La diffusione del software come servizio
“Outsourcing –spiega Carlo Ugdulena, Ceo di Cezanne Software– è un termine generico che comprende diversi modelli di erogazione di prodotto e servizio da parte di un provider a un cliente. Dal nostro punto di vista, inserito nel mercato dei sistemi informativi per la gestione del personale, il modello che si andrà sempre più affermando è quello basato sul cloud computing –una tipologia di outsourcing– e in particolare il SaaS, Software as a Service, cioè il cloud computing per le applicazioni software. Il software come servizio sta diventando, soprattutto per le Pmi, il modo standard con cui vengono utilizzati i prodotti: la tendenza del mercato verso le soluzioni cloud-SaaS è molto netta, più marcata negli Stati Uniti e in alcune aree applicative, tra cui sicuramente quella del personale. Su questa tendenza influisce anche la dimensione delle aziende: le Pmi sono più naturalmente portate a utilizzare i prodotti in modalità SaaS. Alcuni dati dicono che circa il 55% delle Pmi usa applicazioni cloud per le risorse umane e circa un terzo delle aziende restanti ha intenzione di passare al questa modalità nei prossimi due-tre anni. Nell’Europa a cinque si verifica la stessa tendenza. Più della metà dei nostri nuovi clienti –continua Ugdulena –sceglie l’outsourcing e in particolare il SaaS come modello di utilizzo dei nostri prodotti. Il mercato dell’outsourcing sta quindi crescendo rapidamente: già oggi più della metà delle aziende nel settore delle Risorse Umane sceglie questa modalità affermando sempre più questa tendenza”.
Infrastrutture e competenze in outsourcing
“L’offerta SaaS di Cezanne viene fornita in rete on demand oppure flat fee: la formula on demand consente all’utente di pagare soltanto per quello che consuma in termini di risorse, di tempo di utilizzo e di funzionalità” dice Ugdulena. Il SaaS è visto come un’alternativa vantaggiosa rispetto al modello tradizionale on premise, che prevede l’acquisto e l’installazione del software sul server di proprietà dell’utente. “Tra gli altri benefici, quelli che intercettiamo maggiormente sono l’assenza di investimenti in infrastrutture hardware o software, fattore importante non solo dal punto di vista economico ma anche degli skill necessari a gestire queste infrastrutture interne: la tendenza che registriamo quindi è quella di non dotarsi di competenze specialistiche ma di averle in outsourcing, con un accesso a risorse di calcolo molto superiori e un investimento a costi decisamente più bassi. Il provider è competente e attrezzato per fornire un servizio best in class senza che l’utente debba gestire una tradizionale applicazione in house con acquisizione e mantenimento di competenze specialistiche” aggiunge Ugdulena. Le modalità outsourcing e SaaS garantiscono alle aziende infrastrutture altamente affidabili e sicure. “Difficilmente un’azienda, soprattutto non di grandi dimensioni, riuscirebbe a ottenere gli stessi livelli di affidabilità e sicurezza con un’applicazione interna. Utilizziamo i data center di British Telecom Italia, tra i migliori sul mercato, e siamo certificati ISO- 27001, con norme molto severe che regolano la sicurezza delle informazioni; sono investimenti che una società come la nostra può fare, portando vantaggi a una moltitudine di utenti” afferma Ugdulena.
Le ragioni tecniche e organizzative
Tra gli ulteriori benefici, la disponibilità costante dell’applicazione attraverso internet permette l’accesso 24/7, in modo semplice e da qualsiasi postazione: organizzare modalità simili in una singola azienda sarebbe difficile e comunque costoso. Un altro beneficio è la scalabilità dell’applicazione, che permette di aumentare il numero di dipendenti gestiti da un’azienda e di aggiungere nuove funzionalità senza dover cambiare i computer interni né rivedere l’infrastruttura hardware né comprare software. “Il nostro prodotto –specifica Ugdulena– è distribuito in una versione uguale per tutti, per cui gli aggiornamenti risultano molto più semplici e rapidi e non necessitano di alcuna manutenzione o gestione interna. Non solo quindi ragioni di ordine economico ma anche tecniche e organizzative: il passaggio da un’infrastruttura gestita internamente a una in outsourcing richiede anche una rivisitazione dell’organizzazione, delle competenze, del sistema professionale interno”.
La scelta prediletta dalle Pmi
Per molte organizzazioni la scelta tra un sistema outsourcing o uno gestito internamente in house rimane un dilemma di non facile soluzione, soprattutto in alcune realtà e settori merceologici quali banche, pubblica amministrazione, settori legati alla difesa. “Al momento –commenta Ugdulena– non tutte le soluzioni funzionano meglio in outsourcing, nel cloud o nell’on premise: la scelta da parte del cliente richiede una sorta di compromesso tra sicurezza, affidabilità, disponibilità, costi, ritorno dell’investimento… Riteniamo che l’outsourcing, e in particolare la modalità SaaS, sia la scelta migliore e più azzeccata per un’azienda fino a 500 dipendenti che si vuole dotare di un software per la gestione delle risorse umane completo. Per le aziende di dimensione grandi o molto grandi, soprattutto per alcuni settori merceologici, alcune problematiche come la perdita di controllo sulla gestione del processo e l’incompatibilità con la cultura aziendale potrebbero spingere l’azienda a orientarsi verso una soluzione in-house, nonostante il costo più alto”. Perciò abbiamo una soluzione in outsourcing e una che può essere installata in house: tendiamo a proporre la soluzione in outsourcing in modo esclusivo alle aziende medio-piccole e che cercano una soluzione completa. La tendenza verso l’outsourcing nel mercato di sistemi per la gestione del personale è evidente; abbiamo investito tanto per rafforzare alcune aree quali sicurezza, scalabilità del servizio, ecc. Siamo consapevoli che alcune realtà arriveranno più tardi alla scelta dell’outsourcing, in particolare le medio-grandi aziende per alcune aree specialistiche e in alcuni settori particolari”.
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