Farnesina, ambasciate e consolati La diplomazia rilancia l’economia
Cresce l’impegno per sostenere le imprese italiane sui mercati Internazionali. Il Ministero degli Affari Esteri al servizio del business
Intervista a Michele Valensise, Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri
di Edoardo Crimi
La diplomazia è al fianco delle aziende per l’internazionalizzazione. È questo il messaggio lanciato dal Ministero degli Affari Esteri che propone importanti servizi alle imprese in cerca di nuovi sbocchi di business lontano dall’Italia. Si tratta insomma, di un sostegno da parte della diplomazia all’economia del nostro Paese che, da quanto emerge dall’indagine svolta da Doxa per conto del Ministero sembra essere ancora poco conosciuto e per questo sottoutilizzato. Anche perché finora piccola parte delle imprese italiane può dirsi oggi realmente internazionalizzata, dotata cioè di una presenza stabile commerciale o produttiva sui mercati esteri: esistono circa 70mila aziende con un potenziale di internazionalizzazione inespresso.
A spiegare quali sono gli strumenti messi a disposizione dalla Farnesina per chi si vuole affacciare all’estero è il Segretario Generale del Ministero, Michele Valensise. Che puntualizza: “Per la prima volta esiste una cabina di regia che agisce in modo coordinato, perché ora gli obiettivi sono cambiati; la priorità della diplomazia ora è tipo economico”.
Qual è lo stato attuale dell’internazionalizzazione delle imprese italiane?
Il 75% delle aziende internazionalizzate oggetto della rilevazione (1.107) ha un rapporto continuativo con l’estero e oltre il 40% è presente da più di sei anni. Pur rimanendo l’Unione europea il principale mercato di sbocco (82,7%), si segnala una attenzione forte anche verso nuovi mercati: Paesi Extra Ue (34%), America del Nord e Asia (20%), Africa (17%) e Medio Oriente (12,5%).
L’indagine Doxa per conto del Ministero ha analizzato anche la percezione del supporto all’internazionalizzazione: il risultato?
Le oltre 2mila imprese intervistate hanno evidenziato che l’azione della Farnesina e della rete diplomatico-consolare è ritenuta utile da una percentuale molto elevata (circa l’85%) degli operatori che l’hanno sperimentata. Al tempo stesso, però, è emer-so come sia necessario allargare il bacino d’utenti. Vogliamo farlo anche con l’aiuto delle associazioni di categoria. Queste ultime sono parte dell’iniziativa, lanciata nel 2014, dei Roadshow per l’internazionalizzazione delle Pmi, realizzata da tutti i membri della Cabina di Regia per avvicinare le istituzioni al territorio. Spieghiamo alle imprese gli strumenti che possono essere messi a loro disposizione. Nel 2016, sono previste 17 nuove tappe dal Nord al Sud dell’Italia.
Quali sono gli ostacoli nel rivolgersi all’estero?
Solo il 2,3% delle imprese italiane realizza all’estero almeno parte della propria produzione. Limiti di dimensione e struttura frenano l’internazionalizzazione produttiva delle nostre aziende. È dunque cruciale che soprattutto per le piccole e medie imprese si riducano i costi e le difficoltà di accesso ai mercati e si compensino le difficoltà strutturali.
Qual è la principale leva che spinge le imprese a internazionalizzarsi?
L’analisi delle motivazioni che spingono a esplorare nuovi mercati effettuata dall’indagine Doxa ha evidenziato che la crescita aziendale per il 43% degli intervistati – in particolare per le medie imprese – è la principale leva all’internazionalizzazione, sebbene rimanga ancora alta la percentuale di aziende attratte dall’estero dall’alta richiesta di prodotti italiani. Tra le Pmi non internazionalizzate, circa il 34% intende intraprendere un processo di internazionalizzazione nel prossimo triennio. Questa quota è più alta tra le piccole imprese, quasi il 50%.
Quali sono i servizi offerti alle imprese che vogliono affacciarsi a nuovi mercati all’estero?
Il contributo della Farnesina al sostegnodelle imprese viene in particolare dalla rete delle ambasciate e dei consolati nel mondo, che va vista non solo come una rete di uffici amministrativi, ma come una ‘rete intelligente’ di persone selezionate e formate per mettere competenze ed esperienze al servizio delle imprese. La Fanesina fornisce alle imprese un supporto informativo interessante: si tratta di un orientamento al mercato alla luce dei nostri interessi all’estero (quadro di sicurezza, dinamiche politiche, congiuntura economica, presenza di altri soggetti istituzionali, caratteristiche della comunità italiana, eventuali attività della cooperazione allo sviluppo, ecc.), e di market intelligence su opportunità commerciali e industriali, piani di investimento, commesse pubbliche, ecc., sulla base di rapporti con i decisori politici ed economici che la diplomazia stabilisce sul terreno.
Poi ci sono anche altre attività forse meno visibili…
Meno visibili, ma ben rilevanti: per esempio gli interventi per l’eliminazione di barriere non tariffarie ai mercati, come quelle nel settore agroalimentare, la cui rimozione può avere, in grandi mercati, un impatto anche di centinaia di milioni di euro sulle nostre esportazioni; o la tutela di interessi economico-commerciali italiani nelle sedi comunitarie. In questo quadro ai capi missione all’estero è attribuita la funzione di direzione, indirizzo e coordinamento degli altri soggetti del sistema Paese all’estero, per garantire coerenza all’azione di promozione internazionale dell’Italia nelle varie articolazioni, evitando duplicazioni e sovrapposizioni.
Come accompagnate l’impresa?
Si tratta di un sostegno specifico nei singoli Paesi, in base al contesto locale e agliinteressi delle imprese. Ci avvaliamo anche di altri attori del Sistema Italia, quali l’agenzia Ice o le Camere di commercio italiane all’estero, qualora l’azienda abbia necessità di un’attività mirata di assistenza e consulenza, come per la ricerca di controparti locali o la realizzazione di campagne promozionali o di analisi di mercato.
Alcune imprese lamentano la difficoltà di trovare nel Paese in cui vogliono esportare il contatto con una figura che si può definire ‘facilitatore’, che conosca le regole scritte e non scritte dei rapporti commerciali…
Il valore aggiunto che la Farnesina e la sua rete possono assicurare è la visione strategica dei nostri interessi economici nei singoli Paesi, anche sulle sfumature e complessità dei rapporti commerciali. Questa può rivelarsi una utile attività di orientamento e facilitazione. Ma anche gli uffici Ice o le Camere di commercio italiane all’estero, ovvero reti di professionisti favorevolmente noti ad ambasciate e consolati, possono soddisfare l’esigenza di una consulenza ‘su misura’.
Come sostenere le aziende nel finanziamento dei progetti?
Un supporto finanziario può essere previsto nell’ambito della Cabina di regia per l’internazionalizzazione, presieduta dalla Farnesina e dal Ministero dello Sviluppo economico, creata nel 2011 per assicurare il coordinamento tra i vari attori pubblici che si occupano d’internazionalizzazione, da Cassa depositi e prestiti, Sace e Simest.
Avete dei progetti specifici per alcuni Paesi o per alcuni mercati verticali?
Una delle principali novità di questi anni di profondo mutamento del sistema pubblico di sostegno all’internazionalizzazione, frutto della volontà del Governo di essere sempre più al fianco delle imprese, è stata la concentrazione sull’Ice della gestione delle risorse disponibili per l’attività promozionale. Queste risorse includono piani promozionali per i singoli Paesi, che l’agenzia Ice definisce d’intesa con le nostre ambasciate e che si focalizzano sui settori di maggiori opportunità per le nostre aziende nei singoli Paesi, ma anche i fondi speciali del Piano straordinario per la promozione del ‘made in Italy’ e l’attrazione degli investimenti.
A proposito del Piano straordinario per la promozione del ‘made in Italy’ e l’attrazione degli investimenti: qual è la strategia scelta?
Il Piano può contare su un budget di circa 300 milioni di euro per il triennio 2015-17 (oltre il triplo dei fondi disponibili nel quinquiennio 2010-14). Tra le azioni previste, segnalo tra le altre il sostegno alla penetrazione di prodotti italiani nei principali mercati di sbocco (soprattutto in Usa, Canada e Giappone), attraverso accordi con la grande distribuzione organizzata; il lancio di campagne di comunicazione per il contrasto al fenomeno dell’Italian sounding; il potenziamento dell’attività internazionale delle principali manifestazioni fieristiche italiane.
In che modo le associazioni di categoria in cooperazione con il Ministero possono supportare le aziende?
Le associazioni di categoria sono un prezioso canale per illustrare alle imprese, sui loro territori, chi siamo e cosa possiamo fare per loro, e anche perché le imprese stesse ci aiutino a meglio orientare la nostra azione. Ne è un esempio la collaborazione con Assolombarda, con cui abbiamo realizzato l’8 febbraio un incontro a Milano, anche per presentare il sondaggio che la Farnesina ha commissionato a Doxa.
Le aziende possono entrare in contatto con il Ministero anche via web?
Il sito web è la vetrina di presentazione delle attività del Ministero e dei suoi servizi al pubblico. Contiene anche informazioni di ‘diplomazia economica’, divulgate anche attraverso nostri appositi strumenti informativi. Il primo è InfoMercatiEsteri, strumento di market intelligence attivo dal 2013 che mira a fornire un quadro complessivo del contesto politico ed economico, dei rapporti con l’Italia e della presenza di aziende italiane in 125 Paesi esteri, utile a fornire un primo orientamento alle imprese interessate a internazionalizzarsi. Vi è poi un’altra piattaforma di market intelligence, ExTender, esistente dal 2003, per la diffusione mirata alle imprese di informazioni su gare d’appalto internazionali e su anticipazioni di gare e grandi progetti – i cosiddetti early warnings – di grande utilità in quanto anticipano i bandi futuri. Curiamo inoltre servizi editoriali, quotidiani e periodici, con informazioni sulle opportunità offerte dai mercati esteri alle nostre imprese.
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