Gruppi d’impresa, l’unione fa la forza: così le PMI possono superare la crisi
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Come è noto il sistema industriale italiano, rispetto a quello di altri Paesi avanzati, presenta delle caratteristiche peculiari come una grande presenza di Piccole e medie imprese. L’Istat, infatti, sottolinea che nel 2013 solo l’1% delle imprese italiane aveva un numero di addetti superiore a 250, che è il limite oltre il quale si ricade nella definizione di grande impresa.
Se da una parte è forte la presenza delle PMI, dall’altra appaiono rilevanti le fitte reti di relazioni che queste imprese instaurano fra loro. Infatti il sistema industriale italiano può essere visto in un’ottica diversa quando si supera il confine della singola impresa e si considera il network delle relazioni tra le PMI, attraverso il quale esse possono ovviare almeno in parte alle debolezze della piccola dimensione.
Le reti maggiormente diffuse tra le PMI sono rappresentate dai gruppi di impresa e dalle filiere (relazioni di input-output). In particolare il gruppo, definito come un insieme di imprese giuridicamente indipendenti, ma controllate dalle stesse persone attraverso legami di proprietà, può diventare un meccanismo efficiente nel sostenere lo sviluppo delle imprese affiliate.
Dalla Tabella si nota come le imprese e il numero dei dipendenti siano maggiori per i gruppi domestici, mentre la dimensione media di impresa risulta essere superiore per i gruppi multinazionali. Quest’ultimo dato non deve sorprendere vista la rilevante presenza della piccola e media dimensione dell’impresa in Italia.
Dai risultati emersi durante il periodo 2008-11 emerge un effetto protettivo del gruppo sulla sopravvivenza delle imprese affiliate. Questo risultato conferma l’ipotesi che l’appartenenza a un gruppo favorisce la sopravvivenza delle imprese anche andando a sacrificare la performance complessiva di breve periodo. L’idea è che il gruppo, concepito come una rete di imprese determinata da legami di proprietà, abbia incentivo a sostenere tutte le sue imprese in un’ottica di crescita di lungo periodo.
La capogruppo tende a garantire la sopravvivenza non solo delle imprese più performanti, ma anche delle imprese controllate meno performanti che altrimenti sarebbero uscite dal mercato a causa dello choc causato dalla crisi. Inoltre, il gruppo fungerebbe da sostegno anche finanziario per le imprese affiliate.
L’evidenza empirica dei dati Istat confermano il ruolo positivo che i gruppi giocherebbero nel sostenere la sopravvivenza e la crescita delle imprese, in particolare durante scenari di mercato turbolenti. L’agglomerazione delle imprese ha da sempre mostrato un ruolo importante nel favorire la produttività e lo sviluppo delle imprese. Infatti, l’Istat conferma con il report annuale del 2015 che le imprese appartenenti a gruppi hanno registrato una maggiore produttività rispetto alle imprese autonome, indipendentemente dalla loro dimensione. Certamente, uno dei punti di maggiore forza che permetterebbe al gruppo di far sopravvivere anche le imprese meno performanti è rappresentato dalla possibilità di garantire trasferimenti interni di risorse (mercato interno del capitale), che invece le imprese autonome non possono utilizzare. Per questo motivo, è necessario che il gruppo abbia la piena consapevolezza sia delle risorse interne disponibili e sia della loro gestione in termini di trasferimenti tra le imprese controllate.
