Da bottega artigianale a Smart factory: la trasformazione digitale di Nuncas
Da un lato la capacità di porre l’innovazione digitale a servizio della valorizzazione del lavoro umano; dall’altro la volontà di promuovere al massimo i princìpi della sostenibilità ambientale, nel quadro di un cammino che punta a raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi. Sono questi gli elementi chiave della visione imprenditoriale di successo di Nuncas, azienda specializzata nell’offerta di prodotti per la cura della casa, dei tessuti, delle superfici e degli ambienti, che ha inteso il concetto di abitazione come un vero e proprio centro nevralgico – accogliente e sostenibile – della vita sociale delle persone.
Nato nel 1920 dal sogno imprenditoriale di Nunzio Cassata, oggi il Gruppo è una realtà consolidata in Italia e in Europa, che nel corso di oltre un secolo ha saputo affrontare al meglio le sfide del mercato. In questo lungo periodo di attività – partito con il lancio sul mercato del primo ‘bianchetto’ per sbiancare le scarpe negli Anni 20 per poi arrivare all’attuale offerta di intere linee di prodotti green oriented – il mantra è stato sempre lo stesso: coniugare al meglio il solido know how maturato con le nuove opportunità offerte dalla tecnologia. Il tutto per dare al cliente prodotti che abbiano un impatto minimo sull’ambiente, grazie a una continua ricerca di soluzioni all’avanguardia.
Questa visione, in perfetto equilibrio tra passato e futuro, è stata portata avanti anche dall’attuale management di Nuncas, capace, dagli Anni 80, di coniugare lo slancio inventivo della nipote del fondatore Rosy Cassata, Direttore Creativo, con lo sguardo lungimirante del marito Luca Manzoni, Presidente e CEO, nonché artefice di un percorso di forte internazionalizzazione del Gruppo e di potenziamento di modelli di business eco-friendly. Un connubio vincente confermato anche nella quarta generazione di eredi, rappresentata dai figli della coppia, Carlotta e Aurelio, che stanno contribuendo al percorso di innovazione dell’azienda, proiettandola nel futuro e valorizzandone allo stesso tempo la storia: al momento lei è Responsabile Comunicazione e Marketing, mentre lui è Sustainability Manager.
La tecnologia a servizio dell’essere umano
Nell’evoluzione dell’azienda, che nel 2019 ha ridisegnato tutta la linea produttiva in chiave smart, un ruolo chiave è stato giocato dal modo di declinare il concetto di digitalizzazione. “Siamo convinti da sempre che la tecnologia debba essere al servizio degli esseri umani e non viceversa”, spiega Manzoni, che l’8 luglio 2022 è stato tra i relatori della tappa di Brescia di Fabbrica Futuro, il progetto multicanale della casa editrice ESTE, focalizzato sulla narrazione e l’analisi dei megatrend del settore manifatturiero. “In quest’ottica, cogliere le opportunità dell’Industria 4.0 non vuol dire sostituire gli esseri umani con la macchina, bensì cambiare il ruolo che le persone svolgono in azienda. La sfida è, quindi, favorire il passaggio da un modello analogico a uno euristico, dove il focus non è sulla soluzione tecnologica, ma sul contributo che gli individui possono offrire nel massimizzare i dati ottenuti”. In sostanza, secondo il Presidente di Nuncas, le tecnologie sono utili perché aiutano nel controllo, ma è fondamentale che gli esseri umani siano capaci di sfruttare al meglio il loro potenziale. Ben si comprende come, in una visione di questo tipo – basata sulla capacità di sapere sfruttare in modo efficace le tecnologie digitali, plasmandole sulle diverse esigenze produttive – la sfida sia realizzare un’adeguata raccolta e valorizzazione dei dati. “La Chimica è una materia complessa e se non si hanno informazioni basate su dati si rischia di fare grossi errori. Conoscere e monitorare il processo in modo efficace risulta importantissimo per capire dove risiedono le criticità e affrontarle al meglio”, prosegue Manzoni. Questo focus sul dato rappresenta il fil rouge che lega tutte le fasi: dalla produzione fino alla commercializzazione. Quando, infatti, si passa dall’idea iniziale di un nuovo potenziale prodotto al test per valutarne l’efficienza, ogni aspetto deve essere monitorato al più alto livello: “Prima di realizzare una nuova formula chimica sono svolte dalle 100 alle 200 prove. Ognuna di queste versioni testate deve essere valutata rispetto all’efficacia e alla rispondenza a standard predefiniti. In sostanza bisogna, per esempio, capire se la prima versione è più performante della 100esima. In questo l’analisi e l’elaborazione dei dati sono fondamentali”. Un altro momento centrale in cui la gestione delle informazioni riveste un ruolo di primo piano è il passaggio successivo alla fase di test, ovvero la produzione su scala industriale. “Anche in questo sono richieste verifiche, per ridimensionare la valutazione, attraverso l’ulteriore raccolta di dati chimici. In sostanza, si vuole essere sicuri di ottenere realmente il prodotto che ci si era prefissati di realizzare e che si era testato”. A queste analisi si aggiungono, poi, i controlli di fine produzione (che forniscono per esempio dei riscontri sulle caratteristiche del prodotto in termini di resistenza ad attacchi batterici) e quelli metrologici, che consentono di capire se le quantità confezionate sono quelle corrette. Nel modello di Nuncas, dunque, il flusso continuo di operazioni di controllo, rese possibili dall’analisi dei dati, consente di avere sempre una fotografia in tempo reale dei processi produttivi. Ciò permette, inoltre, di orientare le decisioni su fatti concreti e soprattutto di metterle in atto tempestivamente, affrontando le criticità sul nascere. Insomma, come spiega Manzoni: “Senza i dati si naviga nel buio”.Coniugare digitalizzazione e sostenibilità
Un altro ambito in cui la digitalizzazione ha dato vita a un cambio di passo importante è sicuramente la sostenibilità ambientale. Nel quadro delle (tante) iniziative promosse da Nuncas su questo tema, l’analisi dei dati, resa possibile dalle tecnologie digitali, ha dato, infatti, un importante contributo. In particolare, l’imperativo è stato, ancora una volta, quello di misurare, cioè avere un’informazione quantificabile che restituisca un quadro minuzioso dei consumi di tutti i diversi processi produttivi della fabbrica e del loro impatto in termini di emissioni inquinanti: “Abbiamo realizzato un Life cycle assessment dei prodotti, che ci ha fornito un quadro dettagliato dell’impatto ambientale dell’azienda”. Nello specifico, il Presidente commenta: “Abbiamo valutato le emissioni di Anidride carbonica, ma anche i consumi energetici, quelli di carta e di altri materiali. Tutte queste informazioni ci hanno permesso di intervenire in modo mirato in ambiti specifici”. Oltre a concentrarsi sul monitoraggio dei consumi, l’azienda è, inoltre, intervenuta sul fronte packaging: si è scelto di rinunciare al Pvc (polivinilcloruro) a vantaggio del Pe (polietilene), una plastica più eco-compatibile che garantisce anche un minor impatto sulla salute degli operatori che lavorano il materiale plastico ad alte temperature. Tutte queste iniziative virtuose si inseriscono nel quadro più ampio di un percorso volto a raggiungere obiettivi green sempre più sfidanti, tra cui quello di arrivare ad avere zero emissioni. I vantaggi delle tecnologie digitali si sono, inoltre, esplicati nel modo di intendere il lavoro nella fabbrica del futuro. Da questo punto di vista l’idea è quella di valorizzare, nell’attività lavorativa, la propensione a sperimentare, a percorrere strade meno battute creando nuove connessioni tra le cose. Se, infatti, la macchina fornisce il dato, è l’essere umano il soggetto che lo interpreta al meglio, nell’ambito di attività a maggior valore aggiunto. Usando una metafora, Manzoni spiega: “Un lavoro analogico segue un percorso ben definito, dove tutto è chiaro, per andare dal punto di partenza a quello di arrivo. Questo tipo di lavoro è legato a una visione vecchia di 100 anni. Nella fabbrica del futuro