Tosti, la collaborazione con l’Operations Manager
Dalla fusione di meccanica e innovazione è nata Tosti: la piccola falegnameria costituita nel 1968 ai piedi del Monte Amiata in Toscana è oggi una realtà specializzata nella realizzazione di componenti e macchine industriali di ultima generazione, presente in vari settori industriali, con oltre 120 collaboratori e un fatturato di circa 28 milioni di euro (2022). “A causa della nostra posizione – lontani dalla città e dalla tradizionali zone industriali della periferia – per noi la digitalizzazione è sempre stata fondamentale perché ci aiuta a efficientare i processi e ottimizzare gli sprechi in una zona dove le risorse sono poche”, spiega Manfred Castlunger, IT Manager di Tosti.
Grazie a questo mindset e a fronte delle dimensioni contenute rispetto ad altre aziende di lavorazione meccanica, i progetti di digitalizzazione dell’azienda toscana sono avvenuti seguendo l’intuizione della proprietà, come spesso accade nelle imprese che devono gestire il business e affrontare l’innovazione: “Ma ci siamo sempre fatti guidare dai dati”, precisa il manager. “Il dato è sempre stato il punto di partenza di tutti i progetti che abbiamo avviato. E con l’avvento del Piano Industria 4.0 non siamo rimasti a guardare: abbiamo subito agito per ottenere i fondi di cui avevamo bisogno e siamo riusciti a realizzare molti progetti proprio sulla base delle tecnologie di AI”, continua Castlunger.
Tuttavia, nonostante le opportunità offerte dal 4.0, Tosti ha individuato nel progetto alcuni “grandi limiti”: “Oltre ai vincoli troppo stringenti su aspetti come connessione alla Rete o ai dati della macchina, abbiamo scoperto che se gli strumenti non fossero stati collegati tra loro a livello globale, allora l’intero progetto di digitalizzazione perdeva di senso. Peccato però che le case produttrici di macchinari spesso usavano protocolli differenti per la gestione i dati e questo ha complicato le cose”. È a questo punto che l’IT ha analizzato le singolarità dei protocolli, arrivando a sviluppare un software proprietario – ancora in fase di sviluppo – per poter utilizzare i dati delle varie macchine. “Potremmo spingerci ancora più in là per raccogliere ulteriori dati, come quelli relativi ai consumi. Per esempio, in un momento storico nel quale l’energia è particolarmente costosa, perché non ragionare sul consumo dei macchinari sia nella loro fase attiva sia da spente?”, prosegue il manager.
Le innovazioni introdotte nell’organizzazioni hanno condotto a dare rilevanza alla figura di ‘raccordo’ con la quale si confronta l’IT: è l’Operations Manager che riporta alla Direzione. “È una figura trasversale che tiene le fila dei vari progetti in corso e aiuta a dare una vision in ottica di investimenti futuri”, dice Castlunger. Al momento l’IT ha ancora una funzione operativa, ma deve interfacciarsi con il manager per tutti i progetti che hanno bisogno di supporto informatico: è in questa fase che l’azienda decide se proseguire con le risorse interne oppure affidarsi a fornitori esterni, con l’incognita che riguarda ormai tutte le aziende di ogni settore, perché è sempre più difficile trovare personale specializzato. E per chi è fuori dal circuito delle grandi industrie, la sfida è ancora più complicata.
Per informazioni sull’acquisto di copie e abbonamenti scrivi a daniela.bobbiese@este.it (tel. 02.91434400)
Dario Colombo, laureato in Scienze della Comunicazione e Sociologia presso l’Università degli Studi di Milano, è caporedattore della casa editrice Este. Giornalista professionista, ha maturato esperienze lavorative all’ufficio centrale del quotidiano online Lettera43.it dove si è occupato di Economia e Politica, e nell’ufficio stampa del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane.