La Fabbrica del Futuro tra nuovi processi e nuove competenze
Parte da Brescia il ciclo di incontri del 2019 del progetto FabbricaFuturo promosso dalla casa editrice ESTE e dalla sua rivista Sistemi&Impresa. La collocazione geografica ha un peso particolarmente rilevante alla luce dei dati negativi sulla produzione industriale italiana. I dati Istat registrano una flessione del -2,6% su base annua in Italia e dati negativi si registrano anche in Germania e Francia. Il 2019 si apre quindi con molte incertezze ma gli imprenditori bresciani stimano di poter raggiungere risultati in controtendenza rispetto ai competitor del resto del territorio.
I rappresentanti dell’AIB – che ha da poco celebrato i 125 anni – mantengono dunque per ora un atteggiamento di cauto ottimismo. La forza del nostro sistema è sempre stata la media azienda e se la nostra industria industria manifatturiera è la seconda d’Europa lo si deve anche ad un mix di creatività, ingegnosità e intraprendenza di una classe imprenditoriale che nel territorio bresciano si è espressa con particolare efficacia.
In questo territorio, oltre ai noti rappresentanti dell’industria locale – come la fabbrica d’armi Beretta che oggi porta una testimonianza – medie aziende nei settori metalmeccanico, siderurgico, tessile e alimentare hanno contribuito alla crescita del tessuto industriale locale. Riteniamo quindi che partire da qui il nostro ciclo di incontri abbia un significato particolare proprio perché le aziende locali hanno dimostrato di saper guardare con lungimiranza all’innovazione da un punto di vista tecnologico e organizzativo. Hanno investito su prodotti e processi e ora ci confrontiamo con un tessuto molto competitivo e più attrezzato ad affrontare il periodo di difficoltà che sembra affacciarsi.
Ripensare il futuro delle imprese
La trasformazione delle nostre fabbriche in Imprese 4.0 passa da un cambiamento culturale che riguarda il modo di pensare al business, ai processi produttivi, alle tecnologie e alle competenze necessarie.
Le imprese manifatturiere costituiscono la spina dorsale dell’economia italiana e i recenti interventi di politica industriale come il Piano nazionale Industria 4.0 le pongono di nuovo al centro dell’attenzione, alimentando un significativo dinamismo.
Tuttavia ci sono nuove e vecchie criticità che impongono agli attori del settore riflessioni serie sul proprio futuro: gli investimenti tecnologici verso la ‘fabbrica intelligente’, la questione del lavoro e delle nuove competenze; gli scenari politici nazionali e internazionali sempre più complessi e conflittuali; la domanda di prodotti sempre più ‘liquida’; la questione della creazione del Valore e del mantenimento della marginalità.
Le imprese sono dunque chiamate a ripensare il proprio futuro per cavalcare l’innovazione, considerando prioritarie tematiche non più rinviabili come la gestione dei dati, l’Intelligenza Artificiale (AI), i nuovi modelli di business e l’aggiornamento delle competenze.
Il business diventa Data driven
Come evidenziato da Marco Perona, Direttore Scientifico del Laboratorio Rise e Docente Ordinario dell’Università di Brescia, i dati saranno il ‘nuovo petrolio’, il vero asset su cui puntare per lo sviluppo del comparto manifatturiero.
Se il business diventa ‘Data driven’, risulta essenziale capire come gestire i dati e, soprattutto, come trarne valore. Anche nell’ambito della manutenzione che può avere un impatto positivo sulla competitività aziendale, come spiega Sergio Cavalieri, Professore Ordinario di Operations Management presso l’Università di Bergamo.
Raccogliere e analizzare i dati rappresenta quindi una sfida, così come bisogna affrontare con una mentalità aperta le tematiche di Internet of Things (IoT), AI e Maching learning che – secondo Giovanni Miragliotta, Docente di Impianti Industriali e Advanced Supply Chain Planning presso il Politecnico di Milano – possono aiutare le imprese industriali a ottimizzare i loro processi.
Disporre di soluzioni gestionali, di Business Intelligence, di Performance management e sviluppare progetti di PLM diventa essenziale per la crescita delle nostre aziende, ma servono competenze in grado governare queste tecnologie.
La sfida delle competenze
L’industria manifatturiera, infatti, si è dovuta confrontare con una accelerazione tecnologica dirompente, mentre la formazione non ha viaggiato alla stessa velocità. Il risultato è un gap di competenze che rischia di porre un brusco freno allo sviluppo.
C’è poi il tema dell’occupazione legata alle competenze. Nonostante diverse ricerche prevedano una grande perdita di posti di lavoro nel futuro causata dalle nuove tecnologie, queste ultime possono invece creare nuovi lavori oggi ancora sconosciuti.
Ma lo faranno solo se ci sarà una riqualificazione di certe figure professionali durante la loro carriera lavorativa. Su questo tema è incentrata l’azione del Competence Center MADE, il cui presidente Marco Taisch, Professore Ordinario di Advanced & Sustainable Manufacturing presso il Politecnico di Milano, ha portato a FabbricaFuturo la sua visione di Industria 4.0 insieme con Daniele Bertoni, Direttore Organizzazione e Vicedirettore generale di Fabbrica d’Armi Pietro Beretta e Luigi Torlai, Direttore HR di Ducati.