Bauli, il ruolo dell’IT per coordinare i progetti tecnologici
Con l’avvento delle nuove tecnologie, il responsabile IT ha conquistato un ruolo più centrale nei processi di digitalizzazione aziendale. Il compito di chi è chiamato a gestire il sistema informativo è cambiato molto e oggi sta assumendo sempre più rilevanza, in quanto è passato da ‘detentore’ delle tecnologie informatiche a figura più strategica nell’organizzazione azienda. “Se prima l’IT aveva un ruolo esclusivo nella scelta e nell’adozione degli strumenti informatici, di fronte alle richieste delle varie funzioni, ora è chiamato al confronto con gli altri responsabili; l’evoluzione tecnologica è così rapida e complessa che le conoscenze potrebbero risiedere in altre aree aziendali”, spiega Paolo Sassi Group IT Director di Bauli, azienda alimentare di prodotti da forno, fondata a Verona nel 1922 dal pasticciere Ruggero Bauli.
Tuttavia, ciò non significa che il ruolo tradizionale dell’IT sia superato: c’è ancora bisogno di quella figura che opera sulle grandi piattaforme (per esempio: ERP, CRM, ecc.) che rappresentano il cuore del patrimonio informativo aziendale; tuttavia è in atto un cambiamento che non si può fermare e non è un caso se – sempre più spesso – sono gli stessi utenti a interrogarsi su come automatizzare e migliorare alcune operazioni utilizzando le tecnologie digitali, per esempio l’Intelligenza Artificiale (AI).
Le nostre organizzazioni hanno davanti una nuova sfida quella del digitale, che sta imponendo la sua forza e il suo potenziale e richiede a tutta l’organizzazione lo sforzo di includerlo nelle prassi e nello sviluppo dell’azienda; l’IT, dal canto suo, deve sapere arricchire il suo ruolo tradizionale di nuove competenze e conoscenze utili per accompagnare l’azienda in questa sfida. “È da questa nuova consapevolezza che in Bauli è nato il Digital lab chiamato ‘Bauli Next’: si tratta di uno spazio dove le persone di differenti aree aziendali portano idee e le discutono con l‘obiettivo di trovare risposte tecnologiche digitali”, continua Sassi.
A volte l’idea è già nella tecnologia e quindi il lavoro dell’IT è sviluppare prototipi per capirne la validità per poi, se possibile, integrarli con tecnologie già esistenti. “Per esempio, durante un incontro ci siamo interrogati su come soddisfare alcune esigenze delle Vendite che erano alla ricerca di una tecnologia più coinvolgente per i momenti di incontro come le riunioni: questa è stata l’occasione per testare il metaverso e le sue potenzialità in dinamiche aggregative e questo ci ha consentito di sperimentare la declinazione virtuale della realtà”, spiega il manager di Bauli.
L’IT Manager riporta al CEO di Bauli
Ma gli esempi non mancano: “Un’altra occasione in cui ci siamo messi in gioco ha preso il via da una richiesta della Produzione, cioè poter effettuare analisi dati sulle apparecchiature in modo rapido a complemento della reportistica aziendale esistente; con un pilota dell’ordine di poche settimane abbiamo costruito una piattaforma che, mettendo insieme il cloud e i relativi servizi esistenti, ha fornito alla produzione una piattaforma Analytics pay per use utile per monitorare situazioni specifiche”.
A questi casi di successo, però, Bauli ha affiancato anche esperienze meno fortunate: “Anche il fallimento di un progetto è molto importante, perché ci permette di capire il livello di adozione di una tecnologia e le eventuali prospettive”, dice Sassi.
Il Digital lab è un’iniziativa di forte discontinuità che per il manager cambierà drasticamente il modo di portare l’innovazione in azienda: “Sono un grande promotore della figura del responsabile IT come coordinatore, e non di detentore, delle tecnologie digitali. L’IT deve essere considerato una leva strategica per i processi innovativi in azienda”. È questo un approccio già ampiamente sdoganato in Centro e Nord Europa, dove l’IT ricopre un ruolo di alto grado gerarchico e per questo riporta direttamente al CEO, proprio come accade in Bauli; in Italia abbiamo ancora molta strada da fare per cambiare la percezione di questa funzione da oneroso centro di costo a perno della strategia aziendale.
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Dario Colombo, laureato in Scienze della Comunicazione e Sociologia presso l’Università degli Studi di Milano, è caporedattore della casa editrice Este. Giornalista professionista, ha maturato esperienze lavorative all’ufficio centrale del quotidiano online Lettera43.it dove si è occupato di Economia e Politica, e nell’ufficio stampa del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane.