Il digitale entra nella filiera agroalimentare
L’innovazione digitale entra nella filiera Agrifood con soluzioni che aumentano la competitività dell’intero settore e migliorano qualità e tracciabilità del Made in Italy alimentare. Sono già 133 le soluzioni tecnologiche presenti sul mercato italiano e il 44% delle imprese che le hanno adottate ha migliorato efficienza ed efficacia, riducendo tempi e costi.
La crescente offerta tecnologica è parte di un mercato in rapida espansione, che nel 2018 ha raggiunto un valore compreso tra i 370 e i 430 milioni di euro (+270% in un solo anno), pari a circa il 5% di quello globale e il 18% di quello europeo, generato da oltre 110 aziende fornitrici, sia tra i player affermati sia tra le startup.
In questo contesto favorevole, anche le startup che propongono soluzioni digitali al settore agricolo e agroalimentare, proseguono nella loro spinta innovativa. Le startup sono 500 nel mondo, per un totale di 2,9 miliardi di dollari di investimenti raccolti, attive soprattutto nell’ambito dell’ecommerce (65%) e dell’Agricoltura 4.0 (24%). L’Italia si colloca davanti a tutti gli altri Paesi europei per numerosità, ma con appena 25,3 milioni di euro di finanziamenti (pari all’1% del finanziamento complessivo). Per questo motivo appare ancora marginale per capacità di raccogliere capitali.
I dati sull’Agricoltura 4.0 arrivano dalla ricerca dell’Osservatorio Smart AgriFood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia presentata durante il convegno Il digitale scende in campo, ma la partita è di filiera!
“L’innovazione digitale è una leva strategica per il settore agroalimentare italiano, in grado di garantire maggiore competitività a tutta la filiera, dalla produzione in campo alla distribuzione alimentare, passando per la trasformazione“, ha commentato Filippo Renga, Direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood.
Il successo delle imprese agricole passa sempre di più dalla capacità di raccogliere e valorizzare la grande mole di dati che si genereranno, soprattutto per ottenere il controllo dei costi e l’aumento della qualità della produzione. Va evidenziato comunque che tra gli attori del settore emerge ancora poca chiarezza su come sfruttare queste opportunità; un segnale che serve investire nella creazione di sane competenze, al di là delle mode”.
“Anche nel settore agroalimentare cominciano a emergere chiaramente le opportunità generate da una valorizzazione strategica dei dati”, ha rilevato Andrea Bacchetti, Direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood. “Il 71% delle soluzioni di Agricoltura 4.0 oggi è in grado di supportare le decisioni facendo leva sui dati anche con sistemi di Analytics avanzati. Quasi metà degli agricoltori intervistati (45%), è cosciente della rilevanza dei dati, ma non gli è ancora chiaro come valorizzarli. Una corretta gestione dei dati in digitale, inoltre, è cruciale per la tracciabilità, su cui siamo ancora agli inizi, mentre è già un chiaro fattore di sviluppo per le startup, che li sfruttano nell’85% dei casi analizzati”.