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Industria 4.0, persone e territorio: Ics cresce con la fabbrica intelligente

ics

È una strada tra i campi quella che conduce a Copiano, piccolo paese in provincia di Pavia che conta circa 1.700 abitanti. Un paese che vive e si riunisce in alcuni punti cardine: solo la piazza racchiude intorno a sé il bar, le cascine, la chiesa e, poco distante, c’è anche la scuola primaria.

Uno dei simboli di Copiano, però, è poco fuori dal centro abitato. Percorrendo la strada che esce dal paese, subito dopo una svolta, si intravede un’azienda e da lontano l’insegna non passa inosservata. Ics – Industria costruzioni stampi è un nome che costituisce un elemento identitario per l’intera zona. E basta entrare nell’azienda per capire come sia forte il legame – e l’orgoglio – con il territorio, ben rappresentato in uno dei quadri che accolgono il visitatore nella hall. Ma lo si percepisce soprattutto nell’ufficio di Gianmario Grecchi, Presidente di Ics, che accoglie Sistemi&Impresa alzandosi dalla sua scrivania e facendoci accomodare al grande tavolo dove si riunisce il Consiglio di amministrazione.

Nella stanza non passano inosservati due quadri, in bianco e nero: nel primo è rappresentato Gerolamo Grecchi, fondatore, nel 1901 di Immi-Industria meccanica e metallurgica italiana, azienda dalla quale è poi nata Ics; nel secondo c’è Mario Grecchi, padre di Gianmario, al quale si deve l’evoluzione dell’impresa e la gestione di un passaggio cruciale per la stessa Ics.

La nascita di Ics nel 1973

Ereditata l’azienda da Gerolamo negli Anni 30, quando impiegava circa 400 persone, Mario sviluppò il business fino a raggiungere 20 miliardi di lire di fatturato e 1.500 dipendenti, grazie alla lungimiranza di rifornire il mercato della plastica con articoli destinati a svariati utilizzi. All’azienda si deve la prima realizzazione di giornali in plastica, fondamentale per l’archiviazione documenti grazie alla durabilità del materiale. A complicare il percorso di crescita, alla fine degli Anni 60, sono state le tensioni sociali, all’epoca ampiamente cavalcate dai sindacati che hanno finito per far desistere i Grecchi a continuare con quel progetto industriale, anche per un’assenza del tutto ingiustificata da parte degli istituti di credito.

Rifiutato l’accordo proposto dalla Gestione partecipazioni industriali (Gepi) – la società pubblica dedicata al salvataggio delle aziende in crisi e alla salvaguardia dell’occupazione nata nel 1971 e dal 2000 assorbita dall’agenzia Sviluppo Italia – Mario e Gianmario hanno ricominciato da Ics nel 1973, (re)inserendosi nel mercato degli stampi plastici grazie soprattutto alla reputazione che si erano costruiti nel tempo. A quel tempo la ‘fortuna’ volle che nei Paesi Arabi nascesse l’interesse per la plastica e così gli stampi sui quali Ics aveva puntato lasciando la precedente esperienza, di trasformano in opportunità economica.

Proprio la conoscenza approfondita del mercato ha fatto il resto, che oggi si traduce in un’attività da 22 milioni di euro di fatturato (il 60% grazie all’estero), e nel lavoro per circa 70 persone. “Siamo cresciuti in modo organico, senza acquisizioni, come una pianta che cresce dal seme”, dice il Presidente di Ics. Oggi l’azienda continua a presidiare vari settori con i suoi prodotti, destinati ai mercati: casalinghi, giardino e vivaio (esempio i vasi), raccolta differenziata (come i bidoni), enologia e agricoltura (come le cassette per la frutta), edilizia e industria.

Dall’incendio alla produzione 4.0

A proposito di date cruciali per Ics, una segnata in rosso è quella del 2016, che corrisponde anche a uno dei momenti nei quali Grecchi ha ascoltato le proposte della nuova generazione, in particolare quella del figlio Marco, Amministratore Delegato. Una notte divampò un incendio che distrusse l’intero reparto operativo: un evento che avrebbe messo in ginocchio chiunque, ma non una famiglia imprenditoriale che aveva già vissuto altri momenti difficili. E così nessuno si perse d’animo e mentre da una parte l’azienda ha continuato le sue attività chiedendo aiuto alle imprese amiche dello stesso settore, esternalizzando la produzione, e ai propri collaboratori, senza mai nemmeno pensare di cambiare business in quanto orgogliosa famiglia industriale, dall’altra ha fatto di un problema un’occasione di ripartenza.

È stato proprio in quel momento che si è deciso di implementazione una nuova modalità di produzione, con l’introduzione di macchinari aggiornati ai paradigmi dell’Industria 4.0, con la conseguente revisione del layout di fabbrica e dell’organizzazione del lavoro. “Abbiamo investito non solo per ricostruire, ma anche per migliorare”, spiega il Presidente di Ics, confermando che dove c’è chi vede ostacoli, c’è sempre qualcuno che intravede l’occasione per migliorare e fare qualcosa di nuovo. Non che in azienda ricordano quel periodo come un momento positivo, però è da lì che è nato il nuovo stabilimento, dove trovano spazio macchinari tecnologicamente avanzati per la produzione dei prodotti di plastica, in grado di produrre 10mila tonnellate anno di articoli in plastica con appena 70 persone e di monitorare la produzione.

L’articolo integrale è pubblicato sul numero di Giugno 2024 di Sistemi&Impresa.
Per informazioni sull’acquisto di copie e abbonamenti scrivi a daniela.bobbiese@este.it (tel. 02.91434400)

Ics, industria 4.0, Industria 5.0, plastica


Alessia Stucchi

Alessia Stucchi è giornalista pubblicista. Laureata in Lettere Moderne in triennale e in Sviluppo Economico e Relazioni Internazionali in magistrale. Nel 2023 ha vinto il premio America Giovani della Fondazione Italia Usa che le ha permesso di conseguire il master Leadership per le relazioni internazionali e il made in Italy. Nel tempo libero si dedica alle camminate, alla lettura e alle serie tivù in costume.