La rivoluzione che governerà l’ICT: l’Internet delle Cose
Quanto potrebbe valere oggi il mercato dell’Internet di tutte le cose?
Tanto, tantissimo, se solo pensiamo che, nel suo complesso, l’economia dell’Internet delle Cose potrebbe sfiorare i 613 miliardi di dollari (solo nel 2013), secondo una ricerca di Cisco.
La rivoluzione dei Big Data, esplosa con l’utilizzo sempre più esteso dei social network e con l’arrivo e la diffusione dell’IoT (Internet of Things) permette per la prima volta alle aziende di ricercare e scoprire nuove opportunità attraverso l’analisi dei comportamenti di acquisto dei clienti, della valutazione della percezione dei propri brand e prodotti, della valutazione del servizio alla propria clientela.
L’Internet di Tutto rappresenta per le organizzazioni del futuro un’economia potenzialmente enorme, quella che Cisco, in uno studio che ha censito 7.500 fra manager e responsabili IT, calcola poter raggiungere quota 14,4 trilioni di dollari entro i prossimi 10 anni.
IDC si aspetta che l’installato base di IoT ammonterà a circa 212 miliardi di oggetti globalmente per la fine del 2020, che comprenderanno circa 30 miliardi di oggetti autonomamente connessi. Si tratterà principalmente di sistemi intelligenti per la raccolta di dati, sia in ambito consumer, sia in ambito enterprise.
Secondo una notizia riportata dall’ANSA, il colosso Google sosterrebbe che tra pochi anni sarà possibile azionare i comandi secondari dell’auto, come la regolazione del climatizzatore o l’apertura e la chiusura dei vetri elettrici, senza toccare manopole o interruttori, ma facendo un semplice gesto con la mano. Google ha infatti brevettato un sistema che sfrutta i segnali provenienti da una telecamera 3D e da altri sensori e che, leggendo il movimento della mano, attivano il comando. Nel documento depositato presso l’Ufficio Brevetti degli Stati Uniti, Google associa in questa prima ‘release’ sette gesti: muovendo la mano nella zona del climatizzatore verso l’alto si aumenta la velocità della ventola, muovendola verso il masso si diminuisce, muovendola verso destra si aumenta la temperatura e verso sinistra si abbassa. Un gesto ad onda verso avanti fa invece spostare il sedile del guidatore verso il cruscotto. Spostando l’area d’azione della mano si ottiene invece l’apertura del vetro del guidatore o la sua chiusura.
Il concetto di Internet delle cose entrò nei dibattiti della comunità informatica al termine del secolo scorso. A voler essere precisi dal 1999, quando Kevin Ashton, fondatore degli Auto-ID Labs del MIT, tenne un meeting con i vertici della Procter & Gamble. In quell’occasione Ashton mise in evidenza come la quasi totalità delle informazioni presenti su Internet fosse opera dell’uomo. Oggi questo paradigma sta lentamente cambiando aprendo le porte a un mondo in cui non sarà più l’uomo a inserire le informazioni in rete ma le macchine stesse.
L’Internet delle Cose rappresenta un nuovo paradigma del mondo ICT che sta interessando sempre di più i vendor, i service provider e i system integrator dal momento che racchiude un forte potenziale per nuovi flussi di fatturato e nuovi clienti.
Secondo Agostino Santoni, Amministratore Delegato di Cisco Italia, ad avvantaggiarsi in questo nuovo scenario saranno aziende di ogni settore. “In vari casi nel mondo, vediamo imprese che si stanno muovendo perché hanno già compreso l’importanza di affrontare con una visione unitaria i fenomeni che preparano l’avvento dell’Internet of Everything”.
Cisco prevede l’avvicendarsi di grandi opportunità tese a valorizzare gli asset già esistenti in azienda, grazie a nuove connessioni che si potranno creare fra di essi, ai dati che si otterranno, per generare nuove opportunità ma anche per ottimizzare i modelli operativi, la produttività dei processi e delle persone.
Dagli studi Cisco è emerso che il settore manifatturiero sarà uno di quelli maggiormente impattati dai vantaggi che promette l’Internet delle Cose e l’Internet of Everything.
“È un settore ‘principe’ per l’automazione industriale e le reti industriali – spiega Santoni –. Esse diventeranno pienamente parte della Rete globale. Di fatto, abbracciare nel tempo l’Internet of Everything significa realizzare pienamente la ‘smart factory’ con tutti i suoi vantaggi. C’è un enorme potenziale di crescita nello sfruttamento di queste tecnologie: sensori intelligenti connettono macchine intelligenti fra di loro, incorporano dati da applicazioni di business, permettono di fornire informazioni in modo intuitivo per tutti, dagli operai ai manager”.
Agostino Santoni, Cisco, internet delle cose, Internet of Things, Manifatturiero