Fare meglio quello che si è sempre fatto e renderlo visibile. Questo assunto di Paolo Preti, Professore di Organizzazione delle Piccole e medie imprese dell’Università Bocconi può considerarsi
il filo rosso che ha guidato gli interventi al convegno Fabbrica Futuro, del 15 febbraio 2017, a Milano, organizzato dalla casa editrice Este (
leggi l’articolo di Paolo Preti).
Diviso in due momenti, una sessione plenaria del mattino e poi cinque sessioni parallele al pomeriggio, l’evento ha visto professori universitari, imprenditori, manager, Direttori del Personale, professionisti confrontarsi
sul futuro dell’industria manifatturiera.
Ad aprire i lavori è stato
Preti: “La manifattura è il supporto dell’Italia. Dieci anni fa sembrava che il settore tessile e calzaturiero fosse destinato a scomparire sotto i colpi della concorrenza cinese, invece oggi è ancora eccellenza italiana, a guida dell’economia. Questo per dire che noi accademici, così come i media, dobbiamo stare attenti a non farci coinvolgere nelle mode del momento”, ha detto il Professore della Bocconi.
L’invito è quello a non variare il modello originale di sviluppo dell’azienda manifatturiera e, quindi, a restare un’azienda a vocazioni imprenditoriale, di piccole o medie dimensioni, basate sulla manifattura e a conduzione familiare, perché “questo è il sistema d’impresa che ha funzionato e sempre funzionerà in Italia”.
Ciò non vuole dire restare indietro rispetto ai cambiamenti tecnologici ma, appunto, “continuare a fare quello che si è sempre fatto, ma rendendolo visibile”: “Bisogna
puntare sulla comunicazione,
specializzarsi e non diversificare gli investimenti. Puntare sulla qualità restando (o ritornando) in Italia perché il nostro Paese è sinonimo di qualità e servizi. Rivolgersi a pochi fornitori ma buoni e puntare sulla formazione”, ha concluso Preti.
Sviluppare una cultura della collaborazione
Un’Industria 4.0 non può, però, esistere senza il sostegno delle istituzioni, per questo Este ha coinvolto
l’Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lombardia, Mauro Parolini: “Attraverso apposite leggi, la nostra Regione punta sulla manifattura, ma anche sui piccoli artigiani. È necessaria un’integrazione della filiera dalla produzione e sviluppare la cultura della collaborazione”. L’Assessore ha poi sottolineato l’importanza di investire sul capitale umano: “
Adeguare le competenze e avere una buona cultura di base è la chiave per massimizzare le opportunità che le tecnologie offrono alle piccole e medie imprese”, ha concluso Parolini.
Patrizia Serini, Senior Sales Consultant di Oracle Italia, è entrata nel vivo la descrizione delle possibilità offerte dall’Industria 4.0 ma anche dei suoi limiti attuali: “Installiamo sensori che sono in grado di operare una manutenzione preventiva dei macchinari, abbiamo automatizzato le nostre industrie, ma non abbiamo ancora piattaforme in grado di connettere i device e le applicazioni. Siamo in grado di ottenere un gran numero di dati dalle tecnologie presenti in azienda ed è necessario avere strumenti in grado non solo di leggerli e analizzarli, ma anche di mettere in condivisione le informazioni ottenute affinché siano utili ad altre aziende”.
Patto per la fabbrica nella quarta rivoluzione industriale
A seguire,
Marco Taisch, Professore di Sistemi di Produzione Avanzati del Politecnico di Milano ha moderato una tavola rotonda sul nuovo Patto per la fabbrica (
leggi l’approfondimento). Hanno partecipato
Roberto Benaglia, Sindacalista Cisl Confederale, Massimo Manelli, Vicedirettore Generale Assolombarda e Mauro Parolini, Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lombardia.
Benaglia ha sottolineato l’importanza di gestire il ‘dopo-crisi’: “Bisogna investire sulle competenza per aiutare i giovani a inserirsi con successo nel mercato del lavoro, ma anche trovare un modo per stare vicino ai lavoratori che non riescono a stare al passo con i tempi. In tal senso, bisognerebbe agevolare le aziende che investono in formazione”.
Mannelli di Assolombarda ha posto l’attenzione sul tema del cambiamento della fisionomia del lavoratore: “Flessibilità, competenza, contratti individuali, sono queste, a mio avviso, le caratteristiche del lavoratore oggi. La tecnologia in azienda è un plus, ma è necessario saperla usare”.
Parolini, invece, ha puntato il dito contro le lungaggini della burocrazia: “Abbiamo firmato un contratto tra Regione e Comune per capire dove e come si può investire, con quali costi e tempi affinché le Istituzioni possano affiancare le idee”.
Il piano del Governo per l’Industria 4.0 contiene una serie di strumenti finanziari in grado di agevolare le aziende che investono in sviluppo e innovazione, così come esistono dei fondi regionali e comunitari
. A elencali è stato Fiorenzo Bellelli, Presidente di Warrant Group. Per l’accesso ai finanziamenti è necessario rispondere a un bando, Bellelli ha criticato questa modalità suggerendo di aprire degli sportelli: “Sarebbe utile valutare le singole esigenze e permettere agli imprenditori di andare direttamente sul mercato, senza dover attendere i tempi della burocrazia”, ha detto. Ha poi sottolineato che molti strumenti finanziari a disposizione degli imprenditori sono cumulabili: “A chi gestisce un’azienda dico di informarsi perché le soluzioni ci sono, ma bisogna conoscerle approfonditamente”.
