FabbricaFuturo Bologna, l’industria di domani è già qui ma servono nuove tecnologie
Manifatturiero italiano sensibile sui temi R&D e innovazione prodotto. Ancora scarsa la propensione al digital business
Sognano l’Industry 4.0 abilitata dalla trasformazione digitale, ma sembrano timide nell’implementazione delle tecnologie per innovare i loro processi.
È questo, in sintesi, il quadro che emerge dai risultati della survey sui fattori critici di successo per l’industria manifatturiera condotta da ESTE in collaborazione con OD&M Consulting e discussa ieri nel corso di FabbricaFuturo Bologna, la prima di quattro tappe del ciclo di eventi – in collaborazione con i rappresentanti accademici dei più prestigiosi atenei d’Italia – dedicati ai temi d’avanguardia per la nascita della fabbrica intelligente di domani.
La survey (nelle tabelle di seguito pubblichiamo i risultati di sintesi) che ha coinvolto 88 aziende operanti nel settore manifatturiero, con un focus particolare sull’industria automotive, food e machinery, ha offerto un’istantanea della roadmap di sviluppo delle realtà più effervescenti operanti sul territorio italiano.
In tempi d’oro per smartphone, tablet e dispositivi di ogni sorta, che ci hanno abituato a interagire con apparecchiature sempre più interconnesse, stupisce la scarsa propensione al digital business, che si posiziona all’ultimo posto fra gli aspetti considerati critici per il successo. “Le imprese – conferma Marco Pizzoni, consulente area studi e ricerche OD&M Consulting – non sembrano al momento considerare prioritario un processo di digitalizzazione che possa sviluppare nuovi percorsi di business”.
Strategico invece risulta disporre di risorse umane competenti e di talento e la propensione all’internazionalizzazione, due delle leve che anche Marco Taish, professore di sistemi di produzione avanzati presso il Politecnico di Milano, individua come fulcro nevralgico dei megatrend che guideranno lo sviluppo di processi e prodotti migliori.
In particolare però emerge una maggiore attenzione rispetto alla ricerca e sviluppo, che si posiziona al primo posto con un voto medio decisamente più elevato rispetto alle altre aree.
Nonostante le imprese dichiarino che l’innovazione rappresenti un fattore critico, nei piani di sviluppo l’attenzione alle diverse tecnologie ICT è più bassa. Le imprese infatti non sembrano considerare prioritario un processo di digitalizzazione che possa sviluppare nuovi percorsi di business.
Valvola di sfogo di un mercato locale praticamente immobile l’internazionalizzazione delle vendite, seguita dalla formazione delle risorse umane e dall’efficientamento della produzione e dei sistemi logistici.
Maglia nera invece alla sostenibilità dei piani di sviluppo industriale (come CSR) e alla progettazione di prodotti green, elementi che Taish considera invece fondamentali per guidare la quarta rivoluzione industriale e vincere le sfide di un mondo in cui le risorse sono sempre più scarse e i grandi centri urbani sempre più affollati.
La mattina di lavori è proseguita con l’intervento di Mario Casoni, business development director PTC, che ha fatto il punto sulla dinamiche che stanno trasformando il modello di business di molti settori di industria, dalla tradizionale vendita di un prodotto verso un concetto di fornitura basato sul prodotto e su un nuovo e più evoluto concetto di servizio post-vendita che fa leva sulla tecnologia IoT.
A seguire Alberto Proverbio, Accenture products managing director, Supply Chain & Manufacturing lead in IGEM, ha analizzato le strategie di intervento per ottimizzare la produttività di impianti e asset in ottica Industry 4.0. Con Antonio Ascari, VP business development di CEVA Logistics Italia è stato invece affrontato il tema dell’evoluzione avvenuta nella collaborazione logistica nella sua declinazione operativa del magazzino settoriale, che ha visto CEVA pioniera nella costruzione della Città del Libro e della City Pharm.
Riflettori puntati sull’integrazione dei processi di collaborazione nell’intervento di Sauro Lamberti, AD Nuovamacut, che ha illustrato come le moderne piattaforme tecnologiche consentano uno sviluppo prodotto condiviso e interattivo fra tutti i partecipanti alla supply chain, dove fornitori e utilizzatori sono alla base del nuovo modello di global factory.
Nel cammino verso questo nuovo modello di produzione industriale le aziende possono oggi contare sulla solidità di enti e associazioni votate a fare sistema per superare insieme gli ostacoli della crisi, come ci ha tenuto a sottolineare Stefano Scaglia, AD SCAGLIA INDEVA e presidente AFIL – Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia.
A seguire Marco Ometto, plm and 3D experience application engineer di DESIGN SYSTEMS, ha illustrato i benefici operativi della soluzione EXALEAD OnePart: la proposta di Design Systems per migliorare il riutilizzo di parti, informazioni e documenti nei processi aziendali aumentando le potenzialità del PLM e valorizzando la proprietà intellettuale delle imprese.
La mattinata si è chiusa con l’intervento di Canon che, in base all’esperienza maturata sul campo con la divisione Business Services e ad un sondaggio Europeo, ha sottolineato come la gestione delle informazioni e dei documenti può assorbire fino al 15% dei costi complessivi di un’azienda. In risposta alle esigenze di massimizzare efficienza e valore in questo ambito, Andrea Lazzoni, Canon business services director, si è soffermato sul ruolo cruciale che i processi di documentali gestiti in outsourcing rivestono nelle aziende manifatturiere.
Nel corso del pomeriggio si sono tenute le sessioni parallele dedicate ai settori Machinery, Fashion, Automotive, Stampa 3D, Food. In evidenza l’intervento di Fabrizio Arnaldi, direttore commerciale di PLANNET, che nel suo intervento ha illustrato l’esperienza di implementazione del sistema avanzato di Planning & Scheduling COMPASS in Vergani, azienda leader del settore dolciario nella produzione di torrone, marron glaces, cioccolato e mostarda.
Andrea Corain, senior enterprise architect Italy di QLIK, ha invece animato la sessione Fashion durante la quale ha illustrato il caso OVS, rinomata realtà del retail in cui è stato portato a termine un intervento volto a ottimizzare logistica, supply chain e acquisti in modo unico e innovativo grazie alla data discovery.
Nella sessione automotive spazio a nuove soluzioni di progettazione con Patrizia Fois, channel sales manager di Dassault Systèmes, che ha spiegato come le soluzioni 3DEXPERIENCE Bid to Win consentano ai team che si occupano della gestione commessa e dello sviluppo prodotto di utilizzare strumenti e processi collaudati per analizzare e gestire le nuove opportunità commerciali.
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