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Digitalizzazione, aziende più agili e performanti con il cloud

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È un mercato in forte crescita quello del cloud. Se nel resto del mondo – in particolare in Usa e Nord Europa – è già un trend consolidato, in Italia stiamo assistendo ora alla diffusione delle tecnologie nella ‘nuvola’. A confermarlo sono i dati più recenti: è vero che ad aver sposato concretamente il nuovo paradigma, entrando nel limitato gruppo (almeno per ora) di imprese cloud only, è appena l’11% delle aziende italiane, ma di contro la stragrande maggioranza (38%) delle imprese – e questa è la buona notizia – sta ragionando in ottica cloud first, valutando cioè l’adozione delle tecnologie in modalità cloud prima ancora che nella versione on premise. Resistono, tuttavia, le aziende ancora fedeli all’acquisto della soluzione da implementare nei propri ambienti (22%), sebbene la percentuale sia in diminuzione rispetto al passato. Resta, infine, a ‘metà’ il 29% delle organizzazioni: un numero elevato, ma che fa ben sperare per una nuova ondata di digitalizzazione. “Il cloud permette all’IT di essere più agile nel rispondere alle richieste del business e, allo stesso tempo, il business ha l’occasione di essere più rapido nell’affrontare le sempre innovative sfide del mercato”, spiega Bruno Pagani, Country Manager di Infor in Italia durante l’Infor Customer Day, il consueto appuntamento annuale del vendor per incontrare clienti e partner (per l’edizione 2019 molti sono stati i partner sponsor, tra questi: 2WS, Altea IN, Atlantic Technologies, Brainware e Know-How). Un’occasione, quest’ultima, per informare il mercato sulle novità delle tecnologie di Infor, ma pure sui risultati dell’anno. Laurent Jacquemain, SVP Southern Europe, ha evidenziato che tra gli oltre 68mila clienti si è assistito a una forte crescita (+60%) in ambito Software as a Service (SaaS) con più di 10mila clienti sul cloud. Inoltre, nel 2019 a livello europeo sono stati oltre 500 i nuovi clienti, di cui “molti” – riferisce Pagani – in Italia (tra questi ci sono Impresa Pizzarotti & C. e IRIS Ceramica Group). Meno noto è, invece, il nuovo assetto organizzativo di Infor che a seguito della nomina del nuovo CEO Kevin Samuelson, si è dotata di una nuova riorganizzazione su base geografica e non più per settore merceologico: l’Italia, guidata da Pagani, è inserita nell’area Sud Europa di cui è a capo Jacquemain. Un Paese, il nostro, che si è visto avere ancora qualche ritardo nell’adozione del cloud. “C’è difficoltà a valutare esattamente il ROI dell’investimento”, taglia corto il Country Manager.

Meno customizzazione e più standardizzazione

Eppure il cloud è in grado di offrire un’accelerazione alla competitività delle aziende e per questo è una delle leve tecnologiche più interessanti. Non sorprende allora che in Italia, a trainare il mercato del cloud sia il Manufacturing, settore merceologico per il quale siamo secondi in Europa alle spalle della sola Germania. Secondo le ultime rilevazioni, in questo ambito il cloud vale circa 1,5 miliardi di euro a livello europeo. D’altra parte, il cloud è di certo un abilitatore alla digitalizzazione, che consente di far evolvere – anche in modo rapido – l’impresa, rendendola più performante. Il cambio di paradigma dell’infrastruttura, infatti, libera le organizzazioni della gestione dei dati a monte, offrendo i benefici a valle del loro utilizzo attraverso analisi sempre più dettagliate. E quando si parla di cambiamento, almeno per le tecnologie, come ha chiarito Jacquemain, oggi si è di fronte all’implementazione agile che permette di godere sin da subito dei benefici delle nuove funzionalità senza dover attendere tempi infiniti (visto che in pochi mesi rischiano di cambiare sia le esigenze delle aziende sia le richieste del mercato). La modalità di implementazione agile, però, non mette a repentaglio la sicurezza. Un mito che spesso circola – in particolare tra i non addetti ai lavori – è che all’aumentare della sicurezza rallenti il tasso di innovazione e, viceversa, che accettare maggiore agilità voglia dire abbassare i livelli di sicurezza. In realtà, dicono gli esperti, il cloud è in grado di conciliare agilità e sicurezza. Non si dimentichi, infatti, che il cliente finale gode già degli sviluppi tecnologici del cloud provider (Amazon web services nel caso di Infor), ma pure delle soluzioni ideate per le altre aziende del portfolio (che nel caso di Aws sono importanti organizzazioni che fanno della sicurezza un aspetto cardine del business). A fare la differenza, secondo Pagani, in ambito cloud è anche la dose di personalizzazione della soluzione. Per il Country Manager di Infor, infatti, è finita l’era della customizzazione più spinta: il vero vantaggio è installare soluzioni ‘preconfezionate’ (già testate e funzionali in altre imprese dello stesso settore) per almeno il 60%, cui aggiungere il 30% di piccoli fine tuning e il 10% di vera e propria customizzazione. Grazie a questa scelta, l’azienda può godere continuamente degli sviluppi del software nel pieno rispetto delle proprie peculiarità. Anche la piattaforma tecnologica di INFOR OS – in modalità PAAS – si aggiorna in continuazione e offre sempre più novità: Artificial Intelligence con Infor Coleman, Infor IoT e non ultima la possibilità di sfruttare le potenzialità dei device mobili, che diventano un’estensione dell’azienda per avere i dati sempre a disposizione. Uno degli esempi virtuosi di adozione del cloud è Arca Technologies, azienda di proprietà Usa con sede in North Carolina, ma con presenza in Italia per le funzioni di ricerca e sviluppo, di ingegnerizzazione e produzione, il cui progetto con Infor ha permesso di liberare rapidamente preziose risorse.