è, invece, fondamentale puntare sul lavoro euristico, dove l’interconnessione tra le persone, le cose e i dati rappresenta l’elemento cruciale”. Su questo aspetto, dice l’imprenditore, le decisioni si prendono ricorrendo al pensiero laterale. In sostanza, non basta avere macchine altamente performanti che restituiscono dati in modo ineccepibile. L’elemento chiave è, invece, il contributo dell’essere umano che – con il suo spirito critico, la sua capacità di non pensare per schemi precostituiti – riesce a trasformare l’esaustività dei dati in uno strumento per mettere in atto decisioni efficaci. Questa forma mentis si è tradotta anche nella capacità dell’azienda di cogliere al meglio tutte le opportunità del lavoro agile, divenuto una necessità durante la pandemia. Tutte le persone dell’organizzazione che lavorano negli uffici hanno, infatti, lavorato da remoto permettendo all’azienda di continuare la sua attività con la massima efficienza anche durante la fase acuta della pandemia e i relativi lockdown. “Non abbiamo mai avuto problemi. Inoltre, questa modalità di organizzazione del lavoro ha consentito di ridurre l’impatto ambientale”, precisa Manzoni.Uno sguardo al futuro con la capacità di evolvere
Da quanto detto finora, emerge con forza l’immagine di un’azienda versatile, che guarda al futuro puntando sulla sua capacità di stare al passo con i tempi e di rendere la tecnologia digitale il perno di una visione di fabbrica innovativa ed efficiente. A essere scalzati sono, quindi, tutti gli stereotipi sui pericoli della perdita di lavoro legata all’avvento del digitale. Questo vento di cambiamento e di innovazione non si configura, nella visione di Nuncas, come un fenomeno destinato a spazzare via il contributo degli esseri umani nella fabbrica, ma anzi è da considerare come un vero e proprio catalizzatore di sviluppo. Per sfruttare appieno le opportunità della transizione digitale, precisa Manzoni, l’azienda ha scelto, in particolare, di guardare al futuro in due modi: “Da un lato vogliamo evidenziare i valori che hanno contraddistinto da sempre la nostra storia, rappresentando i suoi punti di forza. Dall’altro vogliamo continuare a innovare, non puntando solo su piccoli progetti, ma sulla capacità di essere sempre aperti a stravolgere completamente il percorso fatto finora, sia sul prodotto sia sul modello aziendale”. In quest’ottica, è la tesi del Presidente del Gruppo, la relazione tra azienda e persone è fondamentale: “Ogni risultato si ottiene valorizzando il contributo dei singoli individui nel quadro più ampio di obiettivi comuni. In questo senso siamo un team che percorre la strada nella stessa direzione, affrontando in modo sinergico le diverse criticità che si presentano”. Tra queste c’è la difficoltà a reperire personale: “È un problema di tutte le imprese e anche noi ne siamo coinvolti. In particolare nel nostro campo, c’è una forte carenza di laureati in chimica”. Da qui la necessità di costruire un modello di funzionamento aziendale attrattivo, che il Gruppo sta portando avanti puntando, tra l’altro, sul lavoro agile e sull’attenzione ai bisogni dei collaboratori. In sostanza, dunque, innovazione, attenzione alle persone e flessibilità di pensiero sono i tre pilastri della visione di Nuncas che, in oltre un secolo di storia, ha saputo accogliere in modo proattivo il cambiamento, affrontando in modo vincente le sfide poste dalla digitalizzazione. La sua visione ‘euristica’ è stata il centro propulsore di una crescita, in cui la tutela dell’ambiente si è intersecata con la valorizzazione dei dati, richiesta dall’Industria 4.0. Il tutto nel quadro di un approccio integrato, sinergico che non trascura le potenzialità del pensiero laterale. In questo modo l’organizzazione ha saputo coniugare in modo efficace passato e presente, munendosi di tutti gli strumenti per proiettarsi al meglio verso il futuro.L’articolo integrale è pubblicato sul numero di Luglio-Agosto 2022 di Sistemi&Impresa.
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