Citrix: lavorare meglio per vivere meglio
Il Software Defined Workspace supporta una user experience che si traduce in produttività in azienda e fuori dai suoi confini. Lo spiega in questa intervista Benjamin Jolivet, Country Manager per l’Italia di Citrix
di Chiara Lupi
‘Work better live better’, questo il motto di Citrix, come ha subito sottolineato Benjamin Jolivet, Country Manager per l’Italia, quando lo abbiamo incontrato. “Il confine tra la vita personale e lavorativa è sempre più fluido – ha spiegato il manager –. Il mondo del lavoro sta cambiando pesantemente e bisogna analizzare cosa sta succedendo alle imprese e al CIO che controlla il sistema IT”.
Secondo Jolivet il cambiamento nelle aziende è conseguenza dell’esplosione del mondo digitale, con la grande diffusione di smartphone e tablet, che ha condotto l’utente a un nuovo modo di uso di questi apparati, introducendo una modalità semplice di rapportarsi alle applicazioni, un’esperienza facile e comprensibile, senza necessità che l’IT spieghi le funzionalità. La cosiddetta consumerizzazione. Contemporaneamente si è verificata anche un’esplosione del mondo applicativo orientato al mobile, “tutto può essere gestito anche fuori dall’ufficio che deve essere in rete e, ovviamente, controllato”.
“Oggi – ha aggiunto Jolivet – legato a questo cambiamento emerge il concetto di ‘Software Defined Workspace’. Molti parlano di Software Defined rivolgendosi all’IT (Software Defined Data Center, Software Defined Networking), ma è l’esperienza dell’utente sul lavoro che sarà definita dal software”.
“Siamo di fronte a un’accelerazione esponenziale dell’innovazione, e l’IT sta penetrando tutti i paradigmi della nostra vita(dall’auto al sistema medicale) – ha sottolineato il Country Manager di Citrix –. Uno di questi paradigmi è il lavoro, e noi siamo sempre stati focalizzati su ciò di cui ha bisogno l’utente per lavorare: ‘work better’”.
Allora il Software Defined Workspace cosa propone? “Propone di dare all’utente quello di cui ha bisogno, che detto così sembra di una banalità profonda – ha spiegato Jolivet –. Ma è certo che, con il paradigma IT che cambia profondamente (device, mobilità, cloud), alla base bisogna costruire un sistema che raggruppi le applicazioni da utilizzare, il dato necessario per far girare l’applicazione e i tool di produttività. Dunque il Software Defined Workspace è un ambiente di lavoro definito dalla suite di software che noi mettiamo a disposizione, la Citrix Workspace Suite, che mette insieme un appstore per le applicazioni di cui si ha bisogno, il desktop necessario e i dati, in un modo facile da utilizzare ovunque, su qualunque device e con la medesima interfaccia, un flusso semplificato e applicazioni sviluppate in ottica di mobilità”.
Attualmente almeno il 20% delle persone ‘consumano’ l’IT al di fuori dell’azienda, questo significa che il network che prima era sotto controllo, in quanto tutto all’interno della LAN, oggi va indirizzato con delle connessioni che possono essere 3G o 4G. “Il network delle imprese si sta espandendo, gli utenti stanno utilizzando sempre più device e bisogna offrire loro lo stesso ambiente sia all’interno che all’esterno dell’azienda”.
“La vera sfida di oggi per l’IT e per l’organizzazione – ha approfondito Jolivet – è il seguire gli utenti e offrire loro degli strumenti che siano coerenti quando passano dallo smartphone al tablet o al desktop; nel suo percorso l’utente deve trovare tutto quello che gli serve senza rischiare di perdersi in flussi diversi. Citrix propone un sistema che consente di accedere attraverso un appstore a ciò che serve sul device che si sta utilizzando; un network intelligente capisce se, per esempio, ci si sta collegando da un iPhone 3G e che quindi si possono fare certe cose e altre no(perché è fuori dal dominio) e il nostro sistema è in grado di ‘ragionare’ sia a livello applicativo sia di device”.
Obiettivo di Citrix è fornire all’utente la facilità d’uso, la continuità d’uso, la collaboration, le applicazioni per gestire la mobilità, soddisfare il bisogno di accedere ad applicazioni che erano concepite per un’altra era, rendere possibile la consultazione dei dati necessari sul device che l’utente sceglie. “Questa è la nostra missione – ha ribadito Jolivet –. Semplificareil lavoro lato utente, aumentando la produttività in mobilità. In mobilità non ci si può permettere di autenticarsi o fare dei passi che l’applicazione prevedeva nel desktop”.
Accesso al dato dovunque e da qualsiasi device
“La questione del dato reperibile e gestibile ovunque e da qualsiasi device non è banale – ha sottolineato il responsabile di Citrix in Italia –. Oggi siamo gli uniciad avere realizzato un workplace integrato. Nessuno attualmente si è impegnato come noi sull’integrazione di una piattaforma che assicura il multi device, il multi OS, il multi applicazione (Windows o tools specificamente sviluppati per il mondo mobile). Siamo in grado di sostenere la produttività in mobilità, nello spazio dello smart working, integrando la mobilità come pilastro del sistema azienda, non come qualche cosa che si aggiunge solo per un certo gruppo di persone”.
