La persona al centro del problema lavoro
Mai come in momenti di crisi sarebbe opportuno prestare attenzione agli strumenti che ci sono, e con facilità e rapidità possono essere messi in atto, per aiutare coloro che devono lasciare il posto di lavoro a trovare una nuova occupazione. Le opportunità, anche in contesti di economia poco florida, ci sono. Bisogna saperle cogliere, però. Per questo è sconsigliabile fare da sé. In questo articolo gli autori ci presentano una fotografia del mercato del lavoro e ci raccontano di come potrebbe essere più semplice dare maggiore impulso a questo mercato.
A cura di:
Cetti Galante, Ad di Intoo e Angelo Salvatori, Senior Advisor di Intoo
Sappiamo tutti come sia critica oggi la situazione del mercato del lavoro in Italia. Il prodotto interno lordo (Pil) non cresce da molti anni, al contrario il debito pubblico cresce a causa dello scarso controllo delle spese e per i pagamenti degli interessi molto alti causati dallo spread troppo elevato. Conseguenza diretta di questo quadro economico è una forte contrazione dei posti di lavoro.
Nel corso del 2012, il governo tecnico ha varato una riforma del mercato del lavoro che, pur nelle sue limitazioni e contraddizioni, potrebbe aprire nel medio termine nuove prospettive occupazionali. Inoltre, negli ultimi tempi, le imprese hanno mostrato una maggiore sensibilità sociale rispetto al passato, utilizzando strumenti che stanno acquisendo un ruolo fondamentale nella gestione delle inevitabili ristrutturazioni, dovute alla spinta della crisi globale.
Tra questi strumenti, le tecniche di supporto alla ricollocazione professionale (outplacement) hanno trovato un ampio riconoscimento sia all’interno di una nuova legge sia nella considerazione dei maggiori giuslavoristi italiani, e anche di una buona parte del sindacato.
Il processo di outplacement si inserisce, di diritto, nelle moderne procedure del welfare to work (politiche attive del lavoro) che ci consentono di affiancare le politiche passive (cassa integrazione, mobilità) spostando il focus sulla ricollocazione professionale e sul reinserimento più rapido possibile della persona nel sistema contributivo. In Italia chi perde il lavoro ha la percezione della fine di ogni possibile carriera lavorativa, ma la realtà può essere molto diversa. Infatti le analisi tecniche degli esperti mostrano che, nonostante le crisi occupazionali e la scomparsa di molti posti di lavoro, vengono firmati nel corso dell’anno un numero notevole di contratti di lavoro.
Due esempi interessanti: il Veneto e Milano
Nel solo Comune di Milano (1.336.000 residenti), sono stati registrati 108.412 nuovi contratti di lavoro nel 2011, mentre nella regione Veneto (4.946.000 residenti) 625.850 nuovi contratti di lavoro dal 1.10.2010 al 30.9.2011.
Uno sguardo ai dati dell’andamento occupazionale del 2011 nei diversi settori, ci può fornire dati interessanti sugli spazi di opportunità futuri.
Sul totale di 108.412 nuovi contratti nel 2011, a Milano:
- Servizi alle imprese 23.682: 21,8%
- Informazione e comunicazione 18.237: 16,8%
- Attività professionali, scientifiche e tecniche 12.779: 11,8%
- Servizi alberghieri e di ristorazione 9.559: 8,8%
- Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli 8.117: 7,5%
- Trasporto, logistica e magazzinaggio 7.437: 6,9%
- Istruzione 5.081: 4,7%
- Attività manifatturiere 4.878: 4,5%
- Attività di intrattenimento e divertimento, artistiche e sportive, 4.785: 4,4%
- Cura e assistenza domiciliare, altre attività di servizi 4.364: 4,1%
- Sanità e assistenza sociale 3.435: 3,2%
- Attività bancarie, finanziarie, assicurative e immobiliari 3.616: 3,3
- Amministrazione pubblica e difesa, assicurazione sociale obbligatoria 626: 0,6%
- Fornitura di acqua, energia elettrica, gas, attività di gestione dei rifiuti e reti fognarie 521: 0,5%
- Agricoltura, silvicoltura, pesca, attività estrattiva 108: 0,1%
Angelo Salvatori, articolo, Cetti Galante, dati occupazionali, Fornero, Intoo, lavoro, legal, legge, milano, occupazione, outplacement, ricollocazione, riforma, Risorse umane e Organizzazione, veneto, welfare