L’Italia dei distretti industriali
Inoltre, come è noto, una quota rilevante delle PMI nel settore Manifatturiero è localizzata all’interno dei distretti industriali, che non sono altro che sistemi locali in cui le imprese operano nello stesso settore, ma si occupano di diverse fasi del processo produttivo. La letteratura precedente ha evidenziato il ruolo positivo derivante dall’appartenenza a un distretto industriale, soprattutto per facilità sia di collaborazione sia di trasferimento di know how, che permetterebbe alle imprese di ottenere una migliore performance economica e innovativa rispetto a quelle non appartenenti a un distretto industriale. Interessante è notare che le due tipologie di reti – gruppo e distretto industriale – non si escludono a vicenda: negli ultimi decenni si è registrata la progressiva emersione all’interno dei distretti di imprese di media e grande dimensione; queste ultime hanno assunto il ruolo di rilievo nel controllo dell’output distrettuale e nei vari processi di innovazione. Queste imprese in genere sono normalmente organizzate in forma di gruppo. In generale, il gruppo è la forma organizzativa maggiormente utilizzata per facilitare i processi di crescita e di sviluppo delle imprese. Bisogna anche sottolineare che la forma del gruppo è ampiamente presente non solo in altri Paesi industrializzati, ma anche in mercati in via di sviluppo. Va anche considerato che l’efficienza del gruppo può dipendere dal contesto istituzionale e sociale in cui le imprese affiliate operano; infatti si riscontrano differenze in termini di performance tra gruppi localizzati in Paesi emergenti (come nel Sud Est asiatico e Sud America) e quelli che operano in stati avanzati (Paesi europei).I vantaggi di far parte di un gruppi d’impresa
In generale però le imprese parte di un gruppo possono beneficiare di una serie di vantaggi rispetto a quelle autonome. Per esempio, i gruppi favoriscono il trasferimento di conoscenza da un’impresa a un’altra; stimolano la diversificazione delle attività svolte dalle imprese appartenenti; permettono il trasferimento di risorse interne (il cosiddetto mercato interno del capitale) senza il bisogno di chiedere un finanziamento esterno. Diversi studi empirici sottolineano come il gruppo favorisca la performance innovativa delle sue imprese, grazie alla facilità di finanziamento delle attività di Ricerca e Sviluppo e alla possibilità di trasferire i suoi risultati alle altre imprese del gruppo. Il sistema industriale italiano sembra riconoscere il ruolo positivo dato dalla struttura di gruppo. Infatti i vantaggi sopra citati possono risultare rilevanti in presenza di choc reali e finanziari, come la recessione del sistema economico italiano a partire dall’autunno del 2008. Ciò sembra essere confermato dai dati dell’Istat: nel 2014 (ultimo anno per il quale sono disponibili le statistiche) l’Istat ha individuato oltre 90mila gruppi di impresa, di cui l’82% è rappresentato da ‘gruppi domestici’, cioè composti da imprese localizzate solo sul territorio nazionale. Questi gruppi controllavano circa 218mila imprese e davano lavoro a più di 2 milioni di addetti. Rispetto all’inizio della crisi (2008), il numero sia delle imprese affiliate sia dei gruppi è aumentato.
La crescita dei gruppi d’impresa
La Figura conferma questo trend in aumento dei gruppi: un aumento della quota dei gruppi sul totale delle società di capitale tra il 2008 e il 2014, accompagnato da un incremento del numero delle imprese appartenenti ai gruppi. Inoltre, sempre dal 2008 al 2014 si è registrato un incremento anche del numero totale delle società di capitali, anche se inferiore rispetto a quelle appartenenti ai gruppi. La quota dei gruppi è passata dal 21% a circa 23% del totale. I dati Istat sono molto utili perché consentono di avere sia un quadro esaustivo sulla popolazione dei gruppi d’impresa in Italia sia perché consentono l’analisi della dinamica dei gruppi nel periodo successivo alla crisi. Inoltre, per capire più a fondo il ruolo che assume il gruppo nel sostenere le sue imprese soprattutto in periodi di crisi o instabilità di mercato è necessario disporre di dati a livello d’impresa. Infatti, il seguente lavoro, attraverso la ricostruzione di una banca dati di imprese appartenenti ai gruppi italiani nel settore Manifatturiero, mostra l’effetto che il gruppo ha sia sulla probabilità di sopravvivenza sia sulla performance economica delle imprese affiliate durante un periodo particolare come quello della crisi economica sperimentata dall’autunno del 2008. Un punto di forza di questo dataset, rispetto ai dati Istat, è la possibilità di sapere se un’impresa appartiene contemporaneamente a un gruppo e a un distretto industriale.