Le imprese pugliesi raccontano un Sud Italia diverso
Il tema dello sviluppo industriale è il punto debole della nostra economia e i recenti fatti di cronaca lo dimostrano. Il Sud è attaccato da più fronti: le note vicende dell’Ilva da una parte e i dati divulgati dal rapporto Svimez fotografano un Mezzogiorno che sembra allontanarsi sempre di più dall’Italia e dall’Europa.
Ma i dati contenuti nei rapporti vanno interpretati e, soprattutto, incontrare la comunità imprenditoriale e accademica del territorio può restituirci un’immagine differente. È quel che è accaduto in Puglia il 7 novembre 2019: nell’ambito della tappa di Bari di FabbricaFuturo, il convegno promosso dalla casa editrice ESTE dedicato alle imprese manifatturiere, è stato possibile incontrare un tessuto imprenditoriale molto vivace, capace di dialogare con il mondo accademico e con le associazioni.
Un tessuto fortemente determinato, se non a cancellare, quantomeno ad appannare un’immagine del Sud incapace di innovare e che sopravvive grazie a politiche assistenzialiste. Qui vive e opera una comunità imprenditoriale che ha fatto di Aerospazio, Meccanica e Agrifood (solo per citarne alcuni) settori capaci di crescere e di attrarre giovani, provando così a contrastare quell’emorragia di talenti di cui soffre non solo il Sud, ma tutto il nostro Paese.
Tutt’altro che lontana dall’Italia e dall’Europa, la Puglia può diventare la ‘porta verso l’Oriente’, la base strategica per un flusso di relazioni commerciali che, partendo da qui, possono creare ricchezza per il sistema industriale nel suo complesso. Servirebbe meno incertezza nel sostegno alle politiche industriali mentre ogni anno le imprese sono in balia di conferma o smentita di mantenimento di politiche che incentivano percorsi di innovazione.