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Diffusione del Plm nel sistema moda

Il caso della pelletteria di alta gamma

Il mercato degli applicativi informatici di impresa ha subito negli ultimi anni pesanti evoluzioni, che hanno portato allo sviluppo di strumenti sempre più integrati e performanti, in grado di coadiuvare le aziende nella maggior parte dei propri processi operativi. Ad oggi, nella maggior parte dei settori industriali si profilano tre macrotipologie di sistemi informativi: (i) gli strumenti a supportodelle fasi di progettazione (genericamente indicati come Authoring Tool), (ii) gli strumenti abilitanti diverse forme di collaborazione lungo i processi di product development e delivery (genericamente indicati come sistemi Cpdm, Collaborative Product Development and Management)e (iii) gli strumenti a supporto dei processi gestionali e transazionali classici (genericamente indicati come sistemi Erp, Enterprise Resource Planning). L’insieme di queste tre macro-tipologie di applicativi costituisce quello che è noto come mercato del Plm, Product Lifecycle Management. In alcuni settori, il Plm sta ancora vivendo una fase di introduzione, con una serie di interessanti declinazioni in corso di elaborazione. Tra questi, si conta un settore esclusivo, tipicamente rappresentativo della capacità tutta italiana di creare e dominare nicchie di mercato di successo, come risulta essere quello della pelletteria di alta gamma. Il presente articolo riporta una prima indagine, condotta nel 2009, circa la diffusione e la declinazione specifica che il Plm sta assumendo in questo interessante settore del Made in Italy. A cura di: Romeo Bandinelli, Università degli Studi di Firenze, Laboratorio Ibis Eleonora Focardi, Università degli Studi di Firenze, Laboratorio Ibis Sergio Terzi, Università degli Studi di Bergamo, Centro Cels Un’adeguata introduzione storico-evolutiva risulta indispensabile per comprendere la situazione dell’attuale mercato, costituito da strumenti di progettazione (Authoring Tool), da sistemi di collaborazione (Cpdm) e sistemi gestionali (Erp). Relativamente alla progettazione, per il tradizionale processo di New Product Development, gli Authoring Tool esistono da oltre un trentennio, nel corso del quale hanno subito notevoli evoluzioni. Gli editor di disegni tecnici a due dimensioni (Cad 2D), nati negli anni ’70, si sono evoluti in modelli numerici tridimensionali durante gli anni ’80 e ’90, fino ai moderni sistemi Cad 3D, strumenti di modellazione digitale a tutto tondo, includenti elementi funzionali, costruttivi, di assemblaggio, stilistici, fino anche alla memorizzazione e automazione delle regole di progetto. È parallelamente aumentato il livello di interoperabilità dei sistemi Computer Aided, creando piattaforme integrate di Computer Aided Engineering (Cae), Computer Aided Process Planning (Capp) e Computer Aided Manufacturing (Cam), riducendo notevolmente i tempi di elaborazione dei dati tra le fasi del processo di sviluppo e ingegnerizzazione del prodotto. Aumentando la digitalizzazione dei dati di progettazione, a metà degli anni ’90 sono stati sviluppati i primi sistemi di data management a supporto delle attività dell’ufficio tecnico, denominati di volta in volta come sistemi di Engineering Data Management (Edm), Technical Data Management (Tdm), Product Information Management (Pim), Product Data Management (Pdm). Le prime soluzioni si focalizzavano sulla risoluzione del problema della gestione delle informazioni di prodotto, basandosi su tecnologie abilitanti la manipolazione e il salvataggio dei dati; ma con il passare del tempo e l’avvento di nuove tecnologie non hanno tardato ad arrivare ulteriori funzionalità, come l’automazione nella gestione di processi ricorrenti (mediante applicativi di workflow management) e la condivisione delle informazioni con funzioni aziendali esterne alla progettazione, come produzione, marketing, assistenza tecnica ecc., espandendo le capacità core di data management lungo l’ideale ciclo di vita di un prodotto. Oggi questa serie di applicativi è genericamente indicata come strumenti di Cpdm. La medesima tendenza di estensione delle funzionalità  registrata nei processi di progettazione si è man mano manifestata anche negli applicativi It a supporto dei processi