I dati, risorse preziose che hanno bisogno di sicurezza
I dati sono diventati merce preziosa per le aziende. Indispensabili per fare previsioni e organizzare la Supply chain, la loro analisi è il punto di partenza nell’adozione di ogni decisione strategica. La gestione dei dati richiede competenze adeguate per non incorrere in problemi di sicurezza. A maggior ragione quando chi maneggia dati aziendali lavora all’esterno del perimetro fisico dell’impresa.
“Attorno a quest’ultimo punto ruota una delle principali criticità dello Smart working, vale a dire la salvaguardia delle informazioni. I dati sono la linfa vitale di ogni impresa, il vero capitale intangibile, l’asset più prezioso di qualsiasi realtà aziendale”, spiega Jacopo Bruni, Marketing Manager di Praim, azienda informatica di Trento specializzata nello sviluppo e nella realizzazione di sistemi completi per la gestione di postazioni di lavoro software e hardware. “Come si fa con i beni preziosi, i dati andrebbero custoditi e protetti in una efficientissima e quanto più impenetrabile cassaforte virtuale”.
Entrano in gioco, dunque, le competenze degli IT Manager, chiamati a mettere in sicurezza il sistema informativo aziendale e l’intera infrastruttura IT. Con l’introduzione di modelli di Smart working, infatti, si fa ancora più urgente la questione della gestione e della disponibilità dei dati: l’azienda deve poter garantire l’accesso a utenti interni ed esterni e deve farlo attraverso mezzi differenti. Dalla classica postazione di lavoro all’insieme di dispositivi aziendali e personali, come pc, notebook, tablet e smartphone.
“Questo nuovo paradigma, allo stesso tempo più semplice e più complesso, implica una totale riorganizzazione delle risorse IT”, sottolinea Bruni. “Il consiglio in ambienti complessi è quello di ‘normalizzare’ il più possibile e di adottare in maniera sempre più confidente il cloud. Cercando di risolvere il problema della complessità, viene anche naturale pensare alla scelta e alla gestione degli endpoint giusti”.