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Aziende medie e grandi risultati: il Made in Italy è nelle loro mani

La produzione manufatturiera italiana continua a registrare flessioni: complessivamente, diminuisce del 3,2% nel 2024 (gennaio-luglio), con valori positivi solo per Alimentare e Chimica. Particolarmente preoccupante è il calo del Tessile-Abbigliamento (tanto importante per le nostre esportazioni), in diminuzione di circa l’11%. Va un poco meglio per il comparto dei mezzi di trasporto (diminuzione dell’8,1%), ma solo per il contributo positivo di aerei, navi e treni. La produzione di autoveicoli registra infatti un calo del 21,8%, soprattutto a causa del crollo della produzione di autovetture (meno 35,5%), mentre va relativamente un po’ meglio per la fabbricazione di parti e accessori per gli autoveicoli e i loro motori, che risulta diminuita ‘solo’ del 18,3% (evidentemente per il contributo della componentistica esportata, in un mercato globale comunque in recessione, soprattutto in Germania, nostro principale cliente estero del settore). In controtendenza, sempre all’interno del comparto, la fabbricazione di carrozzerie per autoveicoli, rimorchi e semirimorchi, addirittura in crescita del 12,9%.

Abbastanza sconfortanti sono anche le aspettative sul futuro dell’indice Pmi (Purchasing managers index). Esso registra le aspettative di produzione futura intervistando i responsabili degli acquisti delle aziende del settore manifatturiero: ha valore 50 per le attese di conferma degli attuali livelli e valori maggiori o minori rispettivamente per prospettive di crescita e di riduzione. Per l’Italia, segna il valore di 48,3, vicino a quello globale di 48,8 e un po’ superiore a quello dell’eurozona, che si ferma a 45,8, soprattutto a causa della recessione tedesca (la Germania segna solo 42,1).

Pnrr e Superbonus 110% esauriranno presto i loro benefici

Se altri Paesi stanno reagendo a tale contesto con importanti politiche di sostegno della spesa pubblica (in particolare gli Stati Uniti, ma anche, con modalità molto diverse, Cina e Russia) in Europa i rinnovati vincoli del patto di stabilità limitano fortemente gli spazi di manovra in tal senso. Ciò è particolarmente vero per l’Italia che, già gravata dal più importante debito pubblico europeo, negli ultimi anni lo ha accresciuto con due importanti provvedimenti: il 110% (che, nei prossimi anni, comporterà minori entrate fiscali per circa 130 miliardi di euro), e il Pnrr, che per la quota a debito vale quasi 123 miliardi di euro ulteriori. Misure, queste, che ci hanno fortemente aiutato nella fase post covid-19, ma che sono destinate a esaurire i loro benefici nel prossimo futuro, come risulta già evidente per il settore delle costruzioni, che concluderà il 2024 con una flessione di circa il 7% (per la progressiva chiusura del filone 110%), nonostante il contributo ancora forte dal comparto delle opere pubbliche, gonfiato dal Pnrr, i cui lavori dovranno comunque concludersi (a meno di proroghe) nel 2026.

Un segnale (contraddittoriamente) positivo ci viene dai buoni dati sull’occupazione: il tasso di disoccupazione in Italia è sceso al 6,2%, ‘grazie’ anche a fattori quali l’aumento del precariato e del part time involontario, e il solo (molto) parziale recupero dell’inflazione nei salari (di fatto diminuiti in valore assoluto) che se, da un lato, aumentano il disagio dei lavoratori (alimentando tensioni contrattuali e sociali che peseranno inevitabilmente sul prossimo futuro), dall’altro, hanno favorito la resilienza delle nostre imprese rispetto all’attuale congiuntura sfavorevole. Tutto ciò con riflessi sulla dinamica (relativamente) positiva della domanda interna e delle esportazioni.

L’articolo è pubblicato sul numero di Dicembre 2024 di Sistemi&Impresa.
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Nicola Costantino

Nicola Costantino (Bari, 1951), ingegnere, è Professore Ordinario di Ingegneria Economico Gestionale presso il Politecnico di Bari, del quale è stato Rettore dal 2009 al 2013. Autore di circa trecento pubblicazioni a carattere internazionale e nazionale, prevalentemente sui temi del Supply chain management e del Construction management, ha svolto attività di ricerca e didattica in Usa, Regno Unito, Danimarca, Spagna, Cina. In qualità di Direttore tecnico di una delle maggiori imprese generali di costruzioni italiane, ha curato la realizzazione di importanti opere di ingegneria industriale e civile in Puglia e Basilicata (centrale Enel di Brindisi Sud, numerose centrali telefoniche, centri di meccanizzazione postale, nuova chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, ecc.). È stato consigliere di amministrazione di Tecnopolis Novus Ortus e del Centro Laser di Bari. È stato Amministratore Unico di Acquedotto Pugliese Spa dal 2014 al 2016 e Presidente del Consiglio di Amministrazione di Retegas Bari Spa dal 2016 al 2021. Attualmente è componente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.