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Dal 4.0 al 5.0, l’industria si evolve

Un mondo sempre più digitalizzato e attento ai bisogni sociali e ambientali, questo è lo scenario che prospetta la Quarta Rivoluzione Industriale, ambito nel quale trova spazio il paradigma dell’Industria 5.0. Contrariamente a quanto qualcuno possa pensare, infatti, il passaggio dal 4.0 al 5.0 non corrisponde a una nuova rivoluzione per l’industria, perché di fatto le tecnologie coinvolte nel nuovo paradigma sono le stesse di quelle lanciate nel 2016 dal piano Calenda. E dunque i due modelli non sono in antitesi, tanto che l’espressione “green and blue” – a indicare la rivoluzione sostenibile e di produzione – non è così recente, anche se ora è diventata estremamente attuale. Ma in che senso 4.0 e 5.0 possono essere considerati l’uno la prosecuzione dell’altro?

Iniziamo dalle già citate tecnologie, vero punto di contatto tra i due piani. L’innovazione tecnologica resta il cardine della Quarta Rivoluzione Industriale; ma se nel 4.0 l’enfasi era proprio sull’introduzione degli strumenti in fabbrica, il 5.0 pone l’accento sull’importanza dei suoi utilizzatori: il nuovo paradigma, infatti, punta a coniugare la creatività umana e l’umanocentricità – la volontà di mettere gli esseri umani al centro – con l’efficienza delle nuove tecnologie. Non cambiano quindi le soluzioni tecnologiche, ma l’approccio a esse.

Un’importante differenza tra i due modelli riguarda, invece, la questione dell’efficienza. Se il 4.0 puntava su quella di processo (grazie alle tecnologie), il 5.0 ha l’obiettivo di aggiungere un fondamentale tassello, che riguarda l’impatto sostenibile della produzione. Industria 4.0, infatti, propone principalmente l’interconnessione delle macchine (non basta averle cambiate) e l’analisi di grandi mole di dati prodotti proprio dal processo di produzione: questi aspetti consentono l’efficientamento economico per l’azienda, anche per merito dell’introduzione di sistemi fortemente automatizzati. Con Industria 5.0, a tutto questo si aggiunge l’efficienza, oltre che sul profitto, anche rispetto alla sostenibilità.

Oggi, produrre valore per un’azienda di produzione vuol dire anche tenere conto del suo posizionamento in relazione agli indicatori di Environmental, social e governance (ESG): in particolare il 5.0 lega i nuovi finanziamenti (in gran parte messi a disposizione dal programma RepowerEu: 6,3 miliardi di euro) alla riduzione dell’impatto ambientale, secondo la logica che più è alto l’efficientamento energetico – reso possibile dall’introduzione delle tecnologie – e maggiori saranno i vantaggi economici per l’impresa.

L’articolo è pubblicato sul numero di Luglio/Agosto/Settembre 2024 di Sistemi&Impresa.
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