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Formarsi per coesistere con la transizione 

Formazione

“La domanda del mercato è cambiata perché si sono trasformate le necessità dei consumatori e la loro consapevolezza rispetto a prodotti che oggi devono essere sempre più sostenibili e realizzati da una filiera che tenga conto della sostenibilità”. Marco Taisch, Presidente di MADE 4.0 Competence Center descrive molto bene il momento che stiamo attraversando. La sostenibilità è un capitolo essenziale, anche perché il Piano Transizione 5.0, finanziato dai fondi Repower Eu, è legato a piani di risparmio energetico.

La cultura della sostenibilità cresce anche in termini di sensibilità collettiva: i consumatori non si accontentano più di dichiarazioni generiche, ma pretendono rassicurazioni sulle modalità di produzione e sul rispetto dei criteri ambientali e sociali. Però non c’è sostenibilità senza digitalizzazione e per questo la spinta all’innovazione delineata negli incentivi 4.0 non si deve in alcun modo affievolire. Il Piano Transizione 5.0 si rivolge alla sostenibilità, ma rimane fondamentale il presupposto di non abbassare l’attenzione rispetto all’innovazione tecnologica che consente l’evoluzione verso nuovi modelli di business.

Per concretizzare tutto ciò occorre agire sulla formazione: il Green deal europeo ha come obiettivo la decarbonizzazione totale entro il 2050 e il settore manifatturiero è responsabile di un quarto delle emissioni globali a causa dell’uso di combustibili fossili nei processi produttivi. Per questo le competenze green sono indispensabili per ridurre il carbon footprint dei processi produttivi: identificare quelle essenziali – anche per definire programmi di formazione universitaria e training in azienda – è un passo importante. L’Unione europea si è mossa in tal senso operando una classificazione di competenze e un’individuazione dei profili lavorativi che devono caratterizzarle. Un esempio è la gestione della catena di fornitura: il ciclo di vita del prodotto oggi deve considerare anche tutte le attività associate al riutilizzo, riciclo, riprogettazione, rilavorazione e smaltimento di un prodotto cercando, possibilmente, di trasformare lo scarto in un nuovo prodotto. 

La percentuale di occupazione post diploma Its supera il 90%

Vediamo dunque come la gestione della Supply chain, diventando sostenibile, si arricchisce di contenuti nuovi e, se estendiamo questo approccio all’azienda nel suo complesso, ci rendiamo conto dell’importanza di aggiornare i percorsi formativi. Soddisfare nuovi bisogni è un obiettivo al quale tendono con forza anche gli Istituti tecnologici superiori (Its), che devono il successo del loro modello alla stretta collaborazione con le aziende. La percentuale di studenti che accedono a questi percorsi è ancora molto bassa, sebbene la percentuale di occupazione post diploma sia altissima e superi il 90%, almeno nel caso dell’Its che riportiamo nel numero di Aprile di Sistemi&Impresa

Industria 5.0 pone al centro dei processi produttivi l’essere umano, che vedrà potenziate le proprie capacità dall’Intelligenza Artificiale (AI). Ma per mettere il lavoratore e le sue capacità al centro dei processi produttivi, le competenze devono essere solide e costantemente aggiornate. Lo sviluppo della tecnologia è veloce e imparare a coesistere con una perenne transizione diventa un fattore di successo. Lo ho spiegato Piergiorgio Balbo, Amministratore Delegato di L.E.G.O che in una recente tappa di FabbricaFuturo ha chiarito in due parole il ruolo della formazione: insegnare ad adattarsi all’evoluzione.  

L’articolo è pubblicato sul numero di Aprile 2024 di Sistemi&Impresa.
Per informazioni sull’acquisto di copie e abbonamenti scrivi a daniela.bobbiese@este.it (tel. 02.91434400)

formazione, Industria 5.0, Intelligenza Artificiale, Its


Chiara Lupi

Chiara Lupi ha collaborato per un decennio con quotidiani e testate focalizzati sull’innovazione tecnologica e il governo digitale. Nel 2006 sceglie di diventare imprenditrice partecipando all’acquisizione della ESTE, casa editrice storica specializzata in edizioni dedicate all’organizzazione aziendale, che pubblica le riviste Sistemi&Impresa, Sviluppo&Organizzazione e Persone&Conoscenze. Dirige Sistemi&Impresa e pubblica dal 2008 su Persone&Conoscenze la rubrica che ha ispirato il libro uscito nel 2009 Dirigenti disperate e Ci vorrebbe una moglie pubblicato nel 2012.Le riflessioni sul lavoro femminile hanno trovato uno spazio digitale sul blog www.dirigentidisperate.it. Nel 2013 insieme con Gianfranco Rebora e Renato Boniardi ha pubblicato Leadership e organizzazione. Riflessioni tratte dalle esperienze di ‘altri’ manager.