logistico-produttivi. Dalle sole attività di gestione della produzione, negli ultimi 20 anni i software vendor di soluzioni gestionali hanno allargato il proprio portfolio, fornendo applicativi sempre più integrati, sviluppando i moderni sistemi Erp modulari, comprensivi di strumenti per il Supply Chain Management (Scm), il Customer Relationship Management (Crm), l’Advanced Planning Scheduling (Aps), il Manufacturing Execution System (Mes) ecc. Come naturale conseguenza di tutte queste evoluzioni, nel mercato si è sviluppata una fiorente e variegata offerta di soluzioni It commerciali di diverso grado di integrazione e interoperabilità. Sia gli sviluppatori di strumenti di progettazione, sia quelli di sistemi Erp, nell’ultimo periodo hanno gradualmente esteso le funzionalità dei propri applicativi oltre la tradizionale area di interesse, così da offrire soluzioni complete. A questa evoluzione, a partire dal 2000 il mercato ha assegnato l’acronimo di Product Lifecycle Management (Plm) quale approccio alla gestione del ciclo di vita del prodotto, con il suo corredo di dati. Sul concetto di Plm esistono in letteratura e tra gli addetti ai lavori innumerevoli definizioni. Nella sua accezione generale, Plm indica comunemente un approccio integrato di business che, con l’ausilio delle tecnologie It, realizza una gestione integrata, cooperativa e collaborativa delle informazioni di prodotto, lungo le diverse fasi del suo ciclo di vita. In estrema sintesi, non esiste un software Plm identificabile come tale, ma un insieme di applicativi che, in funzione del loro grado di integrazione, possono implementare una visione aziendale più o meno vicina a un approccio ‘orientato al Plm’. Tradizionalmente, l’applicabilità di questi strumenti ha avuto notevole successo nei settori aerospace e automotive; ma nell’ultimo decennio, in seguito alle evoluzioni che hanno coinvolto l’informatica mondiale, molto è cambiato nelle tecnologie alla base di un sistema Plm, allargandone i confini a nuovi mercati. Da ciò consegue che software vendor e società di consulenza guardano sempre più ai mercati non tradizionali per diversificare il proprio portfolio rispetto ai tipici prodotti per le industrie manifatturiere e fuggire alla forte competizione da cui questo contesto economico è caratterizzato. Tra i nuovi mercati si segnala quello della moda che, come è noto, rappresenta uno dei comparti più importanti dell’economia italiana. Negli ultimi anni, l’industria della moda sembra mostrare un crescente interesse verso l’approccio e le tecnologie Plm, le quali possono permettere da una parte di rispondere al difficile contesto economico che sta vivendo il settore (es. contrazione delle vendite, concorrenza dei Paesi emergenti, delocalizzazione, riduzione del Time To Market ecc.), dall’altra anche di ricercare la razionalizzazione dei processi e l’efficienza, ovviando alle caratteristiche proprie del sistema produttivo (per es., cambiamenti rapidi nel corso dello sviluppo prodotto, breve ciclo di vita dei prodotti, forte competizione ecc.). Attualmente le dimensioni del mercato mondiale del Plm per la moda sono stimate da Amr Research in 250 milioni di dollari, con previsioni di crescita per i prossimi anni. In questo contesto si colloca l’indagine dal titolo Analisi strumenti It nel Sistema Moda, condotta tra i mesi di dicembre 2008 e marzo 2009 presso le aziende operanti nel mercato della pelletteria di alto livello dai ricercatori del Laboratorio Ibis (www.ibis.unifi.it) del Dipartimento di Energetica dell’Università degli Studi di Firenze, con la partecipazione dei ricercatori del Centro Cels (Research Center on Logistic and After-Sales Services) dell’Università degli Studi di Bergamo. Le principali evidenze di questa ricerca empirica, riportate oltre, costituiscono un primo input per comprendere l’implementazione e la diffusione dell’approccio Plm nel macro-settore della moda. Risultati della ricerca L’indagine rientra tra le ricerche di tipo empirico ed è da considerarsi di natura esplorativa, a campione, realizzata mediante interviste frontali supportate da un questionario guida. All’interno del Sistema Moda, il campione di riferimento è stato limitato alle aziende che appartengono al settore pelletteria, operano nella fascia alta del mercato e possiedono almeno una