Fonti di Vinadio, produzione ad elevata automazione
Intervista a Alberto Bertone, AD Fonti di Vinadio S.p.A.
di Luca Papperini
Non gli piace ‘vincere facile’, per questo preferisce posizionare i suoi prodotti su mercati in contrazione crescendo di anno in anno di circa il 15%. Esattamente come ha fatto entrando nel business dell’acqua minerale, che oggi porta alla sua azienda qualcosa come il triplo del suo valore rispetto a 10 anni fa. Il segreto? Lo chiediamo direttamente a lui: Alberto Bertone, Amministratore Delegato di Fonti di Vinadio S.p.A.
Astuto comunicatore e primo in Italia a innovare nel proprio settore con la pubblicità comparativa, Alberto Bertone conferma la leadership della sua azienda nel mercato dell’acqua con numeri che dicono tutto del successo di questa eccellenza italiana in grado di sedurre anche le grandi multinazionali del beverage.
Con un fatturato di 230 milioni di euro lo stabilimento di Vinadio produce 310 mila bottiglie ogni ora. L’azienda vende 750 milioni di pezzi ogni anno (dati aggiornati a dicembre 2010). In 60 mila metri quadri oltre 7 milioni di bottiglie al giorno; una gestione magazzino automatizzata con 28 veicoli a guida laser. Numeri da record che, grazie ad un impianto produttivo all’avanguardia, hanno traguardato l’azienda verso un business model di fama mondiale, studiato con attenzione anche da aziende internazionali del calibro di Heineken e Coca Cola.
Una curiosità giustificata quella delle grandi multinazionali, che hanno già fatto visita allo stabilimento di Vinadio per rendere omaggio a un vero gioiello Hi-Tech nato in una tranquilla valle alpina, completamente rinnovato e ampliato nel corso del 2008 rispettando i principi della bioarchitettura e bioedilizia, creando il minimo impatto ambientale nel rispetto delle forme e dei materiali tradizionalmente utilizzati in montagna.
La crisi e le offerte promozionali
Non è dato sapere se per arguzia pubblicitaria o meno il mercato dell’acqua minerale si è assestato su un livello di decrescita inferiore a quello generale dei consumi, subendo minori turbolenze rispetto all’andamento di altri generi alimentari.
Nonostante ciò, il numero uno di Fonti di Vinadio spiega come la stagnazione della domanda interna, provocata dalla coda della crisi economica, abbia svolto un ruolo attivo nell’impennata delle azioni promozionali in tutti i segmenti del food & beverage.
“L’offerta promozionale – prosegue Bertone – è un’arma a doppio taglio: abitua i consumatori a fare più acquisti, ma a farli in modo ripetitivo erodendo il valore del prodotto”. “È per questo che stiamo riducendo il numero di azioni promozionali. Questo cambio di strategia sta portando ottimi risultati”.
La crescita dell’azienda non ha infatti subìto variazioni: diminuendo le offerte promozionali, Acqua Sant’Anna ha consolidato lo stesso indice di vendita.
Se tutti scommettevano che con la crisi economica le persone avrebbero preferito il bicchiere del rubinetto alla bottiglia in polietilene, le aspettative sono state disattese. Il mercato dell’acqua minerale infatti è cresciuto dell’1% a differenza di quello del The e delle altre bevande, che ha registrato invece volumi negativi.
Nonostante un mercato del The in discesa, Bertone ha già da tempo scommesso su un prodotto (SanThe) che oggi si è conquistato il terzo posto di market share in Italia. Il segreto del suo successo è stato puntare sulla qualità. “Alle polveri solubili – spiega Bertone – abbiamo preferito sostituire il procedimento per infusione e l’utilizzo di vero succo di limone o pesca. In un solo anno di vita il SanThe ha portato ricavi per 20 milioni di euro”.
Alle spalle di questa operazione un investimento di 10 milioni di euro in tecnologia per la produzione e una strategia studiata per aggredire i mercati in contrazione alzando il livello di competitività. Altri 10 milioni di euro sono stati investiti dall’azienda per lo sviluppo del nuovo marchio SanFruit, la nuova sfida di Alberto Bertone al mercato dei succhi di frutta.
Il processo produttivo
Sant’Anna Fonti di Vinadio è diventata oggi leader di mercato in Italia puntando sull’efficienza produttiva grazie a un sistema di produzione e logistica all’avanguardia. Tutti i processi sono completamente automatizzati: dall’imbottigliamento alla pallettizzazione, fino alla formazione del carico sugli autotreni (sino a 240 al giorno da 29 depositi in tutta Italia). Prezioso in questo contesto il supporto dei 18 robot semoventi su un percorso laser, sulla base degli input trasmessi a un cervello centrale.
Fonti di Vinadio Spa ha il più grande impianto produttivo al mondo: 10 linee di imbottigliamento di cui le ultime due, acquistate nel corso del 2007 e collaudate nel 2008, producono rispettivamente 55 mila e 45 mila pezzi ogni ora ciascuna.
Sostenibilità e Supply Chain
Dalla continua ricerca dei laboratori di Vinadio è nata una bottiglia che non contiene nemmeno una goccia di petrolio. Si chiama Bio Bottle, non emette CO2, ed è stata pensata per contribuire alla salvaguardia dell’ambiente con un packaging green. “La vendiamo allo stesso prezzo dell’acqua imbottigliata in plastica” precisa Bertone –. Ne abbiamo venduti circa 100 milioni di pezzi”.
Secondo Bertone è doveroso imporre una riflessione seria sul contributo che può dare all’ambiente una gestione logistica sostenibile. “Per diventare sostenibili si facciano le giuste proporzioni tra volumi e margini di ricavo, e tra quintali di merce trasportata e numero di pallet. Quello di cui abbiamo bisogno però sono infrastrutture più adeguate. Al momento stiamo impegnando le nostre risorse nel trasporto su rotaia. Ma costa di più, è meno flessibile e vive in un regime di monopolio”.
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