Cisco: l’Internet of Everything cambierà ogni cosa
Intervista a Agostino Santoni, Amministratore Delegato di Cisco Italia
Pillole intelligenti che inviano dati sul trascorso della terapia, sensori in grado di misurare la pressione arteriosa del conducente di un’automobile, tecnologie che permettono non solo di monitorare le condizioni atmosferiche e quelle del terreno, ma anche di tracciare dal campo alla tavola il percorso dell’uva che diventa vino. Questo è l’Internet di tutte le cose.
L’Internet of Everything rivoluzionerà in modo radicale il nostro modo di concepire i processi e le interazioni tra uomini e cose, e tra macchine e macchine. Se oggi ancora non intravediamo la portata di questo cambiamento,
Cisco invita a immaginare che tra non molto ci troveremo in un mondo completamente nuovo, un mondo dove non si costruiranno più gli oggetti prima di sapere quali interazioni avranno fra loro.
Agostino Santoni, AD di Cisco Italia, racconta a FabbricaFuturo perchè il paradigma dell’Internet of Everything cambierà radicalmente il modo in cui penseremo il mondo.
Perché si parla tanto di Internet delle Cose? Quale la portata di questa rivoluzione?
L’Internet delle Cose esiste già da tempo, ma oggi il progresso tecnologico amplia la portata del fenomeno, conferendo agli oggetti in Rete sempre maggiori capacità: capacità di riconoscere il contesto e agire di conseguenza, maggiore potenza di calcolo, maggiore autonomia energetica. Tutto ciò si intreccia con l’evoluzione di trend che le imprese di tutto il mondo ben conoscono, come la consumerizzazione dell’ IT; il crescente ricorso al cloud; il tema del Big Data. Per questo in Cisco noi parliamo di Internet of Things, ma anche e soprattutto di Internet of Everything: uno scenario che rappresenta una nuova era della Rete, con un impatto potenziale di enormi dimensioni in termini di innovazione. La possibilità di interconnettere in modo creativo e intelligente sempre più elementi del nostro mondo porta a innovare i modelli di business, i processi operativi e gestionali, e la nostra stessa vita quotidiana come cittadini di comunità sempre più interconnesse, dotati di una capacità di partecipazione e attivazione senza precedenti.
Chi si avvantaggerà da questo nuovo sistema? E come?
Ad avvantaggiarsi in questo nuovo scenario saranno aziende di ogni settore. In vari casi nel mondo, vediamo imprese che si stanno muovendo perché hanno già compreso l’importanza di affrontare con una visione unitaria i fenomeni che preparano l’avvento dell’Internet of Everything.
In partenza, si aprono grandi opportunità per valorizzare gli asset già esistenti in azienda, grazie a nuove connessioni che si potranno creare fra di essi, ai dati che si otterranno, per generare nuove opportunità ma anche per ottimizzare i modelli operativi, la produttività dei processi e delle persone.
Il valore in gioco complessivo per i prossimi dieci anni è stimato in 14.400 miliardi di dollari: per il solo settore privato. Questo valore sarà generato in particolare in cinque aree chiave. Come già anticipato, l’utilizzo degli asset esistenti, con la riduzione generale di tutti i costi ottenuta migliorando l’operatività di business e l’efficienza nell’utilizzo degli investimenti; la maggiore produttività guidata dalla generazione di efficienze nei processi lavorativi; la razionalizzazione e l’efficienza della supply chain e della logistica; la capacità di offrire ai clienti una esperienza più soddisfacente, aumentando il valore del cliente e aiutando a conquistare nuove quote nel mercato; l’innovazione e la riduzione del time to market, con investimenti in R&S che migliorano i loro risultati.
Quali gli sviluppi applicativi?
L’Internet of Everything è già fra noi in molti contesti. Ad esempio guardiamo al settore retail: da un lato sono cambiati i comportamenti dell’utente, che usano internet e smartphone per informarsi, acquistare, valutare le loro esperienze anche nei negozi fisici, e si aspettano una esperienza consistente, rapida e uniforme su ogni canale. Con l’Internet delle Cose si possono creare nuovi sistemi di inventario che includono tutti i canali; si possono creare esperienze nuove per i clienti.
Un altro esempio più maturo può venire dall’industria dell’auto e dalla gestione del traffico sulle nostre strade: già oggi le auto sono sempre più interconnesse alla Rete ma con l’Internet of Everything si possono attivare nuove applicazioni per la manutenzione predittiva, trasformare il sistema stradale in un sistema intelligente capace di trasformare flussi e percorsi, creare una connessione fra le auto sulla stessa strada permettendo di condividere informazioni che aiutano a evitare rischi.
Come cambierà il mondo dell’automazione industriale?
Dagli studi Cisco è emerso che il settore manifatturiero sarà uno dei settori che da subito potrà avere maggiori vantaggi abbracciando l’Internet delle Cose e l’Internet of Everything. È un settore ‘principe’ per l’automazione industriale: e le reti industriali diventeranno pienamente parte della Rete globale. Di fatto, abbracciare nel tempo l’Internet of Everything significa realizzare pienamente la ‘smart factory’ con tutti i suoi vantaggi. C’è un enorme potenziale di crescita nello sfruttamento di queste tecnologie: sensori intelligenti connettono macchine intelligenti fra di loro, incorporano dati da applicazioni di business, permettono di fornire informazioni in modo intuitivo per tutti, dagli operai ai manager.
Quali benefici in ambito PLM?
Il PLM oggi permette di gestire tutte le fasi del ciclo di vita fino a identificare ogni singolo prodotto e tracciarne la storia progettuale, produttiva, operativa: includendo anche il servizio a supporto del prodotto una volta acquistato. La gestione e lo scambio di tutti questi dati in uno scenario Internet of Everything sarà potenziata e allo stesso tempo semplificata: e ulteriormente arricchita, perché nuove connessioni si potranno creare tra processi differenti che interessano il medesimo prodotto. Pensiamo alla possibilità di interconnettere in questo processo anche le conversazioni sul prodotto che avvengono al di fuori dei canali controllati direttamente dall’azienda, ad esempio poter rilevare una quantità di lamentele specifiche postate su Facebook, per verificare se vi sono elementi di lifecycle su cui intervenire prima ancora che le lamentele si siano trasformate in richieste al servizio clienti.
Perché i prodotti saranno migliori di quelli di oggi?
I prodotti potranno essere migliori di quelli di oggi per tanti motivi. Per le innovazioni nei processi produttivi, nella logistica, nel controllo che potranno ridurre i margini di errore, rendere sempre più efficiente e predittivo l’intervento in caso di problemi. Per la possibilità di ridurre il time to market, così che si abbiano a disposizione in meno tempo prodotti nuovi o migliorati rispetto a precedenti versioni.
Ma tutto questo darà anche un valore aggiunto al prodotto rispetto a quello che l’utente può ottenerne, alla sua soddisfazione. Faccio un esempio legato ad un progetto su cui Cisco ha lavorato e che è stato premiato per la sua innovazione: una azienda del settore vinicolo ha implementato nel suo processo (dal campo alla tavola) tecnologie che permettono non solo di monitorare le condizioni atmosferiche e quelle del terreno, ma anche di tracciare dal campo alla tavola il percorso dell’uva che diventa vino, e di offrire all’utente finale la possibilità di risalire all’intero percorso nella filiera produttiva e a tutte le informazioni utili per lui.
Agostino Santoni, Cisco, Internet of Everything, manufacturing, plm