Pianificare e predire per fronteggiare gli scenari futuri
Blocchi dei trasporti, carenza di materie prime, rincari, guerra in Ucraina. I recenti fatti, molti dei quali legati alle conseguenze della pandemia, hanno condotto a cambiamenti negli scenari globali. I problemi nelle catene di approvvigionamento, per esempio, hanno frenato la ripresa economica e hanno rimesso in discussione alcuni aspetti chiave su cui si è basato lo sviluppo nell’era della globalizzazione. Ricollocare le produzioni, in precedenza delocalizzate all’estero – il cosiddetto reshoring – è una strategia sempre più presa in considerazione dalle aziende. Del resto è ormai chiaro a tutti che le Supply chain devono essere abbastanza agili da assicurare la disponibilità dei prodotti, nel rispetto di tempi, qualità e costi attesi.
L’occasione per affrontare questi argomenti è stato l’evento dal titolo Dal manifatturiero tradizionale verso il digitale. Aziende a confronto con esperienze di Digital transformation, organizzato a fine giugno 2022 da Formula (che dal 1 luglio 2022 ha cambiato nome: prima la denominazione era Formula Impresoft), impresa che propone software per incrementare il vantaggio competitivo nella gestione del business e per creare valore per le imprese. “Siamo in un contesto di trasformazione ed è necessario rivedere i metodi, gli strumenti, le tecnologie e le strutture organizzative. Per questo motivo, anche la cultura delle persone va ripensata”, è stata la tesi proposta da Valentina Fantini, Senior Manager di EY, azienda che offre servizi professionali di revisione e organizzazione contabile, fiscalità, transaction e advisory, chiamata a presentare lo scenario attuale in cui le aziende sono chiamate a fare business.
Le sfide del mercato attuale, è ormai chiaro, sono molteplici. Ed è proprio in questa situazione che le innovazioni tecnologiche possono supportare e agevolare le trasformazioni. “Ci interfacciamo con la complessità del business, una forte competizione di mercato, una richiesta di maggiore efficienza ed efficacia, l’aumento del potere contrattuale del cliente – sempre più esigente e informato – un alto turnover delle persone. Bisogna capire qual è la tecnologia più idonea alla propria organizzazione per fronteggiare questa complessità”, ha continuato Fantini.
Introdurre le tecnologie per la collaborazione
Le aziende sono chiamate a riflettere sui loro modelli di business, a rivedere i processi e a sviluppare strategie che siano sostenibili sul lungo periodo. “L’integrazione tecnologica, come l’Intelligenza l’Artificiale o il Machine learning impatta sulla capacità produttiva e predittiva; applicare sensori alle macchine e avere un fabbrica connessa apre scenari inediti”, ha argomentato Luisa Ferrari, Solution Architect Director di Formula. Un altro elemento importante riguarda la cultura: le persone devono avere una mentalità improntata sull’innovazione digitale e saper utilizzare al meglio strumenti collaborativi. “Le tecnologie devono incentivare la collaborazione; per questo la user experience diventa sempre più centrale e si deve avvicinare alla dimensione umana”, ha continuato Ferrari. L’evoluzione del contesto, dunque, porta uno sviluppo degli strumenti; la conseguenza è un cambiamento – e pure a una crescita – del business. “Si parte da un’evoluzione degli strumenti reattivi, per poi passare alla simulazione e arrivare a capacità predittive”, ha puntualizzato Ferrari. Questo tipo di strategia dà una marcia in più alle attività, perché è possibile anticipare scenari e quindi agire per tempo nel caso in cui si dovessero presentare criticità. Questi dispositivi servono alle imprese per rimanere competitivi e seguire i cambiamenti, a patto che chi propone le soluzioni evolva anche nella modalità di proposizione. “Non siamo più semplici fornitori di software, ma partner di un’evoluzione della trasformazione digitale”, ha continuato la manager. “Cerchiamo di andare incontro alle esigenze del cliente, che sono cambiate a livello di richieste”.Integrare l’area Finance con l’Operation