Lo sviluppo di nuovi modelli di business
Nella seconda parte della mattinata
il focus del convegno si è spostato sull’industria manifatturiera 4.0. Il primo intervento in tal senso è stato quello di
Sergio Cavalieri, Professore Ordinario di Operations Management dell’Università di Bergamo, che ha analizzato i limiti e le possibilità di un nuovo modello di business:
la Servitizzazione (leggi l’approfondimento).
Nel solco di quest’intervento ha preso la parola
Michele Dalmazzoni, Leader Industry 4.0 di Cisco che ha dato la sua ‘ricetta’ per il successo di un’azienda manifatturiera:
investire su ricerca e sviluppo e sul brand. E, a tal proposito, ha sottolineato l’importanza di investimenti privati per creare nuove figure professionali: “Cisco ha creato un’Academy dove formiamo tecnici specializzati che trovano lavoro subito perché formiano loro gli strumenti per rispondere alle richieste del mercato”.
Un esempio di azienda manifatturiera che si è adattata ai tempi, senza cambiare la propria identità è
Icam che produce cioccolato dal 1946. Il
Direttore Generale Adelio Crippa ha raccontato la storia dell’azienda e della famiglia Agostoni che ha puntato sulla differenziazione, ovvero qualità e particolarità: “Siamo gli unici a produrre cioccolato biologico ed equo sostenibile”.
Icam si è trovata a competere con grandi marchi che nel tempo sono divenuti multinazionali: “Più che seguire il mercato e fare concorrenza ai colossi, abbiamo seguito le tecnologie. Con un piano di 70 milioni di investimenti abbiamo duplicato la produttività e creato un sistema integrato che ci consente di lavorare il cioccolato dalla fava fino al confezionamento”.
A chiudere la mattinata è stata
Annalisa Magone, autrice del libro Industria 4.0, macchine e uomini nella fabbrica digitale che attraverso il suo lavoro ha analizzato la figura del lavoratore in questo contesto di profondo cambiamento (
leggi l’approfondimento).
Finanziare l’innovazione: gli strumenti per le imprese
Nel pomeriggio i partecipanti di
Fabbrica Futuro hanno avuto la possibilità di seguire le sessioni parallele.
La sessione
“Finanziare l’innovazione” ha visto gli interventi di
Alessandra Bechi, Amministratore Delegato di Aifi, la quale ha spiegato che non esiste un target a cui guarda un investitore, ma le caratteristiche imprescindibili che deve avere un progetto per sperare di ottenere attenzione sono: possibilità di crescita, sviluppo tecnologico, con a capo un gruppo di persone e non un singolo, avere già un partner commerciale e una buon riscontro in termini economici in caso di cessione.
Fabio Merli, Group Finance Director di Lattonedil ha raccontato come un’azienda manifatturiera a conduzione familiare, grazie a buon investimenti e specializzazione, è stata in grado di conquistare i mercati esteri, sfruttando sia i finanziamenti nazionali che quelli messi a disposizione dei Paesi ‘ospitanti’.
Fiorenzo Bellelli, Presidente di Warrant Group, ha approfondito l’analisi degli strumenti finanziari a disposizione degli imprenditori, di cui aveva già accennato durante la sezione plenaria del mattino.
Pierluigi Lualdi con Edoardo Lucini ha raccontato come la sua azienda è riuscita a rientrare nel piano di finanziamenti europeo
Horizon 2020.
“Dall’automazione allo smart manufacturing”, dove con
Sergio Terzi, Professore Associato di Product Lifecycle Management e di industrial technologies,
Adriano Teso, Presidente Ivm Group e
Andrea Favaro, Direttore Operations Zapi sono stati analizzati i possibili cambiamenti che il digitalizzazione porterà nella gestione delle imprese.
“Supply chain management” è stata la
sessione dedicata alla gestione dei rischi con
Ruggero Golini, Ricercatore e Docente di Gestione Aziendale dei Sistemi Logistici dell’Univeristà degli studi di Bergamo, Giuseppe Mori Director Procurement Department di Cesi, Federica Dallanoce Vice Presidente Adaci, Roberto Bianchi, COO La Marzocco, Fabrizio Albino Russo Sr Director, Sourcing & Supply Chian Circor International e Ruggero Golini, Ricercatore e Docente di Gestione Aziende e dei Sistemi logistici Università degli Studi di Bergamo.
In
“Progettare i prodotti del futuro” si è parlato della tecnologia a supporto della progettazione e produzione di macchine con
Roberto Montanari, Professore di Impianti Industriali al Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Parma,
Luigi Innocenti, Fouder & Co-owner di Astro Italia.
Altra sessione è stata
“La stampa 3D per l’industria manifatturiera” con
Massimo Zanardini, Ricercatore del laboratorio Rise dell’Università di Brescia, durante la quale sono state approfondite le reali applicazione della stampa 3D nell’industria manifatturiera.