposta l’istituzione di un Osservatorio sull’adozione dell’AI nel mondo del lavoro.

Un altro importante ambito di applicazione indirizzato dal Ddl è quello della Pa: questa è incoraggiata a utilizzare l’AI per incrementare l’efficienza e la qualità dei servizi, garantendo trasparenza e tracciabilità. Per i temi trasversali della Formazione e Educazione, il Ddl prevede percorsi di alfabetizzazione e formazione sull’IA, potenziamento delle competenze Science, technology, engineering and mathematics (Stem) e valorizzazione delle attività di ricerca e trasferimento tecnologico in materia di AI.

Il Ddl fa riferimento a idonee misure di sostegno economico, che includano investimenti per supportare lo sviluppo di imprese operanti nei settori dell’AI, cybersicurezza e calcolo quantistico, con un focus sulla creazione di poli di trasferimento tecnologico. Sotto questo profilo, un’importante integrazione alla strategia nazionale è rappresentata dal recente piano industriale di Cdp Ventures, che prevede la creazione di un fondo di 1 miliardo di euro dedicato alla crescita del settore AI. Questo fondo è articolato in tre ambiti specifici: 120 milioni di euro dedicati al trasferimento tecnologico, anello di congiunzione tra ricerca universitaria e mercato; 580 milioni di euro di investimenti in startup con applicazioni settoriali per rafforzare gli attori già esistenti: 300 milioni di euro di investimenti in aziende mature pronte a scalare all’estero e diventare i futuri campioni nazionali. Queste risorse mirano ovviamente a supportare l’attuazione della strategia nazionale per l’AI, promuovendo la crescita del settore e favorendo l’innovazione.

L’AI a sostegno della Transizione 5.0

Il Piano Transizione 5.0, finanziato con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e in fase di prossima approvazione, mira a dare ulteriore impulso alla modernizzazione dell’industria italiana attraverso l’adozione di tecnologie avanzate, tra cui l’AI. Transizione 5.0 è ispirato dal paradigma di Industria 5.0 basato sui tre pilastri di umano-centrismo (le persone e il loro benessere al centro), resilienza (imprese più adattabili e resilienti di fronte ai cambiamenti e alle crisi, vedi pandemia) e sostenibilità (tutela dell’ambiente e riduzione delle emissioni di anidride carbonica).

Transizione 5.0 nasce dall’unione di due importanti aree di cambiamento: la transizione digitale e la transizione ecologica. La prima riguarda l’adozione di tecnologie avanzate, come l’AI, il Cloud computing, l’Internet of Things, la Robotica, la Blockchain, che consentono di migliorare l’efficienza, la qualità e la competitività dei processi produttivi; la seconda riguarda il passaggio da un modello di sviluppo lineare e basato sui combustibili fossili a uno circolare e basato sulle fonti rinnovabili, che valorizza il riciclo, il riuso e la rigenerazione delle risorse. L’AI, in questo contesto, può svolgere un ruolo cruciale nello sviluppo di soluzioni innovative per la gestione delle risorse energetiche, la riduzione delle emissioni di carbonio e l’ottimizzazione dei processi produttivi, contribuendo significativamente alla transizione verso un’economia più verde e sostenibile. Complessivamente i Fondi disponibili ammontano a 6,3 miliardi di euro così distribuiti: 3,78 miliardi per investimenti finalizzati all’efficientamento energetico; 1,89 miliardi per agevolare autoconsumo e autoproduzione; 630 milioni per la formazione.

Il piano prevede incentivi fiscali per gli investimenti effettuati nel 2024 e nel 2025 che comportino un risparmio energetico almeno del 3% a livello di stabilimento o del 5% per il processo produttivo interessato. Il tetto massimo degli interventi agevolabili è di 50 milioni di euro; il credito di imposta è fino al 63% per impianti da fonti rinnovabili e impianti fotovoltaici per l’autoconsumo che rientrano nel progetto di investimento e fino al 45% per la formazione del personale.

DDL, industria 4.0, Intelligenza Artificiale


Luca Manuelli

Direttore dell’Osservatorio di AI Generativa promosso da Unimarconi