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L’Additive manufacturing disegna il futuro della produzione industriale

L’evoluzione della digitalizzazione ha cambiato il modo di produrre. Cambiano di conseguenza anche gli stili di vita e le attitudini al consumo. La produzione in serie di stampo fordista tende a perdere di significato per lasciare il posto a una produzione personalizzata, che riflette i bisogni di un consumatore che esprime desiderata che il mercato deve essere nelle condizioni di soddisfare. Stiamo passando da una produzione in serie a una personalizzazione di massa e il passaggio non è automatico. Richiede un cambio culturale, un ripensamento dei modelli di business e, conseguentemente, dei processi produttivi. In questo scenario di grande trasformazione le tecnologie di Additive manufacturing rappresentano una risposta concreta. Abbiamo incontrato il 3 luglio 2018 a Milano un’azienda tedesca specializzata nella fornitura di tecnologie per la stampa 3D industriale di polimeri e metalli, EOS, fondata nel 2003, che ha avuto negli anni una crescita significativa, da 37 a 346 milioni. I numeri sono espressione dell’interesse del mercato verso una tecnologia che, come ha dichiarato Giancarlo Scianatico, Regional Manager per l’Italia, con le sue applicazioni ha il grande vantaggio di poter migliorare la vita di tutti noi. Nel corso dell’incontro sono state presentate due realtà che da anni scommettono sul mondo dell’Additive manufacturing, a tal punto da essere considerate due eccellenze nell’innovazione del settore a livello nazionale ed europeo: il Politecnico di Torino e Prosilas, azienda marchigiana che ha sviluppato il proprio business nell’ambito della prototipazione.

La partnership accademica con il Politecnico di Torino

Il Politecnico di Torino decise già negli Anni 90 di dare grande spazio al mondo della manifattura additiva all’interno dei suoi percorsi formativi, concentrandosi inizialmente sulla Rapid prototyping per poi interessarsi all’intero spettro delle opportunità offerte dall’Additive manufacturing. Era il 1991, infatti, quando all’interno del gruppo di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino (DIGEP), Luca Iuliano, Professore di Tecnologie e Sistemi di Produzione del Politecnico di Torino e il professor Ippolito svilupparono il primo progetto di ricerca a livello internazionale sul tema. Dopo anni di sperimentazione sui sistemi EOS, che nel 2007 portano l’ateneo a collaborare anche con Avio Aero per lo sviluppo della produzione EBM di pale per turbina in TiAl, nel 2010 il Politecnico di Torino inizia poi una collaborazione continuativa con l’Istituto Italiano di Tecnologia, che porta all’acquisto di un altro sistema dell’azienda tedesca, l’EOS M 270. Per arrivare infine al 2015 quando il polo universitario piemontese crea una partnership con il consorzio Prima Industrie per lavorare a un nuovo progetto europeo. Grazie alle competenze sviluppate nel corso di quasi 30 anni di attività il Politecnico di Torino ha quindi deciso di creare il centro universitario interdipartimentale Integrated Addditive Manufacturing (IAM), che al suo interno racchiude altri dipartimenti  con l’obiettivo di tracciare nuovi percorsi nella gestione, sviluppo e ricerca in un mondo complesso come quello dell’Additive manufacturing. “In questi anni di lavoro, ricerca e formazione, abbiamo imparato a conoscere il mondo della manifattura additiva e a sperimentarne le caratteristiche per creare innovazione” ha spiegato Iuliano. “Un percorso che ci ha portato a stringere rapporti e collaborazioni con altri atenei italiani, oltre a istituzioni, nazionali e internazionali, e aziende private di ogni tipo e dimensione. Questo non sarebbe stato possibile senza una tecnologia affidabile e in costante sviluppo come quella offerta da EOS. Sistemi e soluzioni che ci hanno permesso di raggiungere importanti risultati come la vittoria di bandi internazionali e lo stanziamento di fondi di ricerca. Successi che oggi sono la cifra di quella profonda convinzione del fatto che in Italia si possa fare innovazione e che il nostro Paese possa davvero essere fondamentale per l’evoluzione del business anche in questa quarta rivoluzione industriale, così come lo è stato nelle precedenti”.

Quando la stampa 3D è un sogno di famiglia: la storia di Prosilas

Prosilas è un’azienda italiana che si è sviluppata grazie all’intuzione del suo imprenditore e oggi è in grado di dare risposte alle evoluzioni dei modelli di business delle imprese. Nata 15 anni fa dall’idea visionaria di un ingegnere marchigiano, che voleva creare plastici per il mondo dell’architettura, oggi l’azienda rappresenta uno dei più importanti poli industriali del Paese per la produzione di polimeri ad alto impatto ingegneristico. Era il 2003, infatti, quando Giulio Menco decise con altri due soci di aprire la sua società investendo da subito nell’acquisto della prima macchina EOS P 380. All’inizio l’idea era produrre prototipi utili alle progettazioni di architetti e ingegneri. Questa attività, però, non fu mai realmente sviluppata come linea di business e da subito l’imprenditore suscitò l’attenzione di una grande azienda del settore dedicato ai giochi per bambini, come Clementoni, e di alcune imprese del comparto dell’illuminotecnica, come iGuzzini. Angolazioni commerciali a cui nessuno aveva pensato e che invece furono il motore di uno sviluppo che non tardò ad arrivare e che oggi vede l’azienda come la più importante realtà italiana per la sinterizzazione laser di polimeri. Nel 2008 i due soci, però, abbandonano l’azienda e così la famiglia Menco decide di rilevarla completamente per non perdere la scommessa fatta cinque anni prima. Vanna Menco, figlia di Giulio, subentra come Amministratore Delegato e nel 2009 l’impresa decide di investire nuovamente nella storica collaborazione con EOS, acquistando il nuovo sistema EOS P 395 per la produzione di polimeri garantendo così una crescita esponenziale dei volumi di attività e fatturato. Prosilas, quindi, sceglie di orientare gran parte della sua attenzione verso la produzione di grandi parti e si specializza nel settore dell’Automotive, rinnovando il suo parco macchine ogni anno fino ad arrivare, tra il 2017 e il 2018, all’acquisto di quei due sistemi EOS P 770 che hanno portato la PMI italiana ad avere un totale di nove sistemi della società tedesca per la sinterizzazione plastica. Queste ultime macchine, inoltre, hanno permesso a Prosilas (unica azienda in Italia ad avere due soluzioni di stampa 3D di questo tipo all’interno dei propri spazi) di avere due camere di lavorazione ancora più grandi, con una capacità di volumi di produzione maggiori che hanno consentito all’impresa di raggiungere nel 2017 un fatturato di oltre 2 milioni di euro, con uno staff che da una persona nel 2003 oggi conta circa 20 dipendenti e un modello di business tanto flessibile da poter passare dall’Automotive al Fashion e dal settore dei giocattoli per i più piccoli a quello dell’Healthcare. “Dirigere oggi l’azienda fondata da mio padre tanti anni fa è un bel sogno che si realizza”, ha commentato Vanna Menco. “Certo non è stato facile, ma credo di poter dire che noi siamo la conferma del fatto che l’Italia sia pronta ormai per l’Additive manufacturing e questo è sottolineato anche dalla varietà dei settori e dei clienti con cui ci confrontiamo ogni giorno, passando dai giochi per bambini alla MotoGP e dalla Formula 1 al settore della moda. Un ventaglio di nuove opportunità che si arricchisce costantemente grazie alla flessibilità di una tecnologia, come quella proposta da EOS, che ci permette di diversificare la nostra attività, rispondendo nella maniera migliore a ogni esigenza dei nostri clienti e raggiungendo sempre nuovi traguardi sia in termini di business sia di innovazione”.

La tecnologia che supporta il processo di evoluzione digitale

Grazie alle tecnologie EOS entrambe le realtà hanno potuto evolvere ed espandere il proprio raggio d’azione con un incremento costante della propria capacità di innovare il mercato della stampa 3D, in Italia e all’estero. Il loro spirito innovativo ha permesso di ottenere risultati importanti e di creare relazioni con aziende pubbliche e private che oggi sono ancora più importanti per ottenere il massimo da una tecnologia dalle potenzialità innovative per ogni tipo di settore e applicazione. “Credo che il mondo della ricerca e dell’imprenditoria in Italia possono trarre lezioni importantissime dall’esperienza del Politecnico di Torino e di Prosilas, che hanno saputo innovare i settori in cui operano percorrendo una strada ancora poco battuta in Italia”, ha commentato Giancarlo Scianatico, Regional Manager per l’Italia di EOS. “I successi accademici e imprenditoriali di questi due campioni dell’Additive manufacturing ci fanno capire come sul nostro territorio ci siano davvero straordinarie opportunità sia in termini di business sia sotto il profilo della formazione per quei talenti che rappresentano la base del successo di questo mondo nei prossimi anni. Essere promotori della crescita e dell’espansione di questo ecosistema ci rende orgogliosi e ci fa capire che stiamo andando nella giusta direzione per migliorare il futuro di questo Paese”. L’Additive manufacturing è una tecnologia accessibile a qualunque azienda, indipendentemente dalla dimensione. Il nostro tessuto di piccole e medie e imprese può dunque guardare a queste applicazioni per trovare nuovi canali di business e ampliare gli orizzonti di mercato. E, come ha sottolineato Scianatico, il valore di EOS risiede nel fatto che l’azienda non vende solo prodotti ma strategie. Un approccio consulenziale all’Additive manufacturing che fa la differenza.

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Chiara Lupi

Chiara Lupi ha collaborato per un decennio con quotidiani e testate focalizzati sull’innovazione tecnologica e il governo digitale. Nel 2006 sceglie di diventare imprenditrice partecipando all’acquisizione della ESTE, casa editrice storica specializzata in edizioni dedicate all’organizzazione aziendale, che pubblica le riviste Sistemi&Impresa, Sviluppo&Organizzazione e Persone&Conoscenze. Dirige Sistemi&Impresa e pubblica dal 2008 su Persone&Conoscenze la rubrica che ha ispirato il libro uscito nel 2009 Dirigenti disperate e Ci vorrebbe una moglie pubblicato nel 2012.Le riflessioni sul lavoro femminile hanno trovato uno spazio digitale sul blog www.dirigentidisperate.it. Nel 2013 insieme con Gianfranco Rebora e Renato Boniardi ha pubblicato Leadership e organizzazione. Riflessioni tratte dalle esperienze di ‘altri’ manager.