Industria 4.0, Chiesi: un Comitato per la Digital transformation
In materia di Industria 4.0, c’è chi si sta muovendo in maniera indipendente rispetto al Piano Nazionale, come il gruppo farmaceutico Chiesi, con sede a Parma, che ancora in tempi non sospetti aveva avviato ragionamenti di pianificazione a livello aziendale. Per la precisione, circa un anno fa, Chiesi ha definito un apposito comitato, Digital Innovation Steering Committee, che raccoglie componenti di varie aree aziendali: un rappresentante della Ricerca e Sviluppo, che è anche un membro della proprietà, Andrea Chiesi, e funge da coordinatore; il capo del Corporate Marketing; Umberto Stefani, Group CIO di Chiesi (nella foto); un esponente della Direzione Legale e uno di una Business Unit di una filiale commerciale.
“Il Comitato racchiude al suo interno tutte le competenze necessarie per poter definire la strategia digitale dell’azienda, che assume la prospettiva del medio-lungo periodo, formulandosi come un piano quinquennale”, illustra Stefani. “A fronte delle valutazioni interne effettuate, abbiamo preferito dotarci di un comitato e non di un nuovo ruolo perché avrebbe rischiato di rappresentare una figura separata rispetto al contesto aziendale”, commenta il manager. “La strutturazione di un team permette invece di lavorare in maniera integrata, affinché la trasformazione digitale si concretizzi in un’evoluzione graduale, una sorta di accelerazione, anziché una vera rivoluzione”.
L’orientamento del Comitato è rivolto essenzialmente a tre filoni: uno che guarda all’interno dell’azienda, uno all’esterno e un altro ancora, dai connotati più disruptive, classificato proprio come digital transformation.
Per quanto riguarda i processi aziendali, l’obiettivo è ridurre progressivamente l’utilizzo della carta, automatizzando le attività, attraverso l’adozione estensiva di strumenti di workflow. Un esempio di un processo già automatizzato è quello che riguarda il ciclo passivo: “L’intero processo di acquisto viene già gestito completamente paperless, tramite SAP e firme digitali, con l’utilizzo anche di un’app mobile: dalla valutazione delle proposte all’inserimento delle richieste di acquisto, dall’emissione dell’ordine ai pagamenti delle fatture. Altre aree su cui stiamo lavorando sono: la digitalizzazione documentale, l’adozione di strumenti di collaborazione, approvazioni elettroniche, ecc. Portare le transazioni su device mobili, notebook, tablet, smartphone, consente lo svolgimento del proprio lavoro quotidiano indipendentemente dal luogo fisico dove ci si trova, così da orientarsi sempre più verso lo Smart working, che possiede attrattività soprattutto nei confronti dei nativi digitali”, racconta il CIO di Chiesi.
Il secondo filone guarda verso l’esterno dell’azienda, ovvero i dottori e i pazienti, in un’ottica di multicanalità; Stefani spiega: “Il nostro contatto diretto avviene con i medici, nei confronti dei quali ci adoperiamo per garantire un’adeguata informazione, affiancando al tradizionale informatore medico scientifico, nuovi canali di contatto digitale, che le nuove tecnologie consentono. Al tempo stesso anche i pazienti stanno acquisendo sempre maggior importanza, diventando un interlocutore a cui guardare, ovviamente con tutte le limitazioni che la privacy e la data protection impongono. L’idea qui è di andare oltre il prodotto tradizionale, pensando a servizi aggiuntivi che le nuove tecnologie, mobile app e utilizzo di sensori, consentono. L’obiettivo è di migliorare l’utilizzo del farmaco”.
Il filone della digital transformation si muove invece nell’area della cura personalizzata, con l’obiettivo di incrementare il valore proposto ai pazienti, attraverso un maggiore controllo della cura. Anche qui le nuove tecnologie costituiscono un forte abilitatore, ma i modelli di business sono ancora da studiare e definire.