La stampa 3D nell’artigianato. Opportunità e modelli di business
L’Additive Manufacturing viene proposta come una tecnologia in grado di cambiare profondamente l’assetto industriale nell’immediato futuro, ma la piccola e media impresa ne sembra essere ancora molto distante. In questo articolo, gli autori presentano i risultati di un questionario volto a comprendere il grado di conoscenza, le modalità di applicazione e le principali barriere legate alla nuova tecnologia dirompente
di Vittorio Zanetti, Sergio Cavalieri, Matteo Kalchschmidt, Roberto Pinto
La manifattura digitale
Essere in grado di sviluppare prodotti e servizi altamente personalizzabili. È quanto oggi viene richiesto alle aziende per rimanere competitive in un contesto di domanda sempre più volatile e difficile da prevedere. Tra le leve strategiche che meglio rispondono a questa necessità di customizzazione, le tecnologie di manifattura digitale ricoprono un ruolo cruciale nell’abilitare una produzione on demand. L’Additive Manufacturing, per molti conosciuto anche come Stampa 3D, non solo sta mettendo in discussione le tecnologie tradizionali, sottrattive e formative, ma anche i modelli di business e il ciclo di vita dei prodotti e le configurazioni di filiera. La tecnologia però non ha ancora raggiunto la maturità e non garantisce la robustezza dei processi di fabbricazione tradizionali, tanto da essere utilizzata quasi esclusivamente per la prototipazione rapida, termine con cui era conosciuta già più di 30 anni fa. Analogo ragionamento può esser fatto per i materiali, la cui scelta è limitata, e per i macchinari, che non solo presentano problematiche di integrazione nei processi produttivi, ma che richiedono anche presidi onerosi.Le opportunità per la Pmi
Le grandi società di consulenza strategica riportano frequentemente casi applicativi di successo dell’Additive Manufacturing in settori come l’aerospaziale, il militare, il fashion e il biomedicale. In questi ambiti, presidiati da grandi imprese e multinazionali, il design mirato e la personalizzazione sono fattori critici e i vantaggi della fabbricazione additiva sono dunque evidenti. Allo stesso tempo i media dimostrano grande interesse nei confronti del mondo dei makers e del do-it-yourself, ma anche dei FabLab e dei centri di servizio per la prototipazione. I costi delle stampanti 3D, in particolare quelle che sfruttano la tecnologia a fusione di filamento plastico, sono infatti accessibili e consentono al consumatore di diventare produttore senza ingenti barriere all’ingresso. Tra il mondo dell’impresa e dell’autoproduzione inoltre, sono nate esperienze di ‘Artigianato Digitale’, una sorta di botteghe rinascimentali moderne dove la tradizione manuale incontra tecnologie di frontiera, come per esempio nei settori dell’oreficeria e del calzaturiero. Tuttavia, una scarsa attenzione – mediatica e accademica – viene riservata alla micro, piccola e media impresa (Mpmi), che è proprio dove si focalizza l’attenzione della ricerca in oggetto.Obiettivi e metodologia della ricerca
Dall’analisi della letteratura svolta emerge la mancanza di un quadro completo di vantaggi e svantaggi legati all’adozione della tecnologia nell’ottica delle Mpmi industriali, artigiane e commerciali. Le testimonianze sono spesso legate a degli scenari futuribili più che all’implementazione fattuale e consolidata delle tecnologie, e presentano spesso un taglio tecnico che trascura aspetti gestionali importanti. L’indagine, patrocinata da Bergamo Sviluppo – Azienda Speciale della Camera di Commercio – è stata condotta dal Digip (Dipartimento di Ingegneria Gestionale, dell’Informazione e della Produzione) dell’Università di Bergamo in collaborazione con il Consorzio Intellimech, e si articola in cinque interrogativi di ricerca: 1) Qual è il grado di conoscenza e di interesse nei confronti delle tecnologie avanzate? 2) Quali sono il grado e la modalità di utilizzo delle tecniche di stampa 3D? 3) Che criticità si sono riscontrate e quali benefici si attendono dalla loro implementazione? 4) Su quali tematiche le aziende chiedono interventi formativi? 5) Esistono correlazioni tra il profilo anagrafico delle aziende e la loro sensibilità alle tematiche di innovazione? L’approccio adottato è di tipo esplorativo e consiste nella predisposizione di un questionario – principalmente a domande chiuse – volto a valutare il grado di conoscenza, interesse e applicazione della stampa 3D. Il questionario è stato sottoposto sia via mail sia durante delle interviste condotte direttamente in alcune aziende. Per leggere l’articolo completo (totale battute: 16000 circa – acquista la versione .pdf scrivendo a daniela.bobbiese@este.it (tel. 02.91434419)additive manufacturing, stampa 3D, stampa 3d artigianato, stampa 3d pmi