Nuove occasioni di business grazie ai dati

Una delle aziende che di recente si è potenziata per rispondere alle nuove sfide del mercato è Raspini Salumi, impresa familiare di Scalenghe, comune della città metropolitana di Torino, nata nel Dopoguerra e che da allora si è fortemente sviluppata fino a raggiungere circa 90 milioni di fatturato, dando lavoro a 300 persone. Come spiegato da Elena Griot, IT Manager di Raspini Salumi, l’entrata in azienda del nuovo Chief Financial Officer (CFO) ha imposto la revisione dei processi dell’analisi dei dati, per far fronte, in particolare, alla gestione dei dati finanziari, influenzati dai prezzi variabili della materia prima e dalla variabilità delle vendite. Affidandosi alle soluzioni di Infor, implementate dal partner Brainware, Raspini Salumi è riuscita a ottenere – attraverso progetti implementati per ogni singolo task – la piena visibilità dei dati finanziari in tempo reale, con strumenti utili per la simulazione dei costi di produzione, per valutare l’impatto delle promozioni e per analizzare le previsioni di vendita. Diverso il caso di Lucart, azienda cartotecnica nata nel 1953 a Lucca e di proprietà della famiglia Pasquini, la cui necessità era quella di monitorare e gestire i dati della manutenzione. La sfida, come spiegato da Alessandro Pistelli, IT Business System Manager, era uniformare i processi manutentivi, rendere il processo più efficiente, supportare gli utilizzatori finali e soprattutto gestire in modo centralizzato i dati, che prima erano riservati al singolo reparto o stabilimenti. Grazie alle soluzioni di Infor, implementate dal partner Atlantic Technologies, Lucart ha aumentato l’efficienza operativa dei manutentori, ora c’è un unico strumento di visione centralizzata dei magazzini, sono migliorate le performance della manutenzione, e inoltre c’è la possibilità di gestire la manutenzione in mobilità con i device mobili, ormai sempre più presenti nella nostra quotidianità. Fom Industrie, azienda di produzione di macchinari per l’industria dell’alluminio (147 milioni di fatturato e circa 550 dipendenti con 11 filiali nel mondo, ma produzione interamente Made in Italy) ha, invece, chiesto aiuto alla tecnologia per poter soddisfare i sempre più numerosi clienti per offrire loro prodotti e servizi centrati sulle esigenze del mercato, in linea anche con la nuova rapidità. Come spiegato da Paolo Gerini, CIO di Fom Industrie, l’azienda ha lanciato, insieme con il partner di Infor 2WS, alcuni progetti verticali, implementati dal 2016, che le hanno permesso di ridurre il time-to-market, introducendo una buona dose di servizi, gestendo in modo innovativo anche la relazione con i clienti.

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Dario Colombo

Dario Colombo, laureato in Scienze della Comunicazione e Sociologia presso l’Università degli Studi di Milano, è caporedattore della casa editrice Este. Giornalista professionista, ha maturato esperienze lavorative all’ufficio centrale del quotidiano online Lettera43.it dove si è occupato di Economia e Politica, e nell’ufficio stampa del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane.