Digitalizzazione nelle PMI, servono 28 miliardi
Ventotto miliardi di euro: questa è la cifra complessiva che servirebbe a tutte le medie imprese italiane per raggiungere un livello di digitalizzazione innovativo, oggi raggiunto solo dal 5% delle aziende. A rivelarlo è uno studio condotto da Mediobanca Research, l’area studi dell’istituto di credito milanese, in collaborazione con Google.
Per realizzare la previsione, è stato utilizzato un sistema di rating proprietario che misura il grado di maturità digitale delle imprese a partire da una serie di fattori fondamentali: la dotazione di un’infrastruttura digitale, l’uso di canali digitali, l’analisi dei dati, le competenze, la padronanza delle tecnologie d’avanguardia come l’Intelligenza Artificiale (AI). Oltre al dato già citato, a spiccare è la previsione sul potenziale incremento del Prodotto interno lordo (Pil): 28 miliardi di investimenti nella transizione digitale delle organizzazioni comporterebbero un incremento dello 0,7% del Pil nazionale nell’arco di cinque anni.
Nonostante lo studio abbia sottolineato la possibilità di investire da parte dell’80% delle imprese considerate nell’analisi, permangono ancora tre barriere, oltre a quella di natura culturale: il divario di competenze all’interno delle organizzazioni; la scarsa integrazione dei sistemi già presenti; i costi elevati.
Nonostante ciò, come noto, l’innovazione dei processi è elemento precursore di migliori performance e di una diminuzione dei costi. A confermarlo è anche lo studio in questione che, analizzando gli ultimi 10 bilanci delle aziende incluse nel virtuoso 5% di chi ha già raggiunto la vera digitalizzazione, ha mostrato come il ritorno sugli investimenti sia sostanziale: una crescita dei ricavi del 10% in più rispetto a tutte le altre imprese. A emergere è anche un aumento dei dati sull’export e sull’occupazione. Sono proprio le persone, quindi, a necessitare maggiore attenzione in questo processo: una formazione adeguata e focalizzata sulle competenze digitali può agire da motore, insito alle dinamiche aziendali, per la crescita delle organizzazioni.
Laureato in Comunicazione e Società presso l’Università degli Studi di Milano, Alessandro Gastaldi ha iniziato il suo percorso all’interno della stampa quasi per caso, già durante gli anni in facoltà. Dopo una prima esperienza nel mondo della cronaca locale, è entrato in ESTE dove si occupa di impresa, tecnologia e Risorse Umane, applicando una lettura sociologica ai temi e tentando, invano, di evitare quella politica. Dedica il suo tempo libero allo sport, alla musica e alla montagna.
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