Se si costruiscono applicazioni ad hoc per soddisfare l’esigenza di mobilità, spesso queste non dialogano con altre applicazioni. “Il grande vantaggio di Citrix – ha precisato Jolivet – è che noi forniamo anche il mondo legacy, operiamo nella virtualizzazione e siamo i primi a livello mondiale per la virtualizzazione lato end user. Sappiamo gestire la centralizzazione dell’applicazione a livello data center e, creandone un’immagine, consentiamo all’utente mobile di interagire con l’applicazione che gira a livello centrale. Questo richiede un protocollo molto avanzato e noi abbiamo il migliore al mondo, che consuma poca banda e consente di operare anche con una connettività scarsa, dando la possibilità di utilizzare sul device mobile anche le applicazioni legacy. Siamo stati in grado di integrare tutte le applicazioni (nuove e vecchie) e le basi dati, il tutto in un unico sistema”.
Integrazione, ma anche experience
“L’integrazione è la nostra peculiarità – ha proseguito –. Nessuno ha questa capacità, nessuno ha lavorato come noi sull’utente: abbiamo sempre operato più dal lato utilizzatore piuttosto che dal lato data center e questo ci ha portato a capire l’importanza dell’experience dell’utente. Troppo spesso questo non è al centro dell’interesse di alcuni fornitori. Spesso abbiamo notato un degrado dell’esperienza utente per privilegiare il data center e la sua flessibilità e fluidità nell’eseguire le diverse operazioni”.
La vera scommessa di Citrix è che il ‘cliente’ dell’IT, attraverso la sua piattaforma riceva nuovi servizi e percepisca un nuovo modo di lavorare. “Il work space non sarà fisico, non sarà legato a un luogo, si sta ‘sciogliendo’, ma a diversi livelli. Così bisogna parlare all’IT perché è il motore, una leva, ma non il nodo di tutto, bisogna concepire nuovi spazi di lavoro e infine operare sui flussi; è richiesto un cambiamento epocale”.
Il mercato italiano e lo smart working
Nel nostro Paese alcune aziende recepi-scono tutte queste esigenze di flessibilità e di mobilità, ma in diversi casi ci si scontra con una cultura del lavoro che fatica a dare segni di rinnovamento.
“In Italia siamo in un momento chiave – ha affermato Jolivet –; il Paese ha un problema serio di produttività, ma questa può essere un’opportunità. È in atto un cambiamento culturale, ma la dirigenza deve cambiare perché c’è un’età media troppo alta (per esempio nella Pubblica Amministrazione è 52 anni). L’Italia non è un Paese isolato e le società che hanno intensi rapporti internazionali hanno colto questo cambiamento che sta arrivando velocemente, ma queste aziende sono solo una parte della realtà italiana. L’idea diffusa è che lo smart working sia riservato solo a un segmento particolare di aziende e non a tutta la popolazione delle imprese”.
“Io sono molto ottimista sul possibile cambiamento anche in questo Paese, e voglio esserlo perché abbiamo attraversato un periodo abbastanza ‘buio’, ma sto vedendo un’Italia che sta andando nella direzione giusta – ha proseguito il Responsabile di Citrix –. Ho diversi clienti che prima pensavano che l’argomento non li ‘toccasse’ e ora stanno cambiando idea”.
Le peculiarità dell’offerta Citrix
Cosa distingue Citrix dagli altri player dell’offerta? “Prima di tutto non siamo legati a un sistema operativo specifico, né stiamo puntando su un tipo particolare di hardware (infrastruttura) e abbiamo investito su un elemento chiave, il networking – ha risposto Jolivet –. Noi siamo leader su un segmento che si chiama Application Delivery Controller, questo significa che lavoriamo su come l’applicazione comunica con il sistema centrale, e ciò ci consente sia di sviluppare la sicurezza a livello applicativo (problematica essenziale) e non a livello del device, sia di accelerare il flusso”.
Integrazione, sicurezza sono i fattori principali che Citrix prende in considerazione, ma anche la user experience è tra gli elementi importanti da non sottovalutare. La richiesta di queste soluzioni spesso viene dal basso, dall’utente. “Noi dobbiamo aiutare l’IT che è un po’ ‘travolta’ da questo cambiamento epocale e ‘subisce’ pressioni dagli HR Manager e dai responsabili di funzione”.
Il futuro
“Il futuro è il Software Defined Workspace. Stiamo già implementando la nostra soluzione in una banca, in ambito healthcare e in diverse aziende, come per esempio Dallara o Telecom Italia. Le società che adottano queste soluzioni avranno una maggiore produttività, una retention degli impiegati che sarà più alta e la possibilità di concepire dei servizi flessibili”, ha affermato Jolivet. “Inoltre ci stiamo occupando di collegare l’IoT al Software Defined Workspace – ha concluso il Country Manager –. Per esempio quando una persona sta lavorando con un device in movimento, una volta arrivato a casa con un semplice comando può trasferire la conversazione o il task su un altro device (telefono, Pc, televisore) perché c’è l’intelligenza negli oggetti che possono essere collegati tra loro. Questo è il futuro, ma anche l’oggi”.
Benjamin Joliver, Digital Transformation, mondo digitale, software defined workspace