La gestione efficiente dei dati con il Document management
Standardizzare e centralizzare le procedure
Al di là dei numeri generali, ci sono delle interessanti esperienze che vanno proprio nella direzione della digitalizzazione in ambito documentale: Sammontana, per esempio, ha puntato sulla dematerializzazione dei flussi di informazione incentrata su una gestione strutturata del dato. Lo ha fatto grazie all’aiuto di Comarch, software house che si occupa di digitalizzazione e trasformazione digitale per le aziende: “Il progetto è nato nel 2021 sulla base di richieste da parte di clienti e fornitori che volevano, per esempio, inserire i dati logistici su portali digitali. Inizialmente l’attività era gestita manualmente, ma si trattava di una procedura piuttosto retrograda; così abbiamo deciso di automatizzare il flusso”, spiega Lorenzo Ceccherini, Business Intelligence Project Leader e Process Specialist dell’azienda alimentare specializzata nella produzione di gelati e prodotti di pasticceria. In effetti, spostare il dato dal gestionale aziendale a un portale non rappresenta un’attività a valore aggiunto, ma si tratta per lo più di un lavoro operativo. “Investendo nel digitale potevamo governare queste attività in modo automatizzato, limitare gli errori e avere un controllo completo su tutto”, conferma il Project Manager. La revisione dei processi ha permesso, inoltre, di avere una gestione centralizzata e standardizzata delle informazioni anche con altre funzioni aziendali; proprio per questo la gestione del dato è imprescindibile. “In Sammontana abbiamo creato un repository unico a cui tutte le funzioni aziendali possono accedere per le proprie attività; è un luogo virtuale dove le informazioni sono disponibili per chiunque”, racconta. È stato un processo interaziendale, quindi, che ha riguardato anche l’organizzazione nel suo complesso e ha coinvolto le diverse funzioni in un’ottica integrata. “Il progetto ha permesso di aumentare la conoscenza dell’attività di cui si occupano gli altri reparti, perché molto spesso si ha una conoscenza a silos che riduce le possibilità di miglioramento; invece, con una visione più ampia si diffondono le competenze e questo aiuta a ottimizzare le attività e crescere”, è il pensiero di Ceccherini. Tale riorganizzazione non soltanto conduce a una riduzione degli errori, ma limita anche le procedure talvolta superflue. “Per esempio, si evitano scambi di mail non essenziali; così facendo abbiamo migliorato la conoscenza aziendale di tutti e pertanto possiamo lavorare in maniera più efficace”.Opporsi alle resistenze
Con la pandemia è esplosa la richiesta da parte di clienti e fornitori di mettere i dati a disposizione in un luogo virtuale. L’obiettivo è quello di rendere i processi più snelli, evitando gli sprechi. “Le richieste c’erano già prima, ma l’emergenza sanitaria ha accentuato e accelerato il processo”, conferma Ceccherini. Questi progetti servono per rendere l’informazione di prodotto raggiungibile in modo semplice e condiviso. “I software digitali sono strumenti che devono rendere un processo snello e agevole”, dice Giorgio Aramis, Head of Pmo & Implementation e Project Manager di Comarch Italia. La tecnologia è essenziale, ma anche la mentalità deve cambiare. “Se un’azienda ora non è propensa a investire in ambienti virtuali che gestiscono i dati in modo organizzato, rimane indietro. Ci sono ancora delle resistenze, ma è pur vero che molte persone iniziano a considerare il digitale in modo propositivo”. Ultimamente infatti la mentalità sta cambiando. Se si pensa e si crede di ‘poter fare meglio’, allora ci si posiziona nell’ottica di crescere e quindi di aprirsi al cambiamento. “Si diffonde il pensiero di ‘liberare’ le risorse per utilizzarle in modo più produttivo; è qui che entra in gioco l’automazione”, conclude Aramis. La trasformazione digitale permette di standardizzare le attività, automatizzarle e, quindi, ottimizzarle. Oltre a migliorare l’efficienza, si bilanciano l’impegno e il valore delle persone rispetto le attività a valore aggiunto; serve solo superare lo scoglio – ancora a tratti presente – della resistenza alle novità nel momento in cui si assiste a una revisione dei processi. Ma la direzione sembra essere quella giusta.Laureata magistrale in Comunicazione, Informazione, editoria, classe di laurea in Informazione e sistemi editoriali, Federica Biffi ha seguito corsi di storytelling, scrittura, narrazione. Si occupa prevalentemente di tematiche riguardanti la sostenibilità, l’innovazione tecnologica, l’uguaglianza, l’inclusione, anche in ambito digital e social, contribuendo a divulgare contenuti per giornali e siti web. Appassionata di cinema, ha lavorato nell’ambito della comunicazione e collabora con la casa editrice ESTE in qualità di redattrice.
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