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Il volto nuovo della collaborazione

uomo macchina

Il passaggio dal modello economico lineare al modello circolare presuppone un cambio nelle scelte di approvvigionamento: si sostituiscono le materie prime vergini con quelle seconde, derivate dal riciclaggio, dalla rigenerazione o dalla trasformazione di materie esistenti. Ne consegue che l’economia circolare, come ci spiegano Pierpaolo Pontrandolfo e Michele De Nicolò, riduce il prelievo di risorse naturali e il carico sull’ambiente. L’articolo descrive un modello che supporta le organizzazioni produttive nella definizione di strategie di approvvigionamento differenziate per agevolare la transizione dall’economia lineare a quella circolare.

Si tratta di adottare un nuovo modello economico che consente anche di ridurre la dipendenza da mercati distanti, le cui forniture sono costantemente messe a rischio da questioni geopolitiche e ambientali. Si tratta di temi che rientrano a pieno titolo negli obiettivi di Industria 5.0, che ha come fine quello di consentire agli ambienti industriali di diventare più sostenibili, resilienti e attenti all’aspetto umano. L’attenzione al benessere degli operatori, anche attraverso l’ottimizzazione dei processi mediante l’interazione uomo-macchina, produce una riduzione dei costi manifatturieri con un risparmio fino al 30%, come testimonia Anna Maria Crespino nello studio dedicato all’approccio umano-centrico nell’Industria 5.0.

Considerare i fattori umani come asset strategici porta vantaggi in termini di performance aziendale e di benessere degli operatori, contribuendo allo sviluppo di sistemi industriali sostenibili. Definire nuovi modelli di relazione, interazione e collaborazione tra agenti umani e non-umani rappresenta una sfida fondata su strategie innovative poiché si dovrà passare, come chiariscono Virginia Vignali e Michele Zannoni, dal concetto di interazione uomo-macchina a quello di cooperazione uomo-macchina e di eteromazione.

Cosa significa? Gli autori spiegano che sarà necessario introdurre una dimensione collaborativa e di condivisione delle conoscenze tra agenti umani e artificiali attraverso una distribuzione delle attività e delle competenze che tenga conto delle caratteristiche specifiche dell’ambiente in cui si agisce e degli operatori coinvolti. L’introduzione di nuove tecnologie, come i sistemi di Intelligenza Artificiale (AI) all’interno degli ambienti produttivi, genera nuovi percorsi di sviluppo rendendo persone e macchine agenti progettuali che collaborano nello scambio di informazioni. Si stabilisce quindi uno ‘spazio operativo ibrido’, caratterizzato dal continuo trasferimento reciproco tra persone e macchine.

In questo settore manifatturiero avanzato assume particolare valore anche la collaborazione a distanza, che consente di risolvere molte problematiche da remoto: pensiamo alla manutenzione predittiva o al servizio tecnico; collaborare attraverso una rete digitale utilizzando sistemi di comunicazione a distanza riduce i costi e ottimizza le prestazioni delle risorse traducendo le informazioni in azioni.

L’articolo è pubblicato sul numero di Giugno 2024 di Sistemi&Impresa.
Per informazioni sull’acquisto di copie e abbonamenti scrivi a daniela.bobbiese@este.it (tel. 02.91434400)

Collaborazione uomo-macchina, formazione, Industia 5.0


Chiara Lupi

Chiara Lupi ha collaborato per un decennio con quotidiani e testate focalizzati sull’innovazione tecnologica e il governo digitale. Nel 2006 sceglie di diventare imprenditrice partecipando all’acquisizione della ESTE, casa editrice storica specializzata in edizioni dedicate all’organizzazione aziendale, che pubblica le riviste Sistemi&Impresa, Sviluppo&Organizzazione e Persone&Conoscenze. Dirige Sistemi&Impresa e pubblica dal 2008 su Persone&Conoscenze la rubrica che ha ispirato il libro uscito nel 2009 Dirigenti disperate e Ci vorrebbe una moglie pubblicato nel 2012.Le riflessioni sul lavoro femminile hanno trovato uno spazio digitale sul blog www.dirigentidisperate.it. Nel 2013 insieme con Gianfranco Rebora e Renato Boniardi ha pubblicato Leadership e organizzazione. Riflessioni tratte dalle esperienze di ‘altri’ manager.