La ricerca dell’efficienza si trova nell’ottimizzazione dei costi di produzione, nella modalità con la quale è organizzata la Supply chain e rispetto alla gestione dei processi produttivi. “Per rilevare e ridurre le inefficienze di fabbrica è necessaria un’evoluzione nell’analisi e nella gestione dei costi di produzione attraverso una maggiore integrazione fra le aree Finance e Operations”, ha affermato Fantini. L’idea, dunque, è quella di utilizzare un sistema presidiato dall’area finanza che ha lo scopo di governare i vari processi dell’organizzazione nell’ottica di un’attività di miglioramento continuo. “Il Losses recovery system – uno strumento di confronto fra area Finance e Operation – per esempio, permette di fare analisi delle marginalità e contabilità industriale”, ha chiarito Fantini. La misurazione della performance dei reparti di produzione – con il fine di identificare gli interventi di efficientamento – è una delle più rilevanti attività che il sistema di controllo svolge. Come ha rivelato Fantini: “L’obiettivo è utilizzare le informazioni per identificare una relazione tra il miglioramento e la riduzione dei costi; qui è opportuno sfruttare il concetto del Lean thinking”. Una pratica che si può utilizzare, come ha riferito la manager di EY, è quella di implementarlo su un caso pilota per ottenere risultati tangibili e in poco tempo; sulla base di questo – e di ciò che si è ottenuto – estendere l’approccio a tutte le altre aree aziendali. In questo contesto, gli strumenti di gestione delle informazioni abilitano la trasformazione digitale, guidando anche l’azienda nella pianificazione delle attività. Il Manufacturing Execution System (MES), per esempio, permette di controllare e gestire il processo produttivo di un’azienda e che offre una completa visibilità di dati e informazioni, utili anche all’eventuale previsione di scenari futuri. “L’approccio integrato tra Finance e Operations e l’utilizzo di tecnologie abilitanti sono fondamentali per tradurre i risultati anche in vantaggi economici”, ha affermato Ferrari. Questa introduzione tecnologica permette di capire il valore effettivo del conto economico e di risparmiare sia a livello economico, dia di risorse, investendo in un processo di trasformazione flessibile e all’avanguardia.Sfruttare i dati per analizzare gli ordini e soddisfare il cliente
Con questi sistemi, è possibile svolgere varie attività, tra cui la pianificazione degli ordini. A testimoniarlo è stato Marco Pesavento, Group Operation Manager di Automatismi Benincà: “La soluzione permette di avere una visibilità completa e di analizzare ogni dettaglio di un ordine, scorrendo la distinta base. Il responsabile della programmazione, dunque, può verificare se un prodotto è in stock, se c’è in corso un ordine di acquisto o stimare il tempo necessario per assemblarlo”. Nel caso del Retail, il sistema deve essere flessibile per gestire i diversi tipi di canali di vendita. “Dietro alla messa a disposizione del prodotto c’è un sistema informativo che al centro ha l’Enterprise resource planning (ERP) che permette di veicolare le informazioni in maniera coerente e affidabile”, ha confermato Alessandro Tronchin, CIO di Valigeria Roncato. Il mercato di produzione, oggi, necessita di una logistica efficiente, soprattutto perché si vende il prodotto al cliente finale; non è un caso che, come chiarisce il manager, “viviamo un momento di passaggio dal concetto di business to business (B2B) a quello di business to consumer (B2C)”. Del resto, l’esperienza dell’utente è dettata dall’evoluzione degli scenari e da contesti contingenti inaspettati. Si tratta di un concetto di Customer relationship management (CRM) più esteso, con i dati al centro. Il futuro della relazione con l’utente è legato alla conoscenza delle sue preferenze; per questo motivo, i dati generati e le informazioni sui clienti permettono di agire in maniera predittiva. Quindi, le aziende che si spostano da un contesto tradizionale a uno digitale incontrano nuovi scenari di opportunità e di sviluppo che possono cogliere anche grazie a una fiscalità agevolata pensata per promuovere il percorso di Digital transformation della media impresa italiana.Laureata magistrale in Comunicazione, Informazione, editoria, classe di laurea in Informazione e sistemi editoriali, Federica Biffi ha seguito corsi di storytelling, scrittura, narrazione. Si occupa prevalentemente di tematiche riguardanti la sostenibilità, l’innovazione tecnologica, l’uguaglianza, l’inclusione, anche in ambito digital e social, contribuendo a divulgare contenuti per giornali e siti web. Appassionata di cinema, ha lavorato nell’ambito della comunicazione e collabora con la casa editrice ESTE in qualità di redattrice.
Automatismi Benincà, EY, Formula, Valigeria Roncato