FabbricaFuturo: facciamo il punto sul ‘sistema moda’
Il mondo della moda è un sistema ‘turbolento’, come l’ha definito Rinaldo Rinaldi, Professore associato dell’Università di Firenze, che ha tenuto l’intervento di apertura del nostro convegno. Il mondo del fashion deve
interpretare le esigenze del cliente e soddisfarle subito: la sfida si gioca sul time to market e, per garantirlo, vanno sconvolti tutti i processi della filiera, che va interamente riorganizzata, ripensata, anche per abbassare i tempi di attraversamento. In questo ripensamento rientrano anche i processi produttivi che, se affidati a fornitori globali, possono essere messi a rischio. Il sistema deve essere supportato da un sistema logistico efficiente in grado di affiancare un sistema di pianificazione della produzione e di gestione della supply chain nel suo complesso.
La Toscana è per tradizione ricca di imprese di questo settore. La peculiarità di molte di queste è aver saputo superare una dimensione artigianale per competere sui mercati internazionali. Andrea
Calistri, Ceo di Sapaf ci ha calato in questa dimensione. La sua azienda, nata a metà degli anni ’50 ha vinto la sfida dell’internazionalizzazione mantenendo la peculiarità di una tradizione artigianale consolidata. Come? Grazie alla tecnologia, che viene applicata nei diversi ambiti: dal taglio dei materiali, computerizzato attraverso progetti CAD alla tracciabilità, che fornisce garanzie in merito all’autenticità e all’uso dei materiali. In Sapaf ci si è anche concentrati per evitare la dispersione delle conoscenze accumulate nel corso di decenni e che fanno la differenza. Il Paese, ha sottolineato con forza Calistri, possiede un patrimonio rappresentato dalle nostre imprese che andrebbe maggiormente tutelato. Il nostro sistema Italia, con tutte le eccellenze che riesce a produrre, deve essere difeso. Per questo Calistri ha creato, ed è Presidente, del consorzio CENTOPERCENTO ITALIANO, nato per la tutela del della fabbricazione ‘italiana’ di pelletterie, calzature e abbigliamento. E la tecnologia, grazie ai progetti di tracciabilità, può dare una grande mano. Il tema della ‘protezione’ viene affrontato anche da Damiano Peres, Security Technical Leader di Primeur. Come garantire il capitale intellettuale del ‘sistema moda’? Come evitare di mettere a rischio importanti informazioni aziendali? L’uso sempre più diffuso delle applicazioni in mobilità, alcune delle quali anche connesse con i social network, rende il sistema molto più vulnerabile. Proteggere i dati significa evitare che qualcun altro metta in produzione qualcosa che abbiamo progettato noi. Ecco perché il tema non può essere sottovalutato.
Con Alvise Mariuzzo, It manager di Braccialini parliamo di innovazione. Cosa significa? Braccialini è un’azienda nata progettando prodotti ‘non convenzionali’ e che applica dunque logiche non convenzionali al business. Partendo dall’innovazione, un termine quasi spogliato di significato per l’It di Braccialini, che sottolinea con forza come tutto debba essere pensato e messo in atto con logiche innovative. Il bisogno di innovazione si deve trasferire ‘a pioggia’ a tutto quello che si fa in azienda. Dalla gestione del building, concepito con logiche di risparmio energetico, alla progettazione. L’innovazione va applicata al business, bisogna conoscere la realtà della propria azienda e non smettere mai di pensare. Cercando di anticipare i problemi, introducendo innovazioni per affrontare temi che magari non sono problematici ora ma che potrebbero diventarlo in futuro. Come la gestione della tracciabilità, introdotta in Braccialini in tempi non sospetti. Con la consapevolezza che molti problemi non si risolvono cambiando la tecnologia ma, spesso, modificando l’organizzazione.
Con Massimiliano Guerrini, titolare della Pelletteria Almax, ci siamo nuovamente calati in una dimensione artigiana che ha saputo evolvere in un’industria moderna, oggi partner di brand del lusso. Almax ha investito nell’innovazione dell’ambito produttivo. La sfida? Adeguare il modello organizzativo per adattarsi alle esigenze dei clienti e colmare gli eventuali gap tecnologici per
organizzare un’attività di stampo industriale. Rispettare i tempi sempre più stretti che impone il mercato è una necessità e il passaggio da eccellente realtà artigiana a impresa di successo non è semplice. Al fine di supportare questa crescita è nata nel 2011 Rete Almax, un accordo di rete creato a protezione della filiera di subfornitura. Anche questa è innovazione.
Con Lorenzo Tazzi, It Manger di Tessilform, Patrizia Pepe, siamo entrati nella dimensione retail: come si innova il modello attraverso gli strumenti che l’It mette a disposizione? Come si incide sull’esperienza di acquisto? Innanzitutto con l’inserimento di contenuti multimediali nei negozi attraverso Videowall, che consentono di veicolare ai clienti dei contenuti secondo una regia precisa.
Poi con tecnologie Rfid, per supportare i commessi nella fornitura di informazioni sul prodotto ma anche per evitare furti nel negozio. Infine con strumenti di video analisi, per analizzare i flussi di visite all’interno del negozio e valutare così con precisione il posizionamento dei capi esposti. La tecnologia consente di innovare drasticamente il modello retail e questo ha, naturalmente, anche un impatto anche sul modello di business.
Le testimonianze della giornata ci hanno trasferito messaggi positivi e concreti. Molte delle nostre aziende, nate con dimensioni artigianali, sono capaci di evolvere i loro modelli, sanno imporsi sulla scena internazionale e lavorano per la crescita complessiva del sistema. Sono aziende che sanno ascoltare, sanno aprirsi al nuovo, mettono in discussione i loro modelli e hanno voglia di crescere. Di questo entusiasmo abbiamo tutti molto bisogno.
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