La mini-fabbrica: un modello di produzione ‘Close to the Customer’
In un panorama industriale caratterizzato dalla costante ricerca della soddisfazione del cliente, la mini-fabbrica può essere considerata come la naturale evoluzione dell’impresa artigianale o industriale verso un modello più vicino all’utente finale. Un esempio nel settore del mobile.
di Christian Zanetti, Marco Seregni
La recente crisi economica, che ha fortemente caratterizzato le economie dei Paesi dell’Europa occidentale dal 2008, insieme all’aumento della competizione globale, hanno accelerato il processo di trasferimento di produzione da Paesi dell’UE verso Paesi a basso costo del lavoro. Nel frattempo, si assiste a una progressiva crescita delle aspettative dei clienti in termini di grado di personalizzazione e sostenibilità ambientale, in particolare tra i giovani e persone di mezza età [3]. Dopo anni caratterizzati dalla delocalizzazione di produzione e know-how in Paesi a basso costo del lavoro (outsourcing e off-shoring), attualmente ci si interroga sulle strategie più efficaci per il re-shoring, ovvero su come fare a riportare la produzione vicino ai clienti, nel rispetto dei vincoli di sostenibilità imposti dai Paesi di origine (World Manufacturing Forum 2014, Horizon 2020 work programme 2014-2015). In questa ottica, il ridimensionamento (downsizing, ndr) del sistema produttivo di una fabbrica rappresenta un’opportunità di ricollocamento dell’industria manifatturiera vicino ai clienti, all’interno di un ambiente urbano. Oltre alla questione geografica, diventa essenziale, per il successo di tale iniziativa, il coinvolgimento degli utenti finali nella progettazione, nello sviluppo e nella produzione di prodotti personalizzati. Un nuovo concetto viene dunqueintrodotto nel mercato: lo sviluppo di un modello produttivo basato sulle mini-fabbriche, capaci di realizzare prodotti personalizzati, economici con tempi di consegna brevi e vicini all’utente finale.
Che cos’è la mini-fabbrica?
Un tempo la piazza principale del paese o della città era il luogo di aggregazione, nel quale si svolgevano le principali attività commerciali e sociali; ai giorni nostri un centro commerciale rappresenta un polo di attrazione nel quale si incontrano le domande e le offerte più disparate, dai generi di consumo, alla lavanderia, alla vendita di prodotti di telecomunicazione ecc. Inoltre, un recente sondaggio dal Wall Street Journal [4] ha rivelato che il tasso di aree lasciate libere è salito fino all’8% nei centri commerciali regionali negli Stati Uniti e tendenze simili sono attese in Europa, a causa del costante aumento delle vendite online. Questa minaccia si traduce anche in un’opportunità, rappresentata dalla riduzione dei costi di affitto e dagli incentivi a delocalizzare la produzione dalle aree industriali ai centri commerciali più vicini ai clienti. La domanda successiva sorge quasi spontaneamente: quali attività produttive potrebbero essere interessanti per i clienti in un centro commerciale e quali caratteristiche dovrebbero avere tali attività?
Mentre è difficile selezionare le attività produttive da escludere dalle aspettative dei clienti, le indagini e le interviste condotte hanno evidenziato che un sistema di produzione su piccola scala sarebbe in grado di interagire efficacemente con i clienti in fase di progettazione, qualità, ambiente, costi e tempi di consegna.
Nel 2005 Reichwald, Stotko & Piller definirono il concetto di mini-fabbrica come “…un’unità operativa progettata in modo da essere geograficamente distribuita, modulare e scalabile che è in rete con altre unità dello stesso tipo” [1]. Nel loro modello, questa unità di produzione doveva fornire tutte le operazioni necessarie per il completamento dell’ordine di un cliente e, in particolare:
• progettazione con un elevato coinvolgimento del cliente, supportata da strumenti facilmente accessibili, quale un configuratore;
• produzione personalizzata, in funzione dei requisiti del cliente registrati nella fase precedente;
• attività di assistenza post-vendita, cioè di consegna, di installazione, di manutenzione, di raccolta e smaltimento ecc.
In un panorama industriale caratterizzato dalla costante ricerca della soddisfazione del cliente, la mini-fabbrica può essere considerata come la naturale evoluzione dell’impresa artigianale o industriale verso un modello più vicino all’utente finale. Tale vicinanza è intesa sia in senso fisico, con la localizzazione della produzione all’interno di un centro commerciale, sia in termini di coinvolgimento diretto del cliente nelle fasi di progettazione, realizzazione e di installazione del prodotto, nel rispetto dei principi fondamentali di sostenibilità.
È evidente che il trasferimento della produzione da un ambito industriale a uno commerciale comporta modifiche radicali alle macchine, all’organizzazione e, più in generale, al modello del sistema di produzione; basti pensare ai condizionamenti imposti dalla limitazione degli spazi disponibili, dal rispetto dei vincoli ambientali e dall’organizzazione della produzione in funzione degli orari di apertura.
La produzione di mobili descritta di seguito fornisce un esempio di implementazione del concetto di mini-fabbrica e delle conseguenze sul relativo modello di sistema produttivo.
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mini-fabbrica, mobile, modello organizzativo, Produzione, reti distribuite