Business Unit produttiva in Italia. Nello specifico, con ‘settore pelletteria’ si intende l’insieme delle aziende del comparto a valle, i cui prodotti appartengono ai segmenti borsetteria, valigeria, piccola pelletteria e calzature. Nella formazione del campione, l’intento è stato quello di coprire interamente il settore, coinvolgendo tutte le aziende che producono in Italia, per una popolazione di oltre 50 aziende. Tra queste, il tasso di risposta è stato del 37%. Nel prosieguo non saranno mai citati i nomi delle aziende rispondenti all’indagine per motivi di riservatezza. Nella survey sono stati indagati la diffusione e l’utilizzo dei diversi Authoring Tool, nonché il grado di adozione e le modalità di implementazione dei sistemi Cpdm. In particolare, si è voluto verificare la ‘maturità applicativa It’ delle aziende del campione e l’esistenza di legami tra questa e parametri aziendali quali fatturato e dimensione. Si sono quindi identificati i fattori che spingono le aziende appartenenti a questo mercato a investire in sistemi ‘tendenti al Plm’, i benefici attesi e conseguiti, nonché le eventuali criticità rilevate. Sono stati infine individuati i trend, attuali e futuri, in merito a progetti Plm oriented, al fine di confrontarli con le tendenze del mercato It e comprendere se il clamore che software vendor e società di consulenza stanno generando sull’implementazione di tali soluzioni in questo comparto economico sia fondato o meno. La Figura 1 riporta in sintesi le percentuali di adozione dei diversi sistemi di progettazione e di soluzione collaborative tra le aziende appartenenti al campione: a fronte di una diffusione totale di sistemi gestionali (Erp), si rileva una certa difformità relativamente agli strumenti Cax e Cpdm. L’istogramma evidenzia come il 20% di aziende sia del tutto privo di strumenti abilitanti il Plm, fenomeno caratterizzante quei soggetti che demandano l’intero sviluppo in outsourcing. Il restante 80% ha installato sistemi Cad (sia 2D, sia 3D), mentre il 45% possiede anche strumenti Cam, che in questo contesto economico sono macchine per il taglio automatico di pelle e tessuti. Relativamente alle soluzioni Cpdm, la figura mostra che la loro presenza è ascrivibile al 40% delle aziende intervistate. Al fine di possedere un parametro abbastanza ampio in grado di descrivere l’intero campione dal punto di vista delle soluzioni It, è stata definita una variabile di indagine ‘maturità applicativa It’, costruita incrociando il livello di integrazione esistente tra i software presenti in azienda (ovvero la capacità del sistema di condividere le informazioni e di dialogare sia all’interno, sia verso l’esterno), con il grado di copertura funzionale degli stessi (che rappresentano le diverse modalità di gestione dei dati di prodotto). È quindi possibile individuare quattro livelli di maturità applicativa, definibili come: • Inesistente: nel caso in cui sia copertura funzionale, sia integrazione siano assenti. Nella ricerca, le aziende appartenenti a questo settore sono prive di qualsiasi strumento di collaborazione; • Bassa: si ha con un livello di copertura funzionale basso, associato a un livello di integrazione basso e/o medio. Nella ricerca, le aziende appartenenti a questo livello sono prive di sistemi Cpdm e/o di sistemi per lo scambio di informazioni con i fornitori; • Media: quando entrambi i parametri sono medi. Per la ricerca, le aziende appartenenti a questo livello hanno implementato un database mediamente sofisticato, in grado di gestire accessi controllati e riservati, senza ricorrere a un workflow automatizzato. Aziende appartenenti a questo livello hanno implementato soluzioni di tipo Pdm commerciale; • Alta: con copertura funzionale alta e livello di integrazione medio e/o alto, oppure copertura funzionale media e livello di integrazione alto. A questo livello si fa un utilizzo intensivo di workflow automatizzati tra funzioni aziendali, per la gestione di dati di prodotto e di altre informazioni strutturate e complesse. Le aziende hanno implementato soluzioni Cpdm orientate a una visione di Plm. Analizzando la Figura 2, si può notare come il 40% del campione abbia una maturità applicativa bassa, frutto di una limitata copertura funzionale delle componenti applicative, che possiedono ambito e specializzazione limitati. Il restante 60% è ripartito equamente tra gli altri tre livelli. Valutando il numero di Stock Keeping Unit (Sku) diversi trattati a stagione dall’azienda, parametro che fornisce indicazioni sulla varietà delle collezioni di pelletteria, è emersa la possibilità di un legame, mostrato nel grafico qualitativo in Figura 3, in cui sono rappresentati tutti gli elementi del campione: all’aumentare del numero di Sku gestiti a stagione dalle aziende cresce il livello di maturità applicativa. Si notano anche alcuni out-layer, imprese che, pur trattando molti Sku a stagione, hanno maturità applicativa bassa o inesistente: per la natura empirica della ricerca non è possibile spiegare esattamente il fenomeno, ma le probabili cause possono essere ricondotte a problemi di budget, strategia di outsourcing spinto, o scetticismo nei confronti delle soluzioni It. L’implementazione di strumenti Cpdm appare collegata anche alla numerosità dell’organico della divisione: le Business Unit più grandi hanno una maturità applicativa It maggiore. Da sottolineare che, sebbene la suddetta relazione non lo escluda, non si verifica mai che imprese con organico limitato possiedano soluzioni avanzate: questo potrebbe essere spiegato in quanto i volumi di risorse necessari per questi progetti sono tali da scoraggiare le aziende più piccole. Questo appare uno dei limiti maggiori degli applicativi Plm che risultano ancora élitari, progettati per soddisfare le richieste delle grandi aziende. Dalle dichiarazioni di software house e società di consulenza del settore si rileva un forte clamore attorno all’adozione di sistemi Cpdm nell’ambito della moda, e quindi alla nascita di un nuovo mercato per il Plm. Indagando con la presente survey in merito ai trend attuali e futuri, si rileva che tale interesse appare del tutto giustificato. I risultati confermano infatti la tendenza degli ultimi anni, durante i quali è avvenuto un vero e proprio rinnovamento degli strumenti di progettazione assistita, e in molti casi si è assistito alla prima introduzione di sistemi Cpdm, anche se a tal riguardo il fenomeno è estremamente recente (ultimi 2-3 anni). In Figura 4 sono riportate le risposte in merito all’introduzione, nei prossimi anni, di strumenti abilitanti il Plm nell’area sviluppo prodotto (New Product Development, Npd). È da sottolineare che indagando sull’importanza attribuita agli strumenti abilitanti il Plm, tutte le aziende (anche quelle con maturità applicativa bassa), riconoscono “a voce” il valore non solo dei sistemi CAx, ma anche dei sistemi Cpdm. Nella realtà, però, gli investimenti It descrivono una situazione un po’ diversa (Figura 4): il 75% delle aziende prive di strumenti non prevede di introdurne nei prossimi anni. Questa staticità è probabilmente attribuibile in parte a problemi di budget e in parte a considerazioni in merito alle effettive esigenze delle imprese. Per contro, molto più fermento si nota negli altri gruppi di aziende; in particolare, quelle attualmente dotate solo di strumenti di progettazione (Gruppo 2) mostrano un forte interesse per soluzioni Cpdm con numerosi progetti di introduzione ex novo, quindi di rilevanza economica notevole. Interessante anche quanto si rileva tra le organizzazioni già provviste di soluzioni Cpdm (Gruppo 3 e Gruppo 4): tutte queste aziende prevedono progetti di estensione delle funzionalità dei propri sistemi, tendendo a soluzioni Plm complete, spinte dai benefici a oggi rilevati. Poiché i suddetti quattro gruppi corrispondono ai gradi di maturità applicativa (Figura 2), appare evidente (frecce in Figura 4) che la tendenza futura delle aziende del comparto pelletteria di alta gamma sarà quella di accrescere la propria maturità applicativa It. Con questa indagine è stato quindi possibile confermare i dati di mercato che mostrano come una direttrice di espansione sia relativa alla tendenza dei principali vendor di sistemi CAx e Cpdm di estendere la propria offerta alle aziende appartenenti ai diversi comparti del Sistema Moda, adeguando gli applicativi alle specifiche esigenze del settore. La ricerca ha in particolare messo in luce come il settore abbia delle proprie specificità, con cui è necessario fare i conti. In merito agli Authoring Tool, il 74% degli strumenti Cad implementati e il 100% dei Cam sono applicativi appositamente sviluppati per questo settore. Infatti, tra le determinanti per la scelta di tali sistemi si annoverano la presenza di blocchi e comandi studiati appositamente per la pelletteria, come anche la reputazione acquisita dal vendor nel settore. Si rileva una generale diffidenza per applicativi general purpose, derivati da altri contesti industriali (es. Cad di background meccanico). Per quanto concerne le soluzioni Cpdm, i principali fattori che spingono all’implementazione risultano in linea con ciò che è riconosciuto in letteratura e nei settori tradizionali: ricerca di una migliore gestione documentale, riduzione dei lead time, incremento della collaborazione interfunzionale ecc. Relativamente alle funzionalità abilitate e attività supportate, le differenze con i Cpdm di settori tradizionali sono però consistenti, tanto da far apparire i Cpdm per la moda come strumenti diversi da quelli classici creati nell’industria meccanica. Difatti, emerge che il compito primario richiesto al Cpdm è l’analisi dei costi di prodotto fin dalla progettazione, stimando anche i consumi dei materiali a partire dal modello Cad, seguito dalla gestione della documentazione tecnica e di progetto finalizzata a ‘mettere ordine’ e dalla creazione di un archivio aziendale di informazioni strutturate. In particolare, contrariamente ai settori tradizionali, l’esigenza di un Cpdm nella moda cresce all’aumentare della varietà e dell’ampiezza della produzione e delle Sku, che provoca difficoltà nella gestione dei dati di prodotto; sono invece meno utili le funzionalità per il design reuse, tipiche di contesti a limitata variabilità come è solitamente quello dell’industria meccanica tradizionale. È inoltre raro l’utilizzo di sistemi Cpdm per la collaborazione extra-aziendale; infatti, la quasi totalità del campione si è rivelata priva di strumenti informativi per rapportarsi al parco fornitori, ma anche per la gestione della distinta base, solitamente demandata all’Erp. In generale, si può notare come le attività abilitate dai Cpdm della moda siano più vicine a quelle di un Erp piuttosto che a quelle di Pdm commerciale classico. Da tutto questo può solo conseguirne che, come per gli Authoring Tool, anche per i sistemi di Cpdm le determinanti per la scelta risiedono nella loro natura business specific e nella reputazione che la software house possiede all’interno del settore.

Conclusioni

Quanto rilevato dalla survey, tenendo conto dei limiti della sua natura esplorativa, può essere esteso all’intero settore pelletteria di alta gamma, dato anche il fatto che le aziende intervistate sono le più rappresentative. Dalla ricerca emerge da una parte che questo contesto economico è ancora tecnologicamente acerbo; dall’altra è indubbio che vi sia una crescente volontà di aumentare la propria maturità applicativa It, nella ricerca di una maggiore efficienza gestionale, a partire dall’area sviluppo prodotto fino a coinvolgere l’intera organizzazione. La ricerca ha inoltre messo in luce la specificità del settore, rappresentativa dell’intera specificità del Sistema Moda, rispetto ai comparti più tradizionalmente attivi nel contesto del Plm. La struttura It che risulta più funzionale alle organizzazioni di questo settore per l’applicazione dell’approccio Plm è quella rappresentata in Figura 5, che prevede l’utilizzo di Authoring Tool e sistemi Cpdm integrati fra loro e con l’Erp (che assolve un ruolo primario nel product delivery). I sistemi Cad 2D e 3D supportano la progettazione con la realizzazione dei modelli digitali e l’industrializzazione, mediante la modifica degli stessi per la produzione in serie. I sistemi Cax sono integrati da una parte con le macchine a controllo numerico (per il taglio automatico della pelle e la realizzazione dei prototipi degli accessori) con cui scambiano dati Cam, dall’altra con i sistemi Cpdm con cui condividono i disegni e le specifiche tecniche. I Cpdm installati sono software Pdm business specific e molto personalizzati, con un’estesa copertura funzionale, che va oltre le classiche funzionalità dell’ufficio tecnico; essi si interfacciano “a valle” con i sistemi Erp, per scambiare i dati per la gestione della distinta base e per l’approvvigionamento dei